Messaggioda nonnoettore » 13/07/2013, 22:52
Finalmente ho visto il film del romanzo "tre millimetri al giorno" di Richard Matheson
riporto le ultime parole del protagonista
quando si accorge di aver raggiunto dimensione "zero".
Sono un riassunto di riflessioni che caratterizzano un totale cambiamento
mentale dell'interprete.
Non sono abituato a riportare le frasi e i pensieri degli altri
però questa volta lo faccio volentieri.
"Ma sarei ancora rimpicciolito, fino diventare cosa? Un infinitesimale? Cosa ero io? Ancora un essere umano? O forse ero l’uomo del futuro? Sono così vicini l’infinitesimale e l’infinito. Ma ad un tratto capii che erano due termini di un medesimo concetto. Lo spazio più piccolo e lo spazio più vasto erano nella mia mente i punti di unione di un gigantesco cerchio. Guardai in alto come per cercare di aggrapparmi al cielo: l’Universo, mondi da non finir mai, l’arazzo argenteo di Dio sul cielo notturno. E in quel momento trovai la soluzione all’enigma dell’infinito. Avevo sempre pensato nei limiti della mente umana, avevo ragionato sulla natura. L’esistenza ha principio e fine nel pensiero umano, non nella natura. Sciogliersi, diventare il nulla, le mie paure svanivano, e venivano a sostituirle l’accettazione. La vasta maestà del creato doveva avere un significato, un significato che io dovevo darle. Sì. Più piccolo del più piccolo avevo un significato anch'io. Giunti a Dio non vi è il nulla: io esisto ancora."
nonnoettore