
Nel 2005 trovo in un gattile due micine rosse intorno ai tre mesi, abbandonate da poco. Molto domestiche e socievoli, fanno le fusa a guardarle

Le porto a casa con me, e le chiamo Matilde e Mafalda, in attesa che le loro personalità mi suggeriscano soprannomi più..."calzanti".
Dopo una settimana che le ho in casa, la Tata inizia a vomitare, poi comincia anche Mafaldina...solo che lei non smette più. Vomita ogni ora e un quarto, ci si può regolare l'orologio. I viaggi alla clinica veterinaria (quindi aperta h24) si susseguono per lastre, flebo, antibiotici, antiemetici: bisogna accettare la diagnosi che facciamo di tutto per escludere, gastroenterite virale. Dopo un giorno e mezzo, nonostante tutte le cure concepibili, la piccolina muore sotto i miei occhi.
Quella notte Tata manifesta subito la sua attitudine da Guaritore: dorme incollata alla mia faccia, e quando piango mi lecca via le lacrime facendo le fusa. Aveva tre mesi. Nessuno mi aveva mai consolato così.

Il nostro rapporto diventa (ed è ancora tuttoggi) al limite del telepatico: la sua è una tenerezza struggente, nonostante sotto ci sia un caratterino di tutto rispetto, prima della sterilizzazione faceva le fusa persino al veterinario. Non so spiegare l'intensità del nostro legame: ho sempre avuto gatti anche da ragazza, e sono stati tutti speciali a loro modo. Ma la Tata...è qualcosa che va oltre, non so dire altro. Quando ho avuto una brutta giornata, o quando sono malata, lei mi si incolla subito addosso, e quando canalizzo arriva tutta fuseggiante a partecipare alla sessione. Ha una passione spiccata per l'angelite: quando spargo le pietre sul tavolo, lei sceglie l'angelite e ci si accoccola sopra. Potessi portarla con me quando vado per cristalli, mi aiuterebbe sicuramente a scegliere!

Cesira (detta La Gufa)

Dopo la morte di Mafaldina decido subito di prendere un altro gatto: la Tata ha sempre avuto una sorellina vicino, e la mia intenzione era di adottare due gatti perché potessero giocare e farsi compagnia mentre sono al lavoro. Scongiurati tutti i rischi di trasmissione della gastroenterite virale ad un eventuale nuovo arrivo, torno al gattile.
Non so se ci siete mai stati, e se vivete l'esperienza come me: io esco di lì ribaltata che ne basta la metà, fondamentalmente perché vorrei portarli a casa tutti-ma-proprio-tutti. Mentre annaspo tra una gabbia e l'altra, scorgo una cosa tutta nera, che sembra sparata fuori da un cannone: ha la zampa appoggiata alla rete e mi fissa facendo fusa fortissime. Sento la mia voce dire qualcosa tipo: "me la incarta per favore?"
L'inserimento in casa è veloce, ma questa signora mostra fin da subito tutta la sua Personalità: una corpivendola da Guinness dei primati. Gelosissima della Tata, che ignora quando va bene, mi considera roba sua, e non concepisce di dividermi con chicchessia. Abitiamo in un monolocale, non sono molti i posti dove possa sottrarmi alla loro vista, ma la Gufa mi segue ovunque, persino sotto la doccia; reclama le mie attenzioni mentre sto lavando i denti, o i piatti, quando non la guardo come vorrebbe inizia a combinare tutti i guai possibili per richiamarmi sul pezzo. Un personaggione di tutto rispetto insomma...eppure è una parte imprescindibile di me, come lo è la Tata, anche se in modo diverso. A me piace pensare che siano i due lati di me.
Bene, ora se vi avanza una camicia di quelle bianche con le maniche che si incrociano sul davanti, io approfitterei...