In tutti i santuari iniziatici del passato, molto prima di Gesù, gli ierofanti rivelavano ai loro discepoli come risuscitare per poter accedere al rango degli immortali. Gli Iniziati hanno dapprima studiato la resurrezione della natura, che è sempre stata la loro guida. Osservando la natura e la metamorfosi del bruco in farfalla, per dare un esempio, o del seme che deve morire per fruttificare, hanno afferrato i suoi insegnamenti.
“ Se non morrete, non vivrete”, disse Gesù. Il concetto di resurrezione è obbligatoriamente legato a quello di morte, di disgregazione. Fintanto che il seme non muore, si oppone alla manifestazione di quella potenza di vita che cela in sé. Nell’uomo, è la sua natura inferiore che deve morire, per lasciare il posto allo spirito, a quel principio divino che trova così la possibilità di liberarsi per agire e trasformare il tutto.
Fonte: “Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica” di Aivanhov
