riflessioni

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drago-lontra blu
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riflessioni

Messaggioda drago-lontra blu » 18/03/2012, 13:16


La conoscenza dei processi del profondo ha ben presto plasmato la mia relazione col mondo. Fondamentalmente, fu già nella mia infanzia quella che è oggi. Da bambino sentivo di essere solo, e lo sono ancora oggi, perché conosco cose e debbo riferirmi a cose delle quali gli altri apparentemente non conoscono nulla, e per lo più nemmeno vogliono conoscere nulla.

La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti, o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili. La solitudine cominciò con le esperienze dei miei primi sogni, e raggiunse il suo culmine al tempo in cui mi occupavo dell'inconscio. Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell'amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l'amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri.

L'uomo deve sentire che vive in un mondo che, per certi aspetti, è misterioso; che in esso avvengono e si sperimentano cose che restano inesplicabili, e non solo quelle che accadono nell'ambito di ciò che ci si attende. L'inatteso e l'inaudito appartengono a questo mondo. Per me, fin dal principio, il mondo è stato infinito e inafferrabile.

Ho penato molto a tener dietro ai miei pensieri. C'era in me un demone, e alla fine la sua presenza si è dimostrata decisiva. Mi dominava, e se a volte sono stato spietato, ciò è dipeso dal fatto che ero nelle sue mani. Non ho mai potuto posarmi, una volta raggiunta una meta. Ero costretto a proseguire per raggiungere la mia visione. E i miei contemporanei, non potendo naturalmente percepire la mia visione, hanno solo visto uno che correva all'impazzata.

Ho offeso molta gente, perché non appena mi accorgevo che non mi capivano, per me era finita. Dovevo procedere per la mia strada. Non avevo pazienza con gli uomini, ad eccezione dei miei pazienti. Dovevo obbedire a una legge interna che mi si imponeva senza lasciarmi libertà di scelta. Naturalmente non le ho sempre obbedito. Chi potrebbe vivere senza essere mai incoerente?

Fui sempre presente e vicino per molti uomini, fino a che avevano qualche rapporto con il mio mondo interiore; poi poteva accadere che non fossi più vicino a loro, perché non vi era più nulla che ci legasse. Fui capace di interessarmi intensamente di molti uomini; ma non appena ero penetrato in loro, l'incantesimo finiva. In tal modo mi feci molti nemici. Ma un uomo dotato di spirito creativo ha poco potere sulla sua vita. Non è libero. E' incatenato e spinto dal suo demone.

E questa mancanza di libertà è stata per me un gran tormento. Spesso mi è sembrato d'essere su un campo di battaglia.

Forse potrei dire: ho bisogno degli uomini molto più degli altri, e al tempo stesso molto meno. Quando il demone è all'opera, si è sempre troppo vicini e troppo lontani. Solo quando tace si può tenere il giusto mezzo.

Sono comunque soddisfatto del corso preso dalla mia vita. E' stata ricca, e mi ha dato molto. Come avrei potuto attendermi tanto? Non mi sono accadute che cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io stesso fossi stato diverso. Ma tutto è stato come doveva essere; perché tutto è avvenuto in quanto io sono come sono. Molte cose si sono realizzate secondo i miei progetti, ma non sempre a mio vantaggio: ma quasi tutto si è svolto naturalmente e per opera del destino. Devo pentirmi di molte stupidaggini provocate dalla mia ostinazione; ma se non fossi stato ostinato non avrei raggiunto la mia meta.

E così sono deluso e non lo sono. Sono deluso degli uomini e di me stesso. Dei primi ho appreso tante cose sorprendenti, e di me ho fatto più di quel che mi aspettassi. Non posso pronunciare un giudizio definitivo perché il fenomeno della vita e il fenomeno dell'uomo sono troppo grandi. Quanto più sono divenuto vecchio, tanto meno ho capito o saputo di me stesso.

Sono stupito, deluso, compiaciuto di me; sono afflitto, depresso, entusiasta. Sono tutte queste cose insieme, e non so tirare le somme. Sono incapace di stabilire un valore o un non-valore definitivo; non ho un giudizio da dare su me stesso e la mia vita. Non vi è nulla di cui mi senta veramente sicuro. Non ho convinzioni definitive, proprio di nulla. So solo che sono venuto al mondo e che esisto, e mi sembra di esservi stato trasportato. Esisto sul fondamento di qualche cosa che non conosco. Ma, nonostante tutte le incertezze, sento una solidità alla base dell'esistenza e una continuità nel mio modo di essere.

Il mondo nel quale siamo nati è brutale e crudele, e al tempo stesso di una divina bellezza.

:emtc110:




- da "Ricordi, sogni, riflessioni" di Carl Gustav Jung -


  tutto quanto avete letto avrei potuto farlo passare per mio, mi ci ritrovo benissimo e bene mi rispecchia. un bacione.  
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Naty

Re: riflessioni

Messaggioda Naty » 18/03/2012, 14:23

Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.

Grazie Drago Blu!!!!

Ciao ciao Naty

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mariposa azul
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Re: riflessioni

Messaggioda mariposa azul » 18/03/2012, 20:23

Jung ha scritto molto di sè sapendo di scrivere anche nel contempo per altri che leggevano ciò che lui aveva compreso; nonostante qui, in questo articolo scritto in vecchiaia, affermi di non conoscersi ancora.
Aveva imparato a penetrare nelle profondità della psiche di ogni uomo ricercando dentro e fuori di sè le forme archetipiche che ci accomunano come genere umano, inoltrandosi nel mito e nelle conoscenze profonde che si perdono nella notte dei tempi. Ecco perché cara Drago ti ritrovi nello scritto come mi ritrovo io e tanti altri che vedono oltre pur cercando sempre l'equilibrio qui su questa terra, a volte cadendo e a volte rialzandosi a testa alta e sempre fieri di continuare a vivere o meglio di giocare a vivere, perché la vita è un continuo gioco d'azzardo i cui alti e bassi non ci devono intimorire.
L'unica cosa che non sento mia è la frase "quando uno sa più degli altri diventa solitario"...la solitudine è data dal sapere cose diverse, cose che non sempre si riescono a spiegare perché parte di intuizioni profonde e, giustamente, non razionalizzate e quindi impossibili da verbalizzare.
Proprio oggi stavo leggendo un libretto scritto da Italo Calvino, pensa un po', un libro di storie create a partire dalla lettura dei tarocchi, quando mi sono imbattuta in questa frase che mi ha fatto risuonare le campane internamente: "...E' in cielo che tu devi salire, Astolfo,- l'arcano angelico del Giudizio indicava un'ascensione sovrumana),- su nei campi pallidi della Luna, dove uno sterminato deposito conserva dentro ampolle messe in fila,-(come nella carta di Coppe),-le storie che gli uomini non vivono, i pensieri che bussano una volta alla soglia della coscienza e svaniscono per sempre, le particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni, le soluzioni a cui si potrebbe arrivare e non si arriva..."
Mi ha commosso questa cosa ed ancora mi commuove, ora che l'ho scritta
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

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drago-lontra blu
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Re: riflessioni

Messaggioda drago-lontra blu » 19/03/2012, 14:14

Questo campo lunare, mi fa venire in mente vai a vedere per quale combinazione il castello dei ghiacci di Superman, dove ogni cristallo raccontava una storia.
Mi fa piacere che ti piaccia tanto questo quadro da commuoverti.
Penso che solitario possa intendersi come chi viene isolato, dagli altri, magari perché ritenuto noioso e saccente, indicato come quello che sa tutto. Succede cosi', penso per difesa. = anche solo perché può essere che si diventi pesanti....
Ciao Gabry. :emtc98:
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Naty

Re: riflessioni

Messaggioda Naty » 19/03/2012, 16:15

Probabilmente perché non è capito, è come se parlasse un'altra lingua, almeno è quel che ho capito io!!!!

Ciao ciao Naty

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shanti
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Re: riflessioni

Messaggioda shanti » 19/03/2012, 16:28

La solitudine è qualcosa di interiore, indipendente da chi ci circonda. E' un mondo di conoscenze e di valori difficili da esprimere, che formano l'universo personale di ogni essere. Tanti universi insieme formano il cosmo, tante persone insieme formano l'umanità, ognuno con la sua individualità e la sua preziosità, come brillanti che rifulgono e insieme formano una collana. :emtc46:
Ad alcuni è dato di poter compenetrare e fondere le solitudini divenendo così un unico essere indipendentemente dai ruoli e da lontananza o vicinanza. :emtc33:
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti


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