LE SETTE VALLI
E' esistito un grande Maestro Sufi, uno dei più grandi di tutti i tempi: Al-Ghazali, il quale afferma: "Sulla Via della realizzazione dell'uomo, da uomo a Dio, dal potenziale umano alla sua realizzazione, dalla possibilità alla realtà, esistono sette valli".
Queste sette valli sono di estrema importanza, cerca di comprenderle, perché devi attraversare queste sette valli: tutti dobbiamo attraversarle.
Se comprendi correttamente come gestire una valle, potrai trascenderla e raggiungere la vetta, perché ogni valle è circondata da montagne. Se sei in grado di attraversare quella valle, se non ci resti intrappolato, se non ti perdi in quella valle, se non ti attacchi troppo alla valle, se resti a distanza, distaccato, un testimone, se ricordi sempre che questa non è la tua casa, che qui sei uno straniero, se persisti nel ricordare che la vetta deve essere raggiunta... e se non dimentichi la vetta, la raggiungerai: dopo aver attraversato ogni valle si vive una gran celebrazione.
Ma dopo aver attraversato ogni valle devi entrare dentro a un'altra: il cammino prosegue. Esistono sette valli, una volta raggiunta la settima, non ce ne sono più; allora l'uomo è riuscito a conseguire il proprio essere, non è più paradossale.
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E ogni valle ha le sue particolari lusinghe. E' molto probabile che tu possa restare attaccato a qualcosa e non sia più in grado di lasciare la valle: ma devi lasciarla se vuoi entrare nella successiva.
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Ascolta quali sono queste sette valli, e cerca di comprenderle.
E nnon pensare che Al-Ghazali stia parlando di qualcosa di filosofico: i Sufi non sono affatti interessati alla filosofia; sono persone molto pratiche. Se dicono qualcosa, intendono QUELLA cosa! Se dicono qualcosa, è detto per il ricercatore, non per i curiosi, non per gli ntellettuali, ma per coloro che stanno veramente lavorando sodo sulla Via per raggiungere un bagliore della verità: è per chi cerca.
LA PRIMA VALLE
La prima valle è chiamata la valle del sapere.
Naturalmente, il sapere deve venire per primo, perché l'uomo inizia conoscendo. Nessuna altro animale possiede sapere, conoscenza. Solo l'uomo conosce, solo l'uomo raccoglie sapere; solo l'uomo scrive, legge, parla: solo l'uomo possiede linguaggio, scritture, teorie. Perciò il sapere dev'essere la prima valle.
La parte negativa di questa valle consiste nel fatto che puoi diventare estremamente colto, puoi restare intrappolato nel sapere. Se dimentichi il vero scopo del sapere, puoi diventare attaccato al sapere in sé. In quel caso continuerai ad accumulare cultura, e puoi farlo per vite intere: diventerai un grande studioso, un pandit, ma non diventerai sapiente.
La via della sapienza è del tutto diversa dalla via del sapere.
Nella dimensione del sapere si hanno due cose: il contenuto del sapere - tu conosci qualcosa - e la consapevolezza, lo specchio, la parte di te che conosce. Se diventi troppo attaccato al contenuto del conoscere, anziché alla capacità di conoscere, ti perdi nella valle: chiamo negatiova questa parte che ti può rendere confuso, impantanato, attaccato.
Se diventi uno studioso, allora sei perso, non potrai attraversare la prima valle. E più conoscenza hai, più diventi confuso perché non c'è modo di decidere cosa sia vero: ogni cosa che senti, se posta correttamente davanti a te, se posta in modo logico davanti a te, sembrerà giusta.
Non esiste alcun criterio per decidere: non c'è presupposto alcuno. Ecco perché accade in continuazione una cosa: vai da un Maestro, lo ascolti, e sembra aver ragione; poi vai da un altro Maestro,lo ascolti e a sua volta sembra aver ragione. Leggi un libro e sembra esatto; ne leggi un altro, forse l'esatto opposto, e anche questo possiede una propria logica, e anche questo sembra esatto: non c'è modo per decidere chi abbia ragione. E se continui ad accumulare, continui ad accumulare contraddizioni, affermazioni che si contrappongono. Esistono milioni di punti di vista e, prima o poi, ti ridurrai a essere una folla di diverse filosofie e di sistemi: questo non sarà d'aiuto, anzi, diventerà l'ostacolo maggiore.
Quindi, ecco la prima cosa da fare nella valle del sapere: devi restare all'erta, devi ricordarti consciamente che l'enfasi va posta sulle capacità di conoscere e non sull'oggetto, NON sul contenuto. Si deve porre l'enfasi sull'essere un testimone, si deve diventare sempre più attenti e consapevoli, presenti; allora si diventa un sapiente: non conoscendo molte cose, ma semplicemente diventando più consapevoli si diventa veramente un sapiente.
La via della sapienza non ha nulla a che fare con scritture, opinioni, sistemi, credenze. Ha a che vedere con la capacità di conoscere. Tu puoi conoscere: hai l'immensa energia per essere cosciente; pertanto preoccupati del recipiente, della consapevolezza, e non preoccuparti del contenuto: non preoccuparti di ciò che è conosciuto, preoccupati di chi conosce.
La conoscenza è un fenomeno a due punte: una è rivolta verso il conosciuto, l'altra verso chi conosce. Se continui a guardare il conosciuto, ti perderai nella valle; se continui a mettere a fuoco colui che conosce, non potrai perderti e riuscirai a trascendere questa valle. E una volta che hai trasceso la valle del sapere, sopraggiunge un'immensa felicità, una grande gioia, perché hai compreso qualcosa di estremamente essenziale dentro di te, qualcosa che continuerà a rimanere sino alla fine, qualcosa di veramente fondamentale: la capacità di conoscere, la capacità di essere cosciente.
Quindi, se metti a fuoco colui che conosce, se fai sempre più attenzione a chi conosce, hai usato il lato positivo.
(continua...)