le vie cave etrusche

I luoghi dove le energie sono "speciali" ed è più facile entrare in connessione col proprio Sé e con gli Esseri di Luce
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drago-lontra blu
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le vie cave etrusche

Messaggioda drago-lontra blu » 10/05/2012, 21:12

Altri luoghi abbastanza misteriosi per origine e significato, sono le Tagliate Etrusche.

Disseminate in tutta la Toscana e il Lazio, sono vere e proprie vie cave intagliate nella roccia. Sono state avanzate alcune ipotesi, ma tutte fumose e poco convincenti. E' noto che la religione etrusca fosse impregnata di concetti divinatori ed esisteva un vero corpus letterario che i Romani chiamarono "Disciplina etrusca". Erano abili minatori e molto del loro sapere era attribuito alla terra. La leggenda narra che il dio Tàges, sotto le spoglie di neonato, era apparso tra le zolle del campo che il leggendario eroe Tarconte, stava arando. Il fanciullo spiegò i segreti della divinazione da cui il nome Disciplina Tagetica. E' verosimile che le vie cave, seguano vere e proprie linee di forza e i luoghi del culto, oggi abbandonati e spesso irraggiungibili, fossero luoghi di alta energia. Come nel caso dei luoghi prescelti dagli stiliti, sarebbe interessante valutare il reale stato energetico delle vie cave.

da http://www.sergiocostanzo.it

vi posto una foto, ma sevolete una bellissima panoramica su queste vere meraviglie che sono presenti soltanto in Italia ecco il link tutto da guardare.
http://www.etruschi.name/via_cava/via_c ... na_it.html

Una celebre via etrusca “Tagliata” e scavata nel tufo nella necropoli di Cerveteri venne battezzata in tempi moderni “via degli Inferi”, con un ovvio riferimento al carattere funerario di quel percorso, posto nel bel mezzo della necropoli. Possiamo immaginare le processioni funerarie che vi venivano svolte, in onore dei defunti, degli antenati e degli dèi della Terra, che si riteneva avessero dimora nel sottosuolo, il mondo sotterraneo di Aita (Ade) e Phersipnai (Persefone). Sappiamo che il culto etrusco degli antenati, talvolta anche divinizzati, era tra le più rilevanti espressioni religiose del popolo tirrenico. Così possiamo ritrovare altre vie “tagliate” nel tufo presso la maggior parte delle necropoli dell’Etruria rupestre. La regione dove si ritrova il maggior numero di questi percorsi sacri è la media valle del Fiora, tra Pitigliano, Sovana e Sorano. Le ‘tagliate’ etrusche sono qui chiamate ‘vie cave’, con il senso di vie ‘scavate’ nel tufo. In molti casi le proporzioni di questi percorsi sono davvero eccezionali, spesso si presentano come oscuri e giganteschi corridoi, profondi anche più di venti metri, lunghi intorno ai quattrocento metri. Ma queste misure non sono mai le stesse, e le stesse vie sono diverse l’una dall’altra. Un elemento sempre ricorrente è la presenza di una necropoli. La via cava taglia in due (o più) parti la necropoli, attraversandola con un percorso che, spesso, continua in passaggi secondari o addirittura in vie parallele, così da attraversare tutta l’area funeraria. Un buon esempio di ciò lo si può vedere nella grande necropoli di Poggio Prisca, tra la tomba Ildebranda e il Cavone. In questi luoghi è possibile riconoscere l’originario impianto viario etrusco di “vie cave”, tagliate nel tufo per poter rendere accessibili le numerose necropoli che, da Poggio Prisca, si susseguono numerose sino a Poggio Stanziale. Soltanto in quest’area si contano ben cinque tagliate etrusche. Due principali: la via cava di Poggio Prisca e il Cavone. Tre secondarie, una parallela al Cavone e altre due che da questa giungono sino alla necropoli di Poggio Stanziale. Tutte e cinque le vie cave attraversano una diversa necropoli, disegnando un itinerario di percorsi sacri in connessione con altrettanti luoghi sacri. Credere, come ha fatto qualcuno, che questi percorsi siano il frutto di una ‘normale’ viabilità, per mettere in comunicazione gli altipiani con i fondovalle o addirittura per creare collegamenti viari in direzione di mete lontane –il monte Amiata o Vulci- sembra assai poco probabile. Infatti sembra facilmente dimostrabile che la sacralità di queste vie sia riconoscibile dalla immancabile presenza di necropoli, che furono i principali luoghi di culto degli etruschi. E’ anche evidente che le cinque vie cave tagliate intorno a Poggio Prisca e Poggio Stanziale sono vie che collegano le diverse necropoli e non vie di raccordo per andare sul monte Amiata o in località ancora più improbabili. La continua presenza di sepolcri etruschi, anche importanti e monumentali, intorno al percorso di queste cinque vie cave è l’indizio più probante che si è in presenza di un percorso sacro, di vie processionali, di una singolare viabilità semisotterranea che ben si addice alla spiritualità di epoca etrusca, profondamente in connessione con la Terra e il sottosuolo, ritenuti la sede concreta e fisica di una grande dea creatrice, la madre terra.
(Testo di Giovanni Feo tratto da Colline Oggi
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