15/03/2015
Tristezza e Dolore
Miei cari amici…
Il dolore è una cosa meravigliosa. Almeno, per me lo è, e spero lo sia per voi. Sperimento che piangere porti allo scoperto la mia umanità e mi metta profondamente in contatto con essa. Mi connette, quindi, alla mia divinità, perché quando sono in contatto molto profondamente con la mia umanità, e con tutto ciò che significa essere completamente umani, trovo che sono profondamente in contatto anche con la mia divinità.
Essere completamente umani a me sembra lo stesso che essere davvero divini. Sperimento che esiste un luogo sacro dove la nostra divinità e la nostra umanità si incontrano, e che in questo luogo di completezza si rivela la nostra Vera Natura.
Il pianto è l’altro lato della risata, e la rende possibile. Le lacrime sono la connessione tra le due cose. Abbiamo le lacrime agli occhi quando piangiamo e quando ridiamo, perché le nostre lacrime non conoscono la differenza. Vedete, conoscono solo la Divinità. Sono la pienezza dell’emozione, e sgorgano come la Vita Stessa, espressa profondamente. E questo è Divinità.
Ciò per cui noi tutti ci addoloriamo, sostanzialmente, è la nostra separazione da Dio — e, in modo ugualmente profondo, la nostra separazione gli uni dagli altri. Sappiamo, ad un certo livello molto profondo, di essere tutti Uno in Dio, e Uniti a Ciascun Altro, e che non c’è separazione tra noi, né potrebbe mai esserci. Ma viviamo come se ci potesse essere, e come se ci fosse. Ci è stato detto l’opposto da tutti i grandi santi e saggi, ma sembra troppo bello per essere vero, e non riusciamo a crederci. E quindi piangiamo la nostra perdita. Fondamentalmente, tutto il nostro addolorarci è dolore per la perdita gli uni degli altri. E della nostra Unità con Dio.
Affinché il nostro dolore non diventi troppo profondo, Dio ci ha dato un altro ingrediente nella vita: la grande gioia. La grande gioia livella la bilancia, pareggiando le nostre emozioni. La gioia bilancia il dolore.
E allora ci viene detto — di nuovo dai grandi saggi e santi, da tutti i messaggeri e da tutti coloro che sanno di essere essi stessi figli e figlie di Dio — che anche il Sole sorge, che la gioia arriva al mattino.
O, come direi io, la goia arriva nel dolore. Perché chi piangerebbe che non avesse amato? E chi ha amato che non abbia conosciuto tutto di quanto sia divino essere umani?
La Vita ci invita a Conoscere Dio, nei dolori e nelle gioie dei nostri giorni… e della nostra vita.
con amore,
Neale