le donne nelle tribù indiane

Le tradizioni e la spiritualità degli Indiani d'America
full moon

le donne nelle tribù indiane

Messaggioda full moon » 09/10/2012, 16:04

io sono amante della cultura indiana, forse già sapete che:
(SCRITTO DA BLUINDIAN)
In quasi tutte le tribu’ native americane, le donne erano il motore economico della tribù e garantivano il buon andamento della vita quotidiana. In alcune tribù la famiglia era matriarcale (negli Apache, ad esempio).
I loro compiti erano innumerevoli: scuoiavano animali, affumicavano la carne, confezionavano tutti gli indumenti, anche i mocassini, erano espertissime conciatrici di pelli: riuscivano a renderla morbida come un tessuto (una donna riusciva a conciare 4 pelli di montone all’anno), e poi raccoglievano la frutta, pestavano il mais e il miglio, cucinavano, montavano e smontavano le tende, e, naturalmente, accudivano i figli. Le donne indiane avevano molta cura dei loro piccoli e non si limitavano ad assicurare loro la sopravvivenza: facevano di tutto per rendere la vita bella e piacevole. Per quanto riguarda i piccoli del il popolo delle Pianure, probabilmente nessuna infanzia è stata piu’ felice : non c’erano bambini piu’ coccolati, viziati, protetti e liberi. Senza scuola, senza orari, senza disciplina convenzionale.. i bambini attraverso il gioco apprendevano le arti, la tecnica, le tradizioni, la cultura collettiva. Ed erano tutte le donne della tribù a prendersi cura del bambino, fino alla sua adolescenza.
Le donne erano anche quelle che massaggiavano i bambini piu’ volte al giorno soprattutto nei gelidi inverni delle pianure, erano quelle che per riparare i piccoli dal gelo, usavano il grasso di bisonte, e che pensavano a raccogliere il muschio fresco e assorbente che fungeva da pannolino per i piu’ piccoli.
Erano ancora le donne a realizzare (di solito durante la gravidanza) e a servirsi poi, caricandoli poi sulle spalle, bellissimi porta-enfant di morbida pelle di cerbiatto arricchita di piccolissime perline multicolori.
Tra le puerpere c’era molta solidarietà: se una non aveva abbastanza latte per nutrire il proprio bambino, ce n’era sempre un’ altra che ne aveva in eccesso e che fungeva da balia. La sera, per far addormentare i piccoli cantavano lunghe nenie. Per i problemi meno importanti, come coliche o dolori per la dentizione, erano sempre le donne a fungere da pediatre e curare il bambino con erbe medicinali, (gli analgesici piu’ usati erano la salvia e le foglie di salice).
Il cibo era sempre pronto e abbondante, conservato cotto in modo da poter essere servito in qualsiasi momento. Infatti non era destinato soltanto al consumo della famiglia, ma di chiunque arrivasse, forestieri o parenti.
Nella vita sociale degli indiani il saper preparare e servire il cibo era molto importante. Attraverso l’offerta e la condivisione del cibo, si rinsaldavano i vincoli tra l’uomo di famiglia sia con i capi del gruppo, che con i parenti della moglie.
Tutti i compiti delle donne erano considerati onorevoli e dignitosi. Nessun lavoro era ritenuto servile .
In effetti le donne erano oggetto di premure e di attenzioni: a cominciare dal mattino quando il marito spazzolava i capelli alla moglie (con una coda di porcospino attaccata ad un impugnatura decorata), le faceva le trecce e le dipingeva il viso (se dopo divenne una questione di moda, all’inizio questo cominciò per il fatto che molte donne lakota avevano una carnagione bellissima e molto delicata che mal sopportava il vento caldo e il sole bruciante delle pianure).
Il matrimonio era tenuto in grande considerazione presso i Sioux. La celebrazione (se così si può chiamare) consisteva nel fatto che il fidanzato andava a prendere la ragazza nel tepee dove alloggiava con la sua famiglia e la portava nella loro tenda (preparata precedentemente dalle donne imparentate con la sposa).
Lei dava subito dimostrazione di essere a casa sua: accendeva il fuoco al centro della tenda, sedendosi al posto della moglie a destra del focolare, di fronte si sedeva il marito, nel posto proprio del capofamiglia. Senza altre formalità erano marito e moglie.
Il matrimonio doveva essere consenziente, poteva esserci un accordo tra la famiglia di lei e quella dello sposo oppure si poteva fuggire mettendo entrambe le famiglie di fronte al fatto compiuto o ancora, in casi estremi, la donna veniva rapita direttamente, senza perdere tempo.
Anche se spesso si creavano chiacchiere e “inciuci”, non appena la sposa rimaneva incinta, tutto si metteva a tacere. Una madre conquistava automaticamente il massimo del rispetto collettivo.
La professione di madre era tenuta in grande considerazione e rispetto al punto che nel momento in cui la donna si rendeva conto di essere incinta, troncava i rapporti sessuali con il marito (cosa che non creava tensioni né contrasti: le premure dello sposo rimanevano immutate). Una volta avuto il bambino, i genitori si preoccupavano di non metterne in cantiere un altro almeno fino a quando il precedente non avesse raggiunto l’età di 5-6 anni in modo che potesse avere tutte le attenzioni possibili e che la donna non si sfiancasse troppo.
La moglie non prendeva il nome del marito né del suo clan. I bambini appartenevano al clan della madre.
Se la cerimonia del matrimonio era piuttosto semplice e diretta, il corteggiamento era invece un rito lungo e complicato: un metodo molto diffuso era quello di mettersi sulla via dell’acqua e aspettare che le donne passassero per attingere l’acqua o per lavare i panni, afferrare il lembo della sottana o colpirla a distanza con dei sassolini. Se lei rallentava il passo significava che il corteggiatore aveva il permesso di affiancarsi e parlarle, se non era interessata lo avrebbe ignorato .
Altro tipo di corteggiamento era quello della coperta: i corteggiatori si presentavano dopo il tramonto davanti al tepee della famiglia di lei e chiedevano di sedersi accanto alla ragazza, avvolgendola nella coperta. Se lei gradiva, la conversazione si prolungava, e non era raro che ci fosse qualche “approfondimento” reciproco della conoscenza del corpo dell’altro. Ma sempre da seduti. Era vietato sdraiarsi sotto la coperta. Se lei non gradiva, il corteggiatore veniva congedato in fretta.
La violenza sulle donne esisteva, ma era molto rara, forse anche perché la vendetta da parte della vittima era piuttosto dura e definitiva: le donne lakota, addestrate fin da piccole all’arte della macellazione, maneggiavano il coltello con molta facilità. Si può immaginare come potessero usare quest’abilità.. ma questa pratica non conveniva a nessuno: la donna che riusciva a compiere questa vendetta era tenuta a mantenere l’uomo castrato fino alla sua morte.
Per il divorzio nessun ricatto, nessuna spesa e nessuno avvocato: così come l’entrata della donna sanciva il suo ruolo di sposa, l’uscita dal tepee con le proprie masserizie significava la rottura del legame matrimoniale.
Al marito non restava altro che “suonare il tamburo”: si portava al centro dei cerchi di tende e gridava “questa donna non è piu’ mia. Chi la vuole se la prenda” . Se era la moglie a essere stanca del marito, lo buttava semplicemente fuori dal tepee e, se voleva, accoglierci un altro uomo non doveva dare nessuna spiegazione.
Nessun “avvocato” neanche per la spartizione dei beni: giacchè la terra non apparteneva a nessuno, non c’erano nè terre nè proprietà da dividere. Semplicemente alla donna spettavano oltre la tenda (che già era sua), un cavallo da carico, tutte le suppellettili domestiche, tutti i coltelli tranne quelli da caccia e tutte le pelli che aveva conciato durane la vita matrimoniale (tranne quelle conciate esclusivamente per il marito). A lui spettavano il piumaggio, le armi, i cavalli da caccia e da guerra. Neanche troppe storie per l’affidamento dei figli: i piccoli, quelli che ancora dovevano arrivare alla pubertà, restavano con la madre, i piu’ grandicelli andavano col padre.
In genere i divorzi erano dovuti ai tradimenti, ma se un marito infedele non poteva essere punito dalla propria donna (che aveva solo il diritto di andare in collera e di divorziare), per una donna infedele la punizione era peggiore : al primo tradimento il marito aveva il diritto di tagliarle una treccia (due se era particolarmente geloso) e se l’infedeltà era recidiva poteva arrivare a mutilarla tagliandole via il naso.
L’uomo in teoria poteva avere piu’ mogli ma erano casi rarissimi. E se succedeva era soltanto se la prima moglie era anziana e lui un guerriero ricco con molti cavalli. Era costretto infatti a mantenere tutti i parenti delle varie mogli. Avere molte moglie era anche un investimento economico: se una donna da sola conciava 4 pelli l’anno, più donne, naturalmente, avrebbero conciato piu’ pelli.
Le donne lakota erano di solito silenziose e riservate e in genere non partecipavano alla vita pubblica, ma una donna anziana e saggia o che aveva mostrato un particolare coraggio, poteva diventare parte del Consiglio Tribale.
La donna era per noi una torre di forza spirituale e morale, fino all'arrivo dell' uomo bianco, dei soldati e dei traditori che con forti bevande piegarono l'onore degli uomini e attraverso il loro potere senza valore acquistarono la virtù delle nostre mogli e figlie.
Quando caddero loro, l'intera razza cadde con loro… (Ohiyesa, Santee Dakota)



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drago-lontra blu
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Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda drago-lontra blu » 09/10/2012, 20:40

la donna che riusciva a compiere questa vendetta era tenuta a mantenere l’uomo castrato fino alla sua morte.
:emtc35:


Mha, guarda caso il mio sarebbe morto dopo pochi giorni. Mica li conosco tutti i funghi. gh ghghhhhh :ragnetto:

Grazie Moony, bell'articolo di approfondimento. :emtc104:
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shanti
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Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda shanti » 10/10/2012, 20:31

eh eh eh ti ho vista cucinare i funghi con una certa espressione sul vio :emtc8:

Grazie per l'approfondimento, mi piace tutto ciò che è relativo a questa cultura. :emtc46:
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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mariposa azul
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Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda mariposa azul » 10/10/2012, 21:57

Grazie Full Moon molto interessante tutto ciò che hai scritto, erano notizie che non conoscevo e mi fa piacere sapere che le donne erano circondate da tante attenzioni...cosa abbastanza rara nelle epoche passate. :emtc104: :emtc106:
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

firefox12974

Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda firefox12974 » 21/12/2012, 14:50

Ciao Full Moon interessantissimo il pezzo che hai postato mi piacciono molto le informazioni inerenti alle tribù indiane che trovo di una saggezza e una semplicità pazzesche oltre che spirituali (pur non tralasciando che avevano pure loro i loro difetti culturali e personali come ogni cultura esistente..nessuno è perfetto)... nella speranza di fare cosa gradita vorrei portare anche io il mio umile contributo alla discussione anche se non so se possa interessarvi.
Girando per internet ho trovato questo sito (piuttosto semplice) che mi pare abbia aperto da poco e che tratta di indiani d'America e la loro cultura (la cultura degli indiani di solito non viene trattata molto perché da quanto ho capito non interessa granché alla gente ma si preferisce mettere foto, video, musica che "tirano" di più....mah..vabbè comunque inerente alla discussione sulle donne indiane ho trovato questo post

donne tribù indiane

Kshatriya Chandra

Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda Kshatriya Chandra » 02/03/2013, 14:20

Che bello questo post!
Da mamma, non posso che apprezzare e sottolineare soprattutto la parte in cui parla della crescita dei bambini. Sono vista come quella strana perché ho sempre tenuto ad "alto contatto" i miei figli: l'ultima, che ha 8 mesi, vive in simbiosi con me: la porto in fascia, la coccolo... ed è una bimba serena, che non piange quasi mai. Spesso vengo accusata di rendere i miei figli troppo dipendenti da me (nonostante le stesse persone si rendano conto che i tre più grandi, adolescenti, sono ragazzi equilibrati, non viziati, ma indipendenti e sani, affettuosi ma senza essere insicuri). Questo post mi ha fatto riflettere: neppure i detrattori del popolo dei nativi americani possono affermare che i ragazzi crescessero viziati e non indipendenti. Che bello! Ho un nuovo argomento a sostegno della mia tesi... quella che dice che l'amore non è mai dannoso. :)

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sharhazad
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Re: le donne nelle tribù indiane

Messaggioda sharhazad » 02/03/2013, 15:52

bellissime queste parole sulle donne indiane.......
ci sarebbe qualcosina da imparare anche ai nostri giorni....
grazie moon...
perdonami...grazie..ti voglio bene!!!!!


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