
Stavo leggendo l'ultimo libro di Fabio Volo e mi sono imbattuto in un passaggio, in un dialogo tra amiche, che mi ha colpito e ho provato l'irrefrenabile impulso di condividerlo con voi. Non so perché ma non ho nemmeno voglia di chiedermelo. Semplicemente, lo faccio.
Buonanotte a tutte voi, anime bellissime! Buonanotte in questa mia notte amanuense eheheh...

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"... A te piace rinunciare, ti piace sacrificarti. Lo sai anche tu."
"Ancora con questa storia?"
Da anni Carla sosteneva che io usassi la rinuncia come credito. Secondo lei, io mi sacrificavo per qualcuno perché l'altra persona si sentisse in debito con me.
"Fossi in te, a questo punto della vita mi butterei. Mi concederei il lusso di provare. Hai sempre fatto quello che tutti ritenevano fosse giusto. Concediti un errore: lo spazio di un errore è uno spazio di crescita."
"Che tipo che sei... Ma se so già che è un errore, perché lo dovrei fare?"
"L'errore in sé conta poco, conta come diventiamo dopo quell'errore, come incide su di noi, come ci rende. Magari ti migliora. Chi può dirlo? Dài, Elena, per una volta nella vita fai una cosa anche se non ha senso."
"A cosa mi può servire fare una cosa che so già che non ha senso?"
"Non è che nella vita si fanno le cose solo se servono a qualcosa. E' un gioco... ma tu quando giocavi da bambina avevi bisogno di sapere a cosa serviva?"
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