Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Le tradizioni e la spiritualità degli Indiani d'America
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Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda shanti » 08/01/2009, 14:10





Tredici anni fa, negli Stati Uniti, mi sono trovata di fronte a questa immagine e mi sono venute le lacrime agli occhi. Ancora non avevo la consapevolezza dell'amore per i Nativi, come adesso e non sapevo che il mio totem principale è il Bisonte Bianco. Ma, la mia anima sapeva. Qui di seguito, la storia di Calf Woman, Donna Bisonte bianco, detta anche La Fanciulla Stella. Dedicata a tutti noi, che abbiamo un legame forte con questo popolo.

La Donna Bisonte Bianco donò ai Lakota la Pipa del Vitello Sacro, e con essa tutto ciò che dava significato alla vita. Il popolo aveva vagato sulla Terra per innumerevoli generazioni fin da quando era emerso dal mondo sotterraneo nelle nebbie dell'antichità. Ma sono divenuti veri Lakota soltanto con la prodigiosa apparizione della Donna Bisonte Bianco.


Dalla preistoria fino a oggi (l'ultima apparizione della Donna Bisonte pare risalga al 1970) l'emergere dal nulla di questa fantastica creatura segnala per i Lakota un periodo di grandi e profondi cambiamenti che al principio sembrano riguardare la vita di singole persone, ma poi travolgono i destini collettivi, rivelandosi a volte benefici, altre volte quasi apocalittici. Una recente profezia annuncia l'imminente ritorno di Wohpe "in compagnia di una donna bianca". Non è la prima volta che viene fatta una simile profezia. Essa sembra significare che la solidarietà tra donne di razze diverse è il segnale più importante di cambiamenti profondi della nostra storia.

Le donne Lakota erano potenti e molto rispettate dagli uomini. Questo era basato sulla relazione tra le donne e Donna Bisonte Bianco. Nella tradizionale società matriarcale Lakota, le donne erano le proprietarie e comandavano sui tipì e sulle proprietà del campo. Esse possedevano poteri superiori agli uomini, davano la vita, raccoglievano il cibo ed allevavano i figli seguendo le "quattro grandi virtù della vita": fermezza, generosità, coraggio e saggezza.

Ed ecco la narrazione del primo incontro tra il popolo Lakota e Donna Bisonte Bianco.

Tanto tempo fa, due bei giovani Lakota erano stati scelti dalla loro tribù per scoprire dove erano i bisonti. Mentre gli uomini stavano attraversando il territorio dei bisonti, hanno visto qualcuno in lontananza che camminava verso di loro.
Poiché erano sempre cauti per paura dei nemici, si nascosero dietro alcuni cespugli ed attesero. Ormai la figura era giunta sul pendio. Con loro sorpresa, la figura che camminava verso loro era una donna. Infatti il Grande Spirito Wakan Tanka aveva mandato sulla Terra la dea Whope a
donare agli uomini la pipa sacra.

Dopo essersi avvicinata, si fermò e li guardò. Avevano capito che poteva vederli, anche dove erano nascosti. Il suo braccio destro portava qualcosa che assomigliava ad un bastone in un mazzetto di erbe. Il suo viso era bello.
Uno degli uomini disse, «È la più bella che io abbia visto mai. Desidero che sia mia moglie.»
Ma l'altro uomo ha risposto: «Come puoi avere un tal pensiero? È straordinariamente bella e santa, molto più di una persona comune.»

Anche se lontana, la donna li sentì parlare. Così disse: «Venite. Che cosa desiderate?»
L' uomo che aveva parlato per primo andò fino a lei e pose le sue mani su di lei. Immediatamente, da qualche luogo lì sopra, venne una tromba d'aria. Allora si alzò una foschia, che coprì per un attimo l' uomo e la donna. Quando la foschia svanì, l'altro uomo vide ancora la donna con il fascio sul suo braccio. Ma il suo amico era un mucchio di ossa ai suoi piedi.
L' uomo si levò in piedi silenzioso per la paura di quel prodigio. Allora la bella donna disse a lui: «Io appartengo al popolo del bisonte. Sono stata mandata su questa Terra per parlare con il tuo popolo. Tu adesso dovrai compiere una missione molto importante. Devi andare dal tuo capo e dirgli di costruire una tenda la cui porta deve guardare a est. Sul posto d'onore dovrà cospargere della salvia e dietro la buca per il fuoco dovrà sistemare un teschio di bisonte. All'alba arriverò al villaggio.»

Tutto fu predisposto secondo quanto era stato richiesto dalla dea Whope che puntuale all'alba fece la sua apparizione al villaggio accolta da una grande folla. Portava un cannello nella mano destra ed un fornello rosso da pipa nella sinistra, i doni erano avvolti in fasci di salvia. Tolse il fascio di piante dal regalo che stava trasportando. Il regalo era una pipa fatta di pietra rossa. Su essa era intagliato il profilo molto piccolo di un vitello di Bisonte. Entrò nel tipì e sedutasi al posto d'onore disse che il Grande Spirito era molto contento dei Lakota, che li considerava fedeli e riverenti e che, pertanto, erano stati prescelti per ricevere la pipa che lei aveva portato per il bene di tutta l'umanità.

Dette la pipa a Toro Che Cammina In Piedi e gli insegnò le preghiere che doveva recitare. «Quando pregate il Grande Spirito, dovete utilizzare questa pipa durante la cerimonia. Quando siete affamati, togliete la pipa dal suo imballaggio e ponetela così all'aria. Allora i bisonti verranno dove gli uomini potranno cacciarli ed uccidere facilmente. Così i bambini, gli uomini e le donne
mangeranno e saranno felici.»

La donna bella gli disse anche come la gente dovrebbe comportarsi per vivere pacificamente insieme. Gli insegnò le preghiere che dovevano dire quando si rivolgevano alla loro madre Terra. Gli spiegò inoltre come dovevano decorarsi per le cerimonie.
«La Terra,» aveva detto, «è vostra madre. Così, per le cerimonie speciali, vi decorerete come la vostra Terra: di nero e di rosso, di marrone e di bianco. Questi sono anche i colori del Bisonte. Soprattutto ricordatevi che questa è una pipa della pace. La fumerete prima di tutte le cerimonie. La fumerete prima di fare i trattati. Introdurrà pensieri pacifici nelle vostre menti. Se la userete per pregare il Grande Spirito e la madre Terra sarete sicuri di ricevere i doni che chiederete.»

Rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al cielo, alla Terra, ai quattro venti, ne fumò una boccata e poi la passò al capo. Infine, uscì dalla tenda mentre tutto il villaggio era lì a guardarla; fuori dell' apertura del cerchio si fermò per un istante e toccò la Terra. In un istante si trasformò in un vitello di Bisonte nero. Toccò ancora la Terra ed allora prese la forma di un vitello di Bisonte rosso. Una terza volta toccò la Terra e diventò un vitello marrone. La quarta ed ultima volta si trasformò in un candido vitello di Bisonte, bianco, senza una macchia. Allora camminò verso il nord e sparì lontano, sopra una collina.

Toro Che Cammina In Piedi conservò la pipa della pace con attenzione. Chiamava a raccolta tutti i bambini del villaggio e sciolto il fascio che avvolgeva la pipa ripeteva le lezioni
che a lui erano state insegnate dalla donna.
E la usò nelle preghiere ed in altre cerimonie fino a che non ebbe più di cento anni.
Quando diventò debole, fece una grande festa. Durante questa festa dette la pipa e gli insegnamenti ad un uomo degno. Allo stesso modo la pipa è stata passata di generazione in generazione. «Finché la pipa sarà utilizzata,» la donna bella aveva detto, «la vostra gente vivrà e sarà felice. Non appena sarà dimenticata, la gente morirà.»




La Sacra Pipa è tuttora custodita da una famiglia Lakota. Shanti
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Messaggioda shanti » 01/08/2009, 13:47

Ecco uno scritto di Eva Fodor, Danzatrice del Sole e Portatrice della sacra Pipa che spiega le sette cerimonie portate da Donna BIsonte Bianco


Le sacre cerimonie del popolo Lakota


Tra i Popoli Nativi Americani, del gruppo linguistico Siouan, i Sioux sono i più conosciuti. La Nazione Sioux si divide in tre principali gruppi etnici, i Dakota, i Nakota e la tribù più occidentale, i Lakota.

Prima dell'arrivo dell'uomo bianco sull'Isola della Tartaruga - nome nativo dell'America - la vita dei popoli indigeni era scandita dai rituali. Così era anche per i Lakota. Ogni momento della loro vita sociale, come anche individuale, era regolata da alcuni rituali principali e da numerosi altri minori.
Con la persecuzione e il genocidio perpetrato, prima dai conquistatori, poi da varie ondate migratorie dei bianchi europei, molti dei loro riti, oltre ad essere proibiti e dichiarati illegali, caddero nell'oblio. Solo pochi anziani continuarono a praticarli clandestinamente. Furono proprio questi anziani a conservare e a tramandare i riti, usi e costumi alle generazioni che, ritrovando la loro identità, desiderarono vivere seguendo le antiche regole.

Negli ultimi decenni, dopo il risveglio dell'orgoglio e della coscienza nativa, a seguito di dure battaglie legali, ma anche combattute con le armi, a costo della vita di numerosi martiri, specialmente dopo avere ottenuto il diritto di praticare la propria religione, è rinato anche il rispetto e l'interesse verso le antiche pratiche spirituali.

I rituali principali sono divisibili cronologicamente in tre gruppi. Quelli antichi, che risalgono alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Donna Bisonte Bianco, quelli che Lei stessa insegnò e quelli più recenti, ricevuti in visione da alcuni Uomini Medicina (Wichasha Wakan). La tradizione vuole che Whopi, Donna Bisonte Bianco, come Lei stessa predisse ritorni tra i Lakota, alla fine dei tempi. Secondo alcune leggende, è di nuovo sulla Terra, in compagnia d'una donna: percorre le strade dell'Isola della Tartaruga, preparando la gente ad affrontare l'ultimo e il più difficile periodo per l'umanità.

I rituali più antichi sono l'Inipi (la Capanna Sudatoria), lo Yuwipi (il Rito della Pietra Sacra) e l'Hanblecheya (la Ricerca della Visione).


La visione del mondo e la spiritualità Lakota.

Sia la visione del mondo, sia la profonda spiritualità dei Lakota, è riassumibile in una sola frase: Mitakuye Oyasin, Tutto è mio parente. Queste due parole, nella lingua Lakota, insegnano l'origine unica di esseri e cose, la loro interconnessione e l'interdipendenza, su tutti i livelli della Creazione, sul piano spirituale come su quello materiale, Mondo Manifesto e Mondo Non Manifesto. Tutto proviene da Wakan Tanka, il Grande Spirito: il Macrocosmo e il Microcosmo, Luce e Tenebra, Maschile e Femminile.

Le dualità e le dicotomie sono alla base della vita, sotto ogni forma. Tutti i livelli della Creazione si formarono nei quattro periodi successivi. Durante il primo periodo, Wakan Tanka emanò quattro Spiriti Superiori. Nel secondo, questi quattro crearono a loro volta i quattro Spiriti Associati. Nel terzo, questi crearono i quattro Spiriti Inferiori. Tutte queste Entità Spirituali, insieme, sono chiamati i Sedici Grandi Misteri che presiedono alla Creazione d'altri otto Spiriti Soprannaturali.

Inipi - La Capanna Sudatoria


È il rituale più antico, nessuno degli altri riti può essere praticato senza la purificazione nella Capanna Sudatoria, ed è per ciò che l'Inipi precede tutte le pratiche spirituali dei Lakota. Oltre alla purificazione spirituale e fisica può avere differenti altri scopi, come può essere anche solo fine a se stesso.

Il termine deriva dalla parola Inipo = devi purificarti.
Il rituale si svolge nella capanna detta Onikare.
La sua struttura è costituita da 12 o 16 rami di salice orientati secondo le Direzioni Cardinali.
È a forma di cupola, ed è cinta da quattro livelli di rami orizzontali simboleggianti i periodi della Creazione e tutto ciò che il numero quattro rappresenta.

La sua forma sferica è il simbolo dell'universo intero, rappresenta Madre Terra, come anche le rotondità del ventre materno. La capanna, la sua forma e il materiale impiegato nella sua costruzione, insieme rappresentano tutto ciò che esiste; i quattro elementi costituenti la Creazione, i Sedici Grandi Misteri: gli esseri viventi d'ogni genere e specie, l'umanità intera, gli animali, i vegetali, come pure l'inanimato.

All'origine, la capanna era coperta di pelli di bisonte,
ma ora si usano teloni, stoffe di grandi dimensioni e coperte. Al suo interno, al centro, si trova una buca detta "Culla di Roccia" ove sono deposte le pietre incandescenti, i Tunka Yatapika, durante lo svolgersi del rituale. L'apertura dell'Inipi è rivolta verso l'Ovest, ove, oltre all'Altare e il Sentiero Sacro lungo sette passi, si trova il Fuoco Senza Fine, il Peta Ohiankesni, sopra il quale sono arroventate le pietre.
La porta è bassa, bisogna inchinarsi per entrare e una volta dentro, si procede sempre carponi e in senso orario. Colui che conduce si siede accanto alla porta, ad Ovest.

Dopo l'entrata di tutti i partecipanti, lo Sweat Lodge Chef fa introdurre alcune pietre: il numero varia secondo lo scopo del rituale. Generalmente le prime pietre sono per le Quattro Direzioni più una per il Cielo, una per la Terra e una per Wambli Gleska (Aquila Chiazzata), il Messaggero di Wakan Tanka (Grande Spirito). I teli della porta della capanna si abbassano e dentro, nel buio assoluto, i partecipanti intonano canti e preghiere. L'Inipi dura quattro periodi detti porte. Durante la prima porta, con canti accompagnati dal suono del tamburo che imita il battito cardiaco, sono invocati gli Spiriti delle Direzioni, Wakan Tanka e Unci Maka (Madre Terra). Lo Sweat Lodge Chef recita una preghiera d'invito e di ringraziamento mentre versa l'acqua sulle pietre incandescenti sprigionando vapore e calore intenso.

Poi è chiesta l'apertura della porta. Ad ogni apertura segue un piccolo intervallo durante il quale, solitamente, è introdotta dell'acqua fresca da bere e da condividere tra tutti i presenti.

La seconda porta è dedicata alle preghiere personali.

Nell'intervallo, tra la seconda e la terza porta, è fumata la Pipa, che riempita dopo l'accensione del Fuoco, è deposta sull'Altare.

La terza porta è dedicata alla meditazione guidata.

Con la quarta apertura termina la cerimonia, e dopo avere ringraziato e salutato gli Spiriti, i partecipanti escono seguendo sempre il senso orario e procedendo carponi in segno d'umiltà. L'uscita dall'Inipi segna sempre una rinascita.


Yuwipi - Il rito della Pietra Sacra



L'origine del Rito della Pietra Sacra risale alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Whopi, la Donna Bisonte Bianco. Questa cerimonia complessa è anche molto discussa a causa di alcuni fenomeni "paranormali" che si possono verificare durante il suo svolgimento. Lo Yuwipi è celebrato dall'Uomo Yuwipi - Il Sognatore delle Pietre - uno sciamano specializzato nel ritrovare esseri e cose perdute. Opera con l'aiuto della divinità più antica dei Lakota, Tunka. Il suo intervento, durante questo rito, è invocato per una sua peculiarità: è onnisciente. È l'Essere più antico sulla Terra.

Come vuole la leggenda, Tunka cadde dal Cielo, sotto forma di Roccia, prima che il nostro globo fosse abitato da altri esseri viventi. È alla conoscenza di tutti i segreti, può dare indicazioni sul dove e come ritrovare persone disperse e oggetti perduti. Tunka è la più intima essenza imperitura del Creatore, non creata, senza inizio né fine.
Tutto ha una nascita e una morte, ma Tunka non è mai nato né mai morirà… Tunka è lo Spirito che cadde dal cielo. È una roccia. Conosce tutti i segreti. Ritrova ciò che è stato perduto."
(R.Erdoes - Piangere per un Sogno - Ed. Xenia)


Nella lingua Lakota vi sono due termini di genere maschile per indicare la roccia, anche se nella traduzione italiana diventano di genere femmile: inyan (pietra) e tunka (roccia). Tunkashila, Nonno, è un altro modo per invocare Wakan Tanka. Chi desidera sapere qualcosa riguardo ad una persona scomparsa o vuole ritrovare un oggetto perduto deve chiedere l'intervento dell'Uomo Yuwipi. La sua richiesta deve essere formale, è accompagnata da una Pipa Sacra e dal preciso impegno verbale di provvedere all'allestimento del banchetto che segue il rito.

In una stanza, o in una tepee, i partecipanti e il richiedente si siedono in cerchio. Lo sciamano viene avvolto, dalla testa ai piedi, in una coperta che porta il disegno d'una stella. Dopo di che è legato con corde o con strisce di pelle, in modo da sembrare un grande bozzolo, e poi deposto, a faccia in giù, a terra, nel centro del cerchio. Si spengono le luci e nella completa oscurità si vedono saettare luci, volano pietre risplendenti, si odono suoni, canti e rumori. Alla fine della cerimonia, si riaccendono le luci e lo sciamano è completamente libero dal suo bozzolo e dai suoi legacci. A quel punto è pronto a riferire le informazioni ricevute da Tunka durante il suo viaggio sciamanico. Il tutto si conclude con il banchetto a base di carne.

Hanblecheya - Ricerca della Visione


La Ricerca della Visione, propriamente Piangere per la Visione, deriva da hanble, visione o sogno e da cheya, piangere. Questo rituale individuale è praticato con differenti scopi.

La prima Ricerca della Visione normalmente l'affrontavano i ragazzi alla soglia della pubertà, come un passaggio dall'infanzia all'età adulta, per trovare la propria identità, nome e direzione di vita. Spesso precedeva un'impresa di caccia o di guerra. Tuttora s'intraprende una Hanblecheya per chiedere una visione chiarificatrice per la vita futura, per ottenere nuovi poteri spirituali, in vista di cambiamenti importanti o prima di affrontare prove molto difficoltose, come, ad esempio, la Danza del Sole o la Danza degli Spiriti.

L'aspirante si reca da un uomo sacro o da colui che è autorizzato a condurre una Ricerca della Visione, fa la sua richiesta e indica il periodo che desidera rimanere in solitaria preghiera. L'Hanblecheya può avere una durata da uno a quattro giorni e notti completi. Per tutto il periodo l'aspirante non assume né cibo né acqua. Prima d'affrontare questo rituale, l'aspirante si purifica partecipando a quattro Inipi. Sceglie il suo posto, prepara 405 offerte di tabacco, legate su un unico filo, che fungeranno da recinzione del suo cerchio sacro ove rimarrà per tutto il tempo da lui indicato. Il giorno dell'inizio della Hanblecheya, l'aspirante si reca nella Capanna Sudatoria e riceve ulteriori indicazioni, prega per il buon esito dell'impresa e gli è dato dell'acqua da bere per l'ultima volta. Al termine della seconda porta esce e da quel momento non rivolge più né parola né sguardo verso niente e nessuno: non appartiene più al mondo fisico, entra in se stesso e si rivolge totalmente al Mondo degli Spiriti. Viene accompagnato sul luogo da lui scelto ed è affidato al Grande Spirito.
Lo si lascia solo per il periodo da lui indicato.
Allo scadere del tempo lo si va a riprendere, entra nell'Inipi e a quel punto può iniziare a parlare e a raccontare la propria esperienza e riceve dell'acqua da bere. Alla seconda apertura esce e così termina la sua Ricerca della Visione. Fuori dalla Capanna Sudatoria è rifocillato, dissetato e l'aspetta una piccola festa con scambi di doni.


Ishnati Awichalowam - Cerimonia della pubertà o dell'emancipazione della fanciulla


Questa cerimonia arrivò in visione all'Uomo Medicina Tatanka Hunkeshme (Bisonte Lento) molto tempo fa, in un periodo in cui i Nativi non conoscevano ancora l'atto barbarico, introdotto dai "civili" bianchi, di violare una donna. Alla comparsa del suo primo Periodo della Luna, la fanciulla, deve essere resa consapevole dell'importanza e della sacralità del mutamento avvenuto in lei. Deve essere preparata ad affrontare la sua futura vita di donna e di madre, e ai suoi nuovi doveri.Il suo mutamento interiore e il suo cambiamento di status esigono anche profonde variazioni comportamentali nell'abbigliamento, nel modo di sedersi e persino nella foggia della pettinatura. Il rituale si celebra alcuni giorni dopo il termine della comparsa del menarca. La giovane, dopo avere conservato in un fagotto il primo flusso mestruale, lo deve depositare nell'incavo d'un pruno selvatico allo scopo di preservarlo dai cattivi influssi e per propiziarsi la fertilità. Dopo la purificazione rituale nell'Inipi, e dopo avere affrontato una lunga e complessa serie di riti officiati per lei da un uomo o donna medicina, le si legano le mani con una lunga corda. Un capo di questo legaccio è tenuto dai genitori della ragazza che l'accompagnano così ad una festa celebrata per lei. Allora, alla presenza di tutta la tribù, la fanciulla recide la corda e si libera le mani. Da quel momento è da considerare una donna adulta e responsabile a tutti gli effetti.

Wanagi Yuhapi - La Custodia dello Spirito


La Custodia dello Spirito: Wanagi, Spirito, yuhapi, essi hanno, custodiscono. Questo rituale è eseguito sia per evitare che l'anima di un morto vaghi senza meta sotto forma di fantasma sulla terra, sia per abituare i genitori all'idea della perdita di un figlio, ma anche per rispettare e mettere in grado d'adempiere ad un giuramento fatto dal defunto mentre era ancora in vita.
Durante la cerimonia, celebrata da un uomo sacro, al deceduto vengono tagliate alcune ciocche di capelli, che sono poi avvolte in una stoffa rossa insieme ad alcune erbe sacre. Tale fagotto è conservato, o in una tepee appositamente costruita, o sull'altare, preparato a tale scopo, nella tenda o nella casa dei parenti o del custode.
Chi custodisce uno spirito ha il dovere di vivere in modo sacro, di non inquietarsi mai con nessuno e di condursi in modo irreprensibile. Normalmente, allo scadere dell'anno, oppure dopo avere in questa forma presenziato ed adempiuto ai propri doveri o a un giuramento, lo spirito del defunto viene liberato. Se, ad esempio, vi sono state persone che hanno preso l'impegno per la Danza del Sole e sono decedute prima d'averla terminata, i loro fagotti, con le ciocche di capelli, sono poste ai piedi dell'Albero Sacro e, con la conclusione del quarto anno della Danza, i loro spiriti sono liberati. A questi spiriti, mentre li si libera, sono affidate delle preghiere da portare direttamente a Wakan Tanka.


Wiwanyag Wachipi - La Danza del Sole


La Danza del Sole è la più solenne e importante cerimonia dei popoli delle pianure. È il rito più complesso e completo, che esprime nella sua totalità, mediante autosacrificio, la spiritualità dei Lakota. Fu ricevuto in visione, molto tempo dopo la venuta di Whopi, da Kablaya, Sparge per alcuni traduttori, Colui che s' Estende per altri. Secondo alcuni studiosi, la pratica della Danza del Sole ebbe iniziò tra l'800 e il 1200 dell'Era Moderna. Wiwanyag Whachipi, letteralmente tradotto significa: Danzare guardando il Sole (Wi = Sole, wanyag = guardare, wachipi = danzare).La Danza del Sole richiede un preciso impegno formale per la durata di quattro anni. Questo impegno è un giuramento. I partecipanti, uomini e donne, devono avere quattro requisiti: wachantognaka, generosità, woohitika, coraggio, wowachintanka, forza d'animo, woksape, integrità morale e saggezza.

La cerimonia si svolge, ogni anno, per quattro anni, nell'arco di quattro giornate, più il giorno che la precede, Il Giorno dell'Albero. Per tutta la durata del rituale i Danzatori, impegnati nella Danza dall'alba al tramonto, non assumono né cibo né acqua. Ogni aspetto della spiritualità Lakota ha due valenze: una fisica e una spirituale. L'autosacrificio, il piercing rituale (foratura della carne, ndr) durante la Danza del Sole, oltre alle motivazioni mai egoistiche dei singoli danzatori, è praticato per rendere grazie al Creatore e alla Vita in ogni sua forma e espressione. È molto interessante notare la somiglianza con il Sacrificio di Purusa delle tradizioni Vediche.Nella cosmogenesi Lakota, un'Essere, Inyan, uno dei primi quattro emananti dal Grande Spirito, offrendo il proprio sangue, autosacrificandosi,
creò Madre Terra profondendo in Essa i propri poteri. Una parte del suo sangue si solidificò diventando la crosta terrestre; il resto, fluendo formò i fiumi e le acque che delimitano le terre emerse. Sul piano fisico, il danzatore maschio offre il proprio sangue e il proprio dolore per rendere grazie alla vita ricevuta dalla madre, per onorare le donne, portatrici, in ogni tempo, della vita futura e per ringraziare e guarire Madre Terra. Pur non essendo frequente, ma per motivi molto seri, vi sono delle danzatrici che si sottopongono pure al piercing rituale. Altrimenti, il sacrificio femminile si limita all'offerta di minuscoli lembi di pelle. Nello svolgersi della lunga cerimonia della Danza del Sole, possono confluire in essa altri rituali, come ad esempio la Liberazione dello Spirito, la Foratura dei Lobi delle orecchie dei bambini e il rito dell'Emancipazione della Fanciulla.


Hunkapi e Hunka Lowapi - Il rito dell'Imparentamento e del contare gli Inverni


Hunkapi e Hunka Lowapi sono due rituali strettamente connessi tra loro. Contare gli Inverni era una cerimonia, ma anche un metodo molto pratico, adottato da quasi tutti i popoli Nativi Americani, di tradizione orale, per ricordare e tramandare gli eventi più eclatanti dell'anno. Su di una pelle di Bisonte si tracciavano dei simboli e dei disegni, una sorta di diario pittografico. Tali pelli erano conservate dai Cantastorie (Story - Teller) della tribù. Quei personaggi, generalmente anziani, ritualmente "leggendo" i disegni, narravano le gesta degli avi, spiegavano l'origine e le modalità delle cerimonie sacre e soprattutto insegnavano la storia della tribù ai giovani.
Una di queste storie narra l'inizio del Rito dell'Imparentamento. L'Uomo Sacro Matoshila (Ragazzo Orso), in una visione vide una nuova cerimonia. Durante la sua esecuzione il mais aveva un ruolo di rilievo. Tale pianta all'epoca era assolutamente sconosciuta ai Lakota. Matoshila partì per un lungo viaggio e fece ritorno a casa con delle pannocchie. Fece ciò senza sapere d'avere derubato una tribù fino ad allora nemica, gli Arikara. Gli Arikara, rimasti senza le loro provviste invernali, mandarono dei messaggeri carichi di regali e molte trecce di tabacco. La Tribù di Matoshila accettò l'offerta di pace, restituì il mais celebrando, per la prima volta, il rito dell'Imparentamento.
Questa cerimonia, come dice Alce Nero nel suo libro La Sacra Pipa "…è per stabilire una parentela terrena che è il riflesso di quella parentela reale che esiste sempre tra l'uomo e Wakan Tanka: come amiamo Wakan Tanka sopra ogni altro e prima di ogni altro, così dobbiamo amare anche i nostri simili e ad essi legarci con più stretti rapporti di parentela, anche se appartengono a un'altra nazione


Chanupa - La Sacra Pipa


La Chanupa o Chanunpa è l'oggetto sacro per eccellenza tra tutti i popoli nativi americani, ed è così anche per i Sioux. Secondo la leggenda fu Donna Bisonte Bianco a portarla in dono a un piccolo gruppo di Lakota. La Sacra Pipa è costituita da due parti: Ihupo, il cannello o Sinte, coda e Pahu, il fornello. Il cannello generalmente è fatto di legno d'acero, mentre il fornello principalmente è di catlinite, Inyan-Sha, una pietra rossa reperibile in un unico posto, nel Minnesota. Le due parti, quando la Pipa non è fumata, vengono conservate separatamente; sono avvolte singolarmente in stoffa rossa e così poste in una borsa di pelle finemente decorata con aculei di porcospino o ricamata con perline.

La Pipa Sacra, come insegnò Whopi (Donna Bisonte Bianco), è il più sacro e il più potente strumento di preghiera, colmo di profondi significati e simboli. Il fornello, fatto di pietra rossa, rappresenta la carne viva e il sangue coagulato di Madre Terra: è il principio femminile, l'elemento terra, Madre Terra e tutte le creature da essa generate e nutrite. La miscela di tabacco e di altre erbe e cortecce, kinnikinik o chanshasha, allude alla vita vegetale, all'elemento acqua di cui si nutrono le piante, e naturalmente la loro accensione è la simbolica presenza dell'elemento fuoco. Durante il riempimento del fornello si prega e si invitano gli Spiriti delle Quattro Direzioni insieme al Padre Cielo e Madre Terra.
Naturalmente il fumo, portando verso il cielo le preghiere, è il tratto d'unione tra l'uomo e la sfera divina.
L'atto d'unire le due parti e di pregare fumando la Pipa è l'azione simbolica che rappresenta l'unione degli opposti, del maschile al femminile, il Cielo alla Terra, ed è la dimostrazione della consapevolezza dell'origine unica di tutti gli esseri e cose esistenti, dell'Universo intero. La comprensione profonda della stretta connessione e interdipendenza tra il mondo manifesto e non manifesto.

(Eva Fodor Tedeschi)
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Guerriero Blu
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Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda Guerriero Blu » 19/02/2010, 13:32

L'uomo non è altro che un filo all'interno della rete della Vita


A due guide Lakota mandate in cerca di selvaggina apparve una donna bellissima vestita di pelle di daino bianca che disse loro:

"Vengo dalla Gente Bella e sono stata mandata sulla Terra per parlare con il vostro popolo"
"Andate dal vostro capo e ditegli di preparare il grande tipì del consiglio. Esso dovrà essere piantato al centro del cerchio del villaggio con l'entrata rivolta ad oriente. Ho cose di grande importanza da dire al vostro popolo. Sarò al villaggio all'alba".
Riferito l'accaduto al capo tribù, fu approntato tutto così come richiesto. Paura ed eccitazione si impadronirono di ogni abitante del villaggio per l'imminente visita della donna misteriosa.
Quando il giorno spuntò ella apparve, vestita come la guida aveva raccontato: recava nella mano destra il cannello di una pipa e nella sinistra il suo fornello.
Entrata nella tenda, si sedette al posto d'onore e disse che il Grande Spirito era contento della fedeltà, della reverenza e dell'onestà della Nazione Sioux.
I Sioux vivevano nel bene contro il male, nell'armonia contro la discordia e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l'umanità. Essa era il simbolo della pace tra gli uomini. Fumare la pipa significava comunicare con il Grande Spirito.
Quindi si rivolse alle donne dicendo loro che il Grande Padre aveva stabilito che esse mettessero al mondo i figli, che li nutrissero e li vestissero, rimanendo spose fedeli. Esse, inoltre, avrebbero sopportato in vita grandi sofferenze, ma per la loro natura gentile sarebbero state di conforto agli altri nel tempo del dolore.
Poi parlò ai bambini dicendo loro di rispettare i genitori che li amano e fanno molti sacrifici, per cui ad essi deve venire soltanto del bene.
Agli uomini disse che tutte le cose dalle quali essi dipendono vengono dalla Terra, dal Cielo e dai Quattro Venti e che per questa ragione era necessario ringraziare il Grande Spirito per il dono della vita fumando la pipa quotidianamente.
Raccomandò ancora loro di essere sempre gentili e amorevoli con le donne e con i bambini, per rispetto al loro essere creature deboli.
Infine, insegnò al capo la maniera di custodire la pipa, dal momento che era suo dovere rispettarla e proteggerla, in quanto da essa dipendeva la vita della Nazione Sioux. Come sacro strumento della conservazione doveva essere usata in tempo di guerra, di carestia, di malattia o in caso di grandi necessità.
A questo punto si dice che la donna promise ai Sioux che sette sacre cerimonie sarebbero state in seguito rivelate loro affinché le praticassero. Esse erano: la Custodia dell'Anima, la Purificazione, la Ricerca della Visione, la Danza del Sole, Come diventare Fratelli (il rito dell'apparentamento), Come diventare Donna Bisonte (la preparazione della fanciulla ai doveri di donna), il Lancio della Palla.
La donna rimase con i Sioux ancora per quattro giorni poi, al quinto, dopo aver acceso la pipa che offrì prima al Cielo, quindi alla Terra, infine ai Quattro Venti, annunciò che la sua missione era finita e partì.
Fece il giro della tenda secondo il cammino del sole, poi lentamente si allontanò dall'accampamento.
A breve distanza si voltò e, sotto gli sguardi di tutta la tribù, si trasformò in un bianco vitello di bisonte.
Gli indiani d'America non operano una netta divisione fra il mondo degli uomini e quello degli spiriti i quali entrano in contatto con gli esseri umani e, in alcuni momenti sacri, se ne impossessano.
Uno di questi momenti è quello delle danze con le maschere che indicano la manifestazione sulla terra degli esseri rappresentati dalle maschere stesse.

Un uomo che indossa una maschera sacra durante un rituale non assume solo l'aspetto di quell'animale, ma anche lo spirito.

Ci sono molti KACHINA (KA=rispetto CHINA=spirito): essi non sono solo gli spiriti degli antenati, ma anche quelli di animali, piante, minerali, stelle e forze naturali.

Il 20 agosto del 1994 -nel Wisconsin- nacque 'Miracle', un bufalo femmina bianco.
Molti indiani lo credettero simbolo di un nuovo cammino dell'umanità verso la purezza del cuore, della mente e dello spirito.

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Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda shanti » 02/11/2011, 17:57

Metto qui questa bellissima immagine che Guerriero blu mi ha regalato...




Le cose più dolci dei più' semplici sogni di una vita sono intimamente
legate a coloro che sanno che un amico è qualcuno che ha abbastanza cura
di te da sapere che tu sei un dono per la sua vita.

Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

Totawakan

Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda Totawakan » 02/11/2011, 18:02

bluangel bluangel bluangel bluangel

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Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda Guerriero Blu » 02/11/2011, 18:14

cuoricino pulzelle cuoricino

Anna Maria Stella

Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda Anna Maria Stella » 02/11/2011, 18:32

Molto bella davvero! bluangel cuoricino

Nicholas

Re: Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda Nicholas » 20/02/2012, 11:13

Molto bella questa storia, mi ha colpito molto sapere che la pipa esiste davvero ed è tuttora custodita dai Lakota. :emtc102:

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Re: Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda shanti » 20/02/2012, 20:14

Sì, e il suo custode è Arvol Looking Horse, Custode della Sacra Pipa della diciannovesima Generazione.

Biografia di Arvol Looking Horse
Arvol Looking Horse e’ nato nella riserva Cheyenne River Reservation nel Sud Dakota nel 1954. Cresciuto dai nonni Lucy e Thomas Looking Horse, ha imparato la cultura e credenze spirituali dei Lakota. Parla sia la lingua Lakota che l’inglese. All’età di dodici anni gli viene data l’enorme responsabilita’ di diventare il Portatore della Pipa del Sacro Bisonte Bianco (Keeper of the Sacred White Buffalo Calf Pipe) di diciannovesima generazione, il più giovane nella storia. In molte occasioni si e’ sentito sopraffatto dall’enorme peso di questa responsabilità ereditata dalle Nazioni Lakota, Dakota e Nakota in così giovane età. Cresciuto in un era dove ha dovuto assistere alla soppressione delle pratiche spirituali della sua gente, ha quindi deciso di “lavorare per il cambiamento e far sapere al mondo quanto bello sia il nostro modo di vivere, in modo che la settima generazione possa avere un futuro migliore.”
La sua vita ha sempre ruotato intorno al suo impegno di lottare per la liberta’ religiosa, la sopravvivenza culturale ed il risveglio spirituale.
Nel 1986, in qualità di leader spirituale dei “Bigfoot Riders” (i cavalieri della cavalcata in memoria di capo Piede Grosso, capo della tribù massacrata a Wounded Knee), ha dato inizio alla profezia conosciuta come “Mending the Sacred Hoop of the Nation” (Ricostruire il Cerchio Sacro della Nazione). Arvol Looking Horse ha onorato il tragitto della guarigione, cavalcando insieme ai Bigfoot Riders tutti gli anni dal 15 al 29 dicembre, con temperature molto severe, ripercorrendo lo stesso percorso seguito dalla banda di Capo Piede Grosso e la sua banda prima di essere massacrati a Wounded Knee. I Bigfoot Riders rivivono cosi’ le difficolta’ che hanno dovuto subire Chief Bigfoot e la sua banda, orgogliosi di aver toccato lo spirito di coloro che hanno dato cosi’ tanto per il modo di vivere lakota.
Nel 1993 Arvol Looking Horse si e’ recato a New York con altri anziani di diverse Nazioni per la conferenza delle Nazioni Unite “Cry of the Earth” (Il Grido della Terra), dove ha recitato la preghiera di apertura. L’Organizzazione “The Unrepresented Nations and Peoples Organization” (Organizzazione delle Nazioni e Popoli Non Rappresentati) lo ha invitato in Olanda per pregare per la Pace e l’Unita’ nel 1994.
Nel 1994, la nascita di un Sacro Bufalo Bianco nel Wisconsin lo portò ad intraprendere un altro viaggio spirituale di quattro anni per organizzare il World Peace and Prayer Day (Il Giorno Mondiale della Pace e Preghiera) il 21 Giugno, nelle quattro direzioni.
Nel 1996, ha intrapreso il viaggio “Unity Ride” (il Viaggio dell’Unita’) dalla riserva Wahpeton Dakota Reservation, Saskatchewan, dove i Bigfoot Riders hanno cavalcato fino a Devil’s Tower (la Torre del Diavolo), conosciuta con il nome di “Grey Horn Butte (He Hota Paha)”, sito del primo raduno mondiale del “World Peace and Prayer”. Il secondo raduno del “World Peace and Prayer” fu ospitato da Chief Sundown della riserva “Joseph Bighead” in Canada. Il raduno del terzo anno si e’ tenuto a Pipestone, Minnesota, dove si dice che “il sangue sacro della gente si trova nelle vene della roccia che viene estratta per scolpire le pipe sacre”. Questo particolare raduno e’ stato un richiamo per la settima generazione ad accorrere da diverse Nazioni, insieme ai Bigfoot Unity Riders che cavalcano dall’est partendo dal sito di un altro massacro, Birch Coulee, dove durante una rivolta Dakota Sioux nel 1862 circa 38 Dakota furono impiccati a Mankato.
New Orleans ha onorato Looking Horse proclamando il 27 Agosto come “Il Giorno del Bisonte Bianco”, (White Buffalo Day), ed ha ricevuto le chiavi delle città dal sindaco nel 1996. Arvol Looking Horse ha ricevuto il prestigioso Canadian Wolf Award (Premio Lupo Canadese), riconosciuto a quelle persone che hanno dedicato la loro vita a lottare per la Pace. Il primo Wolf Award fu dato a Nelson Mandela, il Presidente del Sud Africa. Arvol fu invitato a parlare della pace e l’unita’ all’inaugurazione di Clinton nel 1996.
Dai primi anni novanta, Looking Horse e’ membro del Board of the Society of Peace and Prayer (Consiglio della Societa’ della Pace e Preghiera), che pianta Pali della Pace intorno al mondo con l’iscrizione “May Peace Prevail on Earth” (Possa la Pace Prevalere sulla Terra), in quattro lingue diverse.
Nel 1998, Arvol Looking Horse ha parlato sul tema dei siti sacri e della liberta’ di religione davanti alla Special Reporter Committee alle Nazioni Unite. E’ stata la prima volta nella storia che un rappresentante delle Nazioni Unite si e’ recato negli Stati Uniti per ascoltare e annotare preoccupazioni da discutere a Ginevra e che riguardassero la liberta’ di religione dei popoli indigeni.
Nella sua opera per la pace internazionale e la guarigione globale, Arvol si è recato in Iraq per pregare per la pace, ha fatto parte ed ha guidato il gruppo spirituale degli Anziani della sua Nazione, si e’ recato in Sud Africa per incontrare il leader spirituale Desmond Tutu nel Global Healing and World Peace and Prayer Day (Giorno Mondiale della Pace Preghiera e Guarigione Globale). Nel 1995 si e’ incontrato con il Dalai Lama per instaurare un rapporto tra il Tibet e la Nazione Lakota.
Chief Looking Horse è anche impegnato nel recupero delle spoglie degli antenati da musei come lo Smithsonian. Continua a lavorare verso il rimpatrio dei resti umani e cimeli sacri nello sforzo di riportare rispetto e rituali verso la sacralita’. Il suo lavoro e’ stato interminabile nell’impartire lezioni sulla liberta’ di religione, protezione dei siti sacri e sopravvivenza della sua cultura. Il suo lascito vivente e’ di riportare orgoglio e restituzione alle terre, cultura e spiritualita’ dei Lakota, Dakota e Nakota.


da nativiamericani.it

A volte indosso il piccolo bracciale di perline tessuto dalle donne della sua famiglia, che mi è stato donato tempo fa, e sento quell'amore e quella forza che vivono nel loro cuore.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Re: Donna Bisonte Bianco - la leggenda

Messaggioda mariposa azul » 21/02/2012, 12:32

Davvero bella la leggenda della Donna Bisonte Bianco, grazie anche per le altre notizie su Arvol Looking Horse e sulla sua incessante opera di pace e dignità da restituire ad un popolo fiero come i Lakota ed a tutte le popolazioni di nativi. Grazie Arvol Looking Horse, "Cresciuto in un era dove ha dovuto assistere alla soppressione delle pratiche spirituali della sua gente, ha quindi deciso di “lavorare per il cambiamento e far sapere al mondo quanto bello sia il nostro modo di vivere, in modo che la settima generazione possa avere un futuro migliore.”
Grazie anche a te Shanti :emtc110:
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
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