Nessun luogo è lontano

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Oliviero Angelo
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Nessun luogo è lontano

Messaggioda Oliviero Angelo » 06/09/2011, 16:10

Nessun luogo è lontano

"Rae, cara! Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!
La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne vale proprio la pena, se si tratta di prendere parte alla tua festa. Non vedo l'ora di essere da te!


Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì, che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa. Lo troverai cordiale come sempre, anche stavolta.
E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo - lui rimase perplesso.
Per un pezzo badammo a volare in silenzio, e alla fine lui mi disse: < Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci "vada", a questa festa>.

<Ma sicuro che ci vado, alla festa,> dissi io. <Cos'è che ti riesce tanto difficile da capire?> Lui non rispose niente, lì per lì, ma quando arrivammo alla casa del gufo, mi disse: < Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?>


<La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo>, dissi al gufo.
Mi parve strano dire "vado", è vero, dopo quanto mi aveva detto il colibrì, ma lo stesso mi espressi in quel modo, perché Gufo mi capisse. Lui pure restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.
Un silenzio tutt'altro che ostile. Ma, quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò: < Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché la chiami "piccola", la tua amica>.

<Ma sicuro che è piccola," dissi, < dal momento che non è ancora grande. Cos'è che ti riesce tanto duro da capire?>
Gufo allora mi guardò, coi suoi occhi profondi color ambra, mi sorrise e mi disse: <Pensaci su>.


<La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il so compleanno con un regalo,> dissi all'aquila.
Mi faceva un po' specie, veramente, dire "vado" e dire "piccola", dopo quanto mi avevano detto Colibrì e Gufo, ma lo stesso mi espressi in quel modo, affinché Aquila potesse capirmi. Insieme volammo al di sopra delle vette, a gara con i venti di montagna. Alla fine lei mi disse: < Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco la parola "compleanno" >.

<Ma sicuro: compleanno,> dissi io. <S'intende festeggiare il giorno in cui ebbe inizio la vita di Rae, e prima del quale lei non c'era. Cosa c'è di tanto difficile da capire, in questo?>
Aquila allora incurvò le ali e, dopo una picchiata rapidissima, atterrò con dolcezza su una roccia, nel deserto. <Ci sarebbe stato un tempo "anteriore" alla nascita di Rae? Non pensi, piuttosto, che la vita di Rae sia cominciata prima ancora che il tempo esistesse?>


<La piccola Rae sta crescendo e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo.> Così dissi anche a Falco.
Mi suonava un po' strano tuttavia dire "vado", dire "piccola" e "compleanno", dopo quanto avevo udito da Colibrì, da Gufo e Aquila, tuttavia così mi espressi perché Falco mi capisse.
Sorvolammo veloci il deserto, e alla fine lui mi disse: <Sai, capisco ben poco di ciò che mi dici, ma meno che mai di tutto mi spiego quel tuo "sta crescendo".

<Ma sicuro che Rae sta crescendo,> dissi io. <Adesso è più vicina all'età adulta, e un anno più lontana dall'infanzia. Cosa c'è di tanto arduo da apire, quanto a questo?" Falco alfine atterrò su una spiaggia solitaria. <Un anno più lontana dall'infanzia? Non mi sembra che questo sia crescere!>
Si sollevò di nuovo in volo e, di lì a poco, scomparve.


Il gabbiano, lo so, era molto saggio. Volando insieme a lui, riflettei bene prima di parlare e scelsi con cura le parole, dimodoché capisse che qualcosa pur avevo imparato. <Gabbiano,> gli dissi alla fine, < perché mi porti i volo da Rae, quando sai che in realtà io sono già con lei?>

Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua. <Perché l'importante,> mi disse, <è che tu sappia la verità. Finché non la sai - finché non la capisci veramente - puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall'esterno: da macchine, uomini, uccelli. Ma ricordati,> disse < che l'ssere ignota non impedisce alla verità d'essere vera.>
Ciò detto, disparve.


E' venuto il momento di aprire il regalo. I regali di latta e lustrini si sciupano subito, e via. Io invece ho un regalo migliore, per te.

E' un anello, da metterti al dito.
E brilla di una luce tutta sua. Nessuno può portartelo via: non può essere distrutto. Tu sei l'unica al mondo che riesca a vedere l'anello che io oggi ti dono, come io ero l'unico in grado di vederlo quand'era mio.

Questo anello ti dà un nuovo potere. Messo al dito, potrai levarti in volo con tutti gli uccelli dell'aria - vedere attraverso i loro occhi dorati - palpare il vento che sfiora le loro vellutate piume - e potrai quindi conoscere la gioia di sollevarti lassù, in alto, al di sopra del mondo e di tutte le sue pene.
Potrai restarci quando ti parrà, su nel cielo, al di là della notte, e oltre l'alba.
E quando avrai voglia di tornare giù di nuovo, vedrai, tutte le tue domande avranno risposta e tutte le tue ansie si saranno dileguate.

Al pari d'ogni cosa che non può toccarsi con mano o vedersi con gli occhi, il tuo dono si fa più potente via via che lo usi. Dapprincipio l'impiegherai solo quando sei fuori di casa, all'aperto, guardando l'uccello insieme al quale voli.
Ma poi, più in là, se l'adopri ben bene, funzionerà anche con quegli uccelli che non vedi; finché t'accorgerai che non ti occorre né l'anello né l'uccello per volare al di sopra delle nubi, nel sereno. E quando arriverà per te quel giorno, tu dovrai a tua volta donare il tuo dono a qualcuno che sai ne farà buon uso; costui potrà apprendere, allora, che le uniche cose che contano son quelle fatte di verità e di gioia, e non di latta e lustrini.

Rae, questo è l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue. Non posso venire da te, perché già ti sono accanto. Tu non sei piccola, perché sei già cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.

Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai. Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d'avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.

Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello.

Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire."


RICHARD BACH.
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
Gladius Lucis ImmagineImmagine

Anna Maria Stella

Nessun luogo è lontano

Messaggioda Anna Maria Stella » 06/09/2011, 17:06

"Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire."

Che meraviglia il miracolo della Vita, dove il tempo e lo spazio sono solo illusioni... grazie Gladius bluangel

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Angel
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Nessun luogo è lontano

Messaggioda Angel » 07/09/2011, 19:55

pulzelle bellessimo questo racconto.....ha il sapore dell'eternità......grazie!!!!!
Siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell'Universo... che è in noi
Angel


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