Un po' perché sono stata cresciuta a suon di "tutto quel che ti succede succede perché sei in grado di affrontarlo e se credi di no è solo la tua paura a fartelo credere", un po' perché appunto tanto tutto si ripresenta, ho preso la (buona) abitudine di non evitare i momenti difficili, e in generale quelle cose di me (o "verso" me) che mi facevano venire quell'istinto di tenere i piedi ben saldi e fermi per stare sospesa nel tentativo di cercare un modo per glissare quel che avevo davanti, come se potesse servire a qualcosa. E invece non solo non serviva, ma semmai seminava qualche danno (possibilmente a me sola, la "protezione" degli altri da mie azioni che potessero nuocere a qualcuno per fortuna è sempre stata più forte...e se di qualcosa non mi sono accorta, non me ne sono accorta

! ). In un certo momento della mia vita sono tornata a cercare tutto quel che avevo evitato; l'ho proprio fatto apposta, perché sapevo da dove da cosa o da chi mi era successo di fuggire; e stare ad aspettare che si ripresentassero situazioni persone o eventi mi dava solo un pensiero in più, come di un conto aperto che tanto sapevo di dover chiudere. E molte cose sono "andate", leggere. Mentre ce n è un paio ancora "in sospeso", come parcheggiate, che guardo e osservo ma che sono ancora lì; e sono legate alla stessa "radice": una lezione che mi risulta difficile un gran bel po'