Messaggioda aquilabaleno » 23/06/2012, 12:03
Splendida questa frase Prema! Ma credo che qui Scardovelli sia stato un po' frainteso...
Devadasi, capisco le tue considerazioni ma al di là del titolo che io ho dato per sintesi a questo post... Mauro Scardovelli (è uno psicoterapeuta) non parla di rifiuto dell'Ego, ma invita al discernimento.
Quando dice di sollevarsi e guardare la situazione dall'alto, significa prendere un attimo le distanze per vedere tutto quello che sta avvenendo...nell'esempio specifico, significa accorgersi sia della danza egoica dell'altro sia ricordare e considerare che l'altro non è solo ego ma ha anche l'anima, cioè qualità e aperture agli altri (soltanto in quel momento non manifeste).
Questa presa di distanza compassionevole in un momento di conflitto, comporta 2 cose:
- non partecipare alla danza egoica, all'impulso di DIFENDERSI dalle parole dell'altro (in genere la difesa avviene in 2 modi: o con l'attacco o con l' evitamento).
Infatti a che serve difendersi se si è a posto?
La vulnerabilità è una mancanza di discernimento su di sè, un breve annebbiamento. L'anima sa che è intoccabile, siamo noi che lo dimentichiamo.
- non prendere troppo seriamente l'Ego altrui, tanto da ferirci. Saper distinguere cosa viene detto dall'anima e cosa dall'Ego. E fare con oculatezza la nostra scelta: a chi diamo la nostra fiducia? A chi ci parla per Ego o attraverso l'anima?
Quando Scardovelli parla di Ego come parassita, in altri video si comprende meglio... da quello che ho capito intende dire che l'Ego è come un sistema (nato innanzitutto per esigenze di autodifesa) che si innesta come un parassita nel cervello, nella cabina di comando, e condiziona in modo abitudinario le nostre REAZIONI alla vita...per cui si è in uno stato di addormentamento, e non di vivo discernimento.
Quello che scrivi tu sul fenomeno dello specchio è anche vero (e Scardovelli ne parla altrove)... ma credo che un lavoro non precluda l'altro. Quello che dici tu serve per lavorare su di sè, dall'interno, ed è il primo gradino. Ma anche quello proposto in questo video è lavoro su di sè, direi che è il secondo gradino.
Credo che la sequenza possa essere questa.
L'altro mi provoca (o mi invita a una danza egoica)
Vedo l'Ego.
Mi fa da specchio.
Riconosco una parte di me, e ne ho compassione.
Per fare questo, c'è già un osservatore (infatti guarda da fuori la situazione) e tengo in conto la presenza nell'altro di altre qualità dell'essere non inquinate (anima) anche se non immediatamente visibili.
Decido a chi affidare la mia fiducia...a chi dare il mio voto.
Rifiuto di partecipare ai "botta e risposta" egoici.
C'è una frase di una canzone che mi piace molto "non credere a niente che non sia amore" (Jovanotti).
Mi fa pensare a questo... non credere a niente che non sia anima.
E se qualcuno parla per Ego, non ci cascare...porta pazienza....
un abbraccio e grazie per le vostre considerazioni
"...ma quelli che sperano nell’Eterno acquistan nuove forze, s’alzano a volo come aquile; corrono e non si stancano, camminano e non s’affaticano." Isaia, 40,31