In quanto al sentirsi inadeguati potrei scrivere un libro
Fino a quarant'anni sono stata un esempio vivente di una malattia per niente rara e curabile con un po' di impegno, la SDM ovvero la sindrome da merdaccia

Mi sentivo sbagliata in tutte le situazioni, incapace, mai all'altezza degli altri e mi nascondevo al mondo, avevo i giorni da armadio, giorni in cui mi sarei chiusa in un armadio e ciao peppina. Giorni?, Settimane?... Mesi ecc.
Ho lavorato, ho capito da dove arrivava, e puff puff arranc arranc sono uscita allo scoperto. Quasi, ogni tanto il senso di sentirmi inadeguata saltava fuori e ancora oggi è in agguato ma va molto meglio.
"Sentire" Michele in me ha cambiato molte cose, sapere di essere qui per un motivo, mettere il mio impegno e la mia disponibilità per aiutare il cambiamento, anche semplicemente tornando a splendere, ha cambiato qualcosa. Ci sono lavori in corso e forse ce ne saranno sempre, qualche buca da asfaltare, qualche aiuola da sistemare, ma la strada è ben illuminata e pulita.
Ora comprendo chi sono e dove sono, e amo. Una cosa non mi sono mai chiesta... come sia possibile che sia stata scelta, insieme a tanti altri, per portare la luce di Michael, non me lo sono mai chiesto e ora che ci penso mi sembra anche strano. Ma è così, forse è qualcosa di innato e il giorno in cui l'ho scoperto è stato bellissimo.
Ma ogni tanto una conferma fa bene.
Vi racconto una cosa che mi ha dato una grossa mano. Chi mi conosce e mi ama mi dice sempre che ho la frequenza michelica, che la porto in me, che agisco in suo nome e tante cose molto intense. Ma voi lo sapete, mi conoscete e sapete la mia storia.
Un giorno sono andata alla presentazione di un libro, scritto da una persona che non avevo mai visto in vita mia e che non sapeva nulla di me. Oltretutto è un lontano cugino, le nostre nonne erano sorelle e io l'ho saputo poco prima. Lui ha connessioni molto forti con Arcangeli e Maestri. Metteva la dedica a chi comprava il libro, chiedeva un attimo gli occhi, sentiva la persona e scriveva qualcosa di adeguato. Poi firmava e faceva firmare al suo compagno di lavoro e di vita.
Quando mi avvicino e gli porgo il libro, lui scrive Cara Tiziana, poi si ferma, mi guarda e dice una sola parola: Michele. E prosegue ma non era più lui a scrivere. Quelle parole in cui Michael mi dice che ho risposto alla sua chiamata, che quello che faccio sarà sempre più necessario, la firma "Noi siamo Uno, Michael", mi hanno fatto sentire un vortice d'amore che non mi abbandona. Il compagno si avvicina per firmare e lui lo ferma dicendo "non ho scritto io, è firmato da Michele".
Quella pagina è incorniciata ed è appesa davanti ai miei occhi, qui dove scrivo, per ricordarmi. Per ricordarmi che devo essere serena, andare avanti con tutto l'amore e la forza di luce che ho dentro.
Mi capita ancora di pensare di non avere abbastanza strumenti o di non avere conoscenze o di non essere tecnicamente abbastanza brava e allora sorrido pensando che in fondo serve anche questo per non cadere nella presunzione o simili. Sorrido e penso a tutti noi, esseri luminosi che indossiamo questa tuta fatta di carne e pensiero per camminare in questa realtà e, a volte, ci identifichiamo talmente tanto nei nostri problemi da dimenticare chi e cosa siamo.
Sorrido, cammino e amo.
