il dono della benedizione

Cammino evolutivo verso l'Ascensione...
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drago-lontra blu
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il dono della benedizione

Messaggioda drago-lontra blu » 08/04/2014, 18:21


molte volte abbiamo incontrato pareri discordanti sulla linea di azione della nostra città, in mezzo ad altre cose esce sovente la questione del perché siamo cosi' ( Illuminati) , notate la parentesi per favore, perché ci sentiamo cosi' (superiori) , altra parentesi ok? perché facciamo finta evitando di parlare in città di quella che è la realtà poco piacevole delle notizie mondiali quotidiane.
La spiegazione che ottengono pare non sia soddisfacente ma in questo articolo c'è un'ampia soluzione al quesito, una delle soluzioni che adottiamo in effetti e che, insieme a qualche altra, fanno della nostra città quello che è, fa di noi ciò che abbiamo scelto di essere, FARI di luce.
Vi abbraccio :emtc5:

il dono della benedizione



Uno dei più grandi doni che ci siano stati tramandati dalla tradizione degli antichi Esseni è un codice verbale che ci dà l’opportunità di affrontare con grazia le esperienze di vita che ci feriscono più profondamente.

Questo codice relativamente oscuro nei tempi antichi e spesso discusso forse senza essere compreso nei tempi moderni è conosciuto come il DONO DELLA BENEDIZIONE. Attraverso il dono della benedizione ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni evento che si svolge nel nostro mondo nelle nostre vite e alla nostra presenza abbia preso origine senza eccezioni, da una singola fonte di tutto ciò che esiste. Ci viene chiesto di ammettere la possibilità che esista una fonte di tutto ciò che è conoscibile durante l’esistenza umana e che, in quella prospettiva, qualunque evento accada, sia esso gioioso o doloroso, deve essere visto come parte dell’Uno, come parte del tutto di quella Fonte di tutto ciò che esiste.

Nel momento in cui benediciamo un evento che ha ferito, o una persona che ci ha causato dolore o sofferenza affermiamo la natura divina o sacra di ciò che è accaduto, che è divina e sacra proprio perché esiste in virtù dell’Uno e come parte di esso.

La benedizione è forse in assoluto uno dei più potenti codici vibratori che ci siano stati tramandati e raramente ci è stato mostrato come applicarlo. Il dono della benedizione rappresenta per noi l’opportunità di sbarazzarci delle cariche contenute nei nostri organismi e di procedere con le nostre vite.

La benedizione può essere definita come una qualità di pensiero, sentimento ed emozione. Ci permette di riconoscere la natura santa, sacra e divina di qualunque evento sia occorso e non indica accettazione, consenso o condono di una qualunque azione, semplicemente riconosce la natura divina dell’evento e vi permette di procedere in avanti con la vita.

Se c’è una fonte di tutto ciò che esiste, allora, senza eccezioni, tutto ciò di cui noi siamo testimoni nella vita deve appartenere a quella fonte, deve avere una natura sacra e divina. Quando benediciamo quello che ci ha fatto molto soffrire, affermiamo la sua natura santa e sacra, nient’altro.

C’è qualcosa di magico che accade quando lo facciamo. Spiegare a parole forse qui non serve: è un’esperienza che si deve fare personalmente per riuscire a capire il ruolo della benedizione nella nostra vita.

Durante questa parte del seminario, la gente spesso mi chiede: “Tu vuoi che noi benediciamo qualcosa? Chi siamo noi per benedire? Credevamo che solo le persone sante potessero farlo!”

Io rispondo loro: “Se non voi, chi altri? Chi potrebbe essere più santo di voi? Chi potrebbe essere più sacro di voi? Voi che vi siete avventurati così lontano, alla presenza gli uni degli altri, nell’esperienza della creazione, voi che siete venuti su questo mondo per fare da testimoni gli uni agli altri ed a voi stessi? Quale atto potrebbe essere più santo di questo? Se non siete voi le persone che possono benedire un evento, allora chi può farlo?”

Dunque cos’è questa benedizione? Cosa affermiamo quando benediciamo qualcosa? Abbiamo l’opportunità, quando siamo testimoni di qualcosa che ci ha ferito nella vita – e uso degli esempi che abbiamo già visto e forse anche altri che non abbiamo ancora visto – cosa succede se voi benedite ciò che vi ha profondamente ferito?

Immaginate che persona potente bisogna essere per fare questo! Si tratta di guardare direttamente in faccia le cose che vi hanno causato la sofferenza più profonda, che vi hanno portato nelle oscure profondità delle vostre vite e di dire: “Io benedico questa cosa!” Con quella benedizione state solo dicendo che ciò che è accaduto è sacro, divino, santo, che fa parte dell’Uno anche se non capite che posto ha nell’insieme e nel fare questo c’è un senso di liberazione, anche se questo può non succedere la prima volta.

Quando qualcosa ci ferisce nella vita di solito vanno presi in considerazione due o tre aspetti: l’origine della ferita, l’urgenza della ferita e talvolta anche il testimone della ferita.

Per esempio il massacro in Ruanda, come lo si può affrontare?

Non si riesce neanche ad immaginare 10.000 esseri umani massacrati dai propri concittadini, mentre giacciono morti e nudi lungo le strade di campagna del Ruanda! Come gestiamo una cosa del genere?

Possiamo razionalizzarla qui nella testa, mentre qui, nel cuore resta qualcosa che fa male. Cosa succede se, pensando ai soldati che hanno preso le vite di quelle persone diciamo: “Siano benedetti quei soldati!”. Non si stanno affatto condonando le loro azioni, non si sta esprimendo accordo sull’accaduto, si sta solo riconoscendo che fanno parte dell’Uno.

“Siano benedetti i soldati che hanno prese quelle vite, siano benedetti coloro che hanno dato la vita, siamo benedetti noi che ne siamo stati testimoni!”

Sapete che potenza è necessaria ad un essere umano per fare questo? Non state acconsentendo al fatto che il gesto si ripeta, state solo rimuovendo la carica dal vostro corpo. Riuscite a sentirlo anche in questo momento?

Se noi giriamo le spalle a quelli che ci sono apparsi come gli orrori di questo mondo e ci voltiamo e semplicemente li ignoriamo, non è così che possiamo trovare il nostro potere, i nostri più alti livelli di maestria li troveremo nell’essere testimoni di ciò che ci ha offerto la vita e nel ridefinire il significato di quegli eventi. Gli antichi ci hanno offerto un contesto per farlo.

Se ne ridefiniamo il significato e riusciamo a liberarci, allora possiamo andare avanti nella nostra vita.

Quello di cui stiamo parlando non ha nulla a che fare con il compiacimento e non riguarda un’azione che nasce dalla rabbia o dalla vendetta, riguarda piuttosto un’azione che scaturisce da un punto della nostra emotività che ha acquisito potere.

La gente a volte mi domanda: ”Che succede se non riferiamo nessuna applicazione per questa legge o se non troviamo nessun riscontro nella nostra vita? Ed io chiedo loro: avete forse altra scelta?

Avete due opzioni: o attraversate la vita trovando un modo per riconciliare ciò che essa vi offre, oppure l’attraversate considerando una serie di sfide piene di conseguenze. Quindi vi incoraggio ad invitare nella vostra vita quella grande forma di guarigione che è il dono della benedizione e se riuscite a capire il significato che ha per voi, preparate i fazzoletti di carta!

Le lacrime non rappresentano necessariamente la tristezza, le lacrime sono anche un modo in cui il nostro fisico risponde alla rimozione della carica, trovando un nuovo equilibrio, equilibrio che giunge proprio nei momenti in cui meno ce lo aspettiamo.

Nell’arco dei secoli, gli antichi popoli indigeni ci hanno rammentato il potere del pensiero e il ruolo che quel potere può avere nella nostra esistenza.

La gente del Nuovo Messico del Nord racconta una storia particolarmente significativa sui propri antenati, sul potere del pensiero e su questa montagna che vedete alle mie spalle. Nel tardo ‘800 un gruppo di cacciatori passava per questi luoghi che fungevano da pascoli per grossi branchi di alci, bufali ed antilopi ed alla fine dell’autunno, proprio mentre uomini, donne e bambini stavano attraversando la zona di caccia della montagna una prematura tempesta invernale li colse di sorpresa.

Non c’era cibo perché gli animali non ce l’avevano fatta ad arrivare in quella zona di pascolo, quindi ben presto i membri della tribù si resero conto che, se volevano sopravvivere, qualcuno sarebbe dovuto restare mentre altri avrebbero dovuto proseguire. Tutti decisero che per il bene dell’intera tribù le donne sarebbero restate e gli uomini avrebbero proseguito, avrebbero montato gli accampamenti ed in primavera sarebbero tornati, il prima possibile, a riprendere chi era rimasto indietro.

Purtroppo un insieme di circostanze e molti altri fattori fecero sì che gli uomini della tribù non potessero tornare per ben due anni. Quando gli uomini si accinsero a ripartire per il luogo in cui speravano di ritrovare fra i superstiti le persone che amavano e che avevano dovuto lasciare, decisero che avrebbero svolto tutti insieme una cerimonia di ringraziamento per rendere onore ai doni che quella gente aveva concesso alla tribù restando indietro. Al loro arrivo scoprirono con gioia e sorpresa che non solo l’intero gruppo di donne era sopravvissuto, ma che, durante i due anni trascorsi, alcune di esse avevano concepito un figlio senza che il seme maschile avesse contribuito all’evento. Inizialmente questo fu un mistero per la tribù, perciò pregarono per ricevere un sogno di gruppo.

Il sogno venne e mostrò alla tribù che era stato il potere del pensiero a permettere alle cellule delle donne che lo desideravano di concepire la vita.

Recenti ricerche hanno dimostrato che questa vecchia storia che si raccontava 150 anni fa può contenere ben più di quanto sembri. In condizioni di laboratori, degli ovuli femminili sono stati toccati meccanicamente in modo da mettere nelle cellule la convinzione che fosse occorso il concepimento e, con quella convinzione, le cellule hanno cominciato a dividersi. Il concepimento può veramente avvenire senza l’intervento del seme maschile.

E’ possibile che il potere del nostro pensiero sia così grande da permetterci perfino di dare origine alla vita nell’organismo umano?

tratto dalla trascrizione della videoconferenza “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden
Fonte: http://www.stazioneceleste.it
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mariposa azul
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Re: il dono della benedizione

Messaggioda mariposa azul » 08/04/2014, 21:18

Notevole questo scritto...il dono della benedizione, nel momento in cui sarà nostro, tireremo fuori i fazzoletti! sì proprio vero, non è semplice arrivare a benedire tutto ciò che ci capita, l'ho fatto in tante occasioni, ma per altre stento ancora ad accettare e ad entrare in questo flusso. Ma va bene così...tutto è perfettamente attinente al momento in cui sto vivendo. Arriverà il momento in cui questo sarà un modo normale di vivere e di affrontare la realtà, lo auguro a me e a tutti noi. Grazie cara Drago, come mi sembrano lontani i tempi in cui si esternavano in questo forum le emozioni più contrastanti e anche in modo forte! Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quando bastava una parola non compresa a fondo per farmi adombrare. Mi viene da sorridere se ci penso. Un abbraccio grande grande :emtc110:
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

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sharhazad
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Re: il dono della benedizione

Messaggioda sharhazad » 08/04/2014, 22:19

molto toccanti queste parole....
dice bene Arcansiel che non è facile benedire tutto.....
ma penso che ci si deve arrivare poco per volta......
incomincio col benedire ,visto che esiste......una cosa e una persona che mi ha ferita.....
lo riconosco...esiste....la benedico!!!!!
..e continuo la mia vita.......
grazie città......
perdonami...grazie..ti voglio bene!!!!!

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drago-lontra blu
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Re: il dono della benedizione

Messaggioda drago-lontra blu » 09/04/2014, 12:43

Cio che accade nel mondo o i fatti di cronaca difficilmente sono commentati sul forum a meno che non siano portatori di benessere, vedi la firma relativa alla fine della caccia alle balene.
Il vissuto personale è parte di noi, volerlo condividere l'ho sempre ritenuto dono prezioso, cosi' come le opinioni su diversi argomenti, quello che succede è che male si accettano le idee degli altri quando sono discordanti dalle proprie, e il modo(anche il mio senza dubbio) di argomentare essendo cosi' soggettivo lascia spazio a quelle che possono sembrare, specie in chi poco ci conosce, risposte aggressive.
Quando si sceglie di vedere la critica e non l'opinione, il risutato può essere uno solo.
Quando manca l'accettazione che il proprio pensiero sia su onde differenti da quello altrui e che va bene cosi' , il risultato può essere uno solo.
Divergenze personali sono state sistemate andando oltre a tutto questo lasciando spazio al rispetto passando anche attraverso forti discussioni, ma serve sempre l'apertura di cuore per comprendere quello che è successo.

E' lungo il cammino della comprensione reciproca, dello scambio senza aggressività e su un forum manca il frutto della conoscenza personale, tutto è affidato al web e alla voglia di intrecciare un contatto.
Gabry carissima, dici bene, ne è passata di acqua sotto i ponti ma non siamo poi cosi' cambiati, almeno, su certi aspetti, siamo gli stessi di sempre vediamo un po':
. :emtc161: :emtc163: :emtc75: :emtc17: :emtc169: :emtc41: :emtc68: :emtc74: :emtc77: :emtc84:
se manca qualcosa aggiungi pure gh gh gh gh. :emtc5:

ciao Sha, io con le bollette davvero non ce la posso fare, dovrò lavorarci su parecchio :emtc8: :emtc8:
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sharhazad
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Re: il dono della benedizione

Messaggioda sharhazad » 09/04/2014, 13:02

................bollette?????troppo impegno!!!!!!
è vero che il cammino è lungo... :emtc168: :emtc168: :emtc168: :emtc168:
però,come dici tu Drago,il condividere una parte della nostra vita,dei nostri pensieri...dei dubbi...incertezze....
parlarne aiuta tantissimo..se non altro ...hai una marcia in più per cambiare.....
e sai che c'è sempre qualcuno che con una parola,un esempio ti aiuta..... :emtc5: :emtc5:
Non è facile apprendere tutto...e in fretta,
dici bene...lassù...nel tuo primo post, che questa accettazione,benedizione..
non sempre riesce subito..ma il fatto di prenderla in considerazione quando ti torna alla mente e benedirla.....
.........riprovare,benedirla ancora...anche se non si capisce che posto abbia.....
però è vero che ti dà un senso di liberazione.......
le farfalle nello stomaco per un po' se ne vanno...... :emtc105: :emtc105:
Ma io credo che sono troppo sensibile(non lo dico per lodarmi)
se ho qualcosa(anche un quasi niente) con qualcuno.......
finchè non lo vedo sereno...
o ho capito cosa abbia.....non sono in perfetto stato!!!!
devo lavorare anch'io su questa cosa.....perché porta disagio solo a me!!!! :emtc114:
un abbraccio :emtc118:
perdonami...grazie..ti voglio bene!!!!!

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drago-lontra blu
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Re: il dono della benedizione

Messaggioda drago-lontra blu » 09/04/2014, 13:06

........riprovare,benedirla ancora...anche se non si capisce che posto abbia.....
però è vero che ti dà un senso di liberazione..


hai trovato la chiave di volta Sha, l'hai trovata. :emtc110:
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