da: "Viaggio a Shambhalla" di Anne e Daniel Meurois- Givaudan

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Oliviero Angelo
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da: "Viaggio a Shambhalla" di Anne e Daniel Meurois- Givaudan

Messaggioda Oliviero Angelo » 10/02/2012, 19:53

Capitolo I

(ESTRATTO DI ALCUNI "DIALOGHI")

"Siate i benvenuti in questa Terra, amici: grazie per non esservi opposti al Richiamo. Forse avrete già capito che è qui che lo scopo del vostro viaggio si precisa...
Lungi da noi i cerimoniali. Siamo i portavoce di coloro che oggi vi chiamano in questo luogo, e se ci siamo così riuniti è per conoscervi meglio e suggerirvi la realtà del Collegio dei nostri Fratelli. Sappiate che essi sono Fratelli anche vostri, così come di ogni altra creatura umana e non. Non vi sia dunque nessuna barriera tra noi, consci d'avere una sola volontà comune, perché l'Amore non si dà a mezze misure e non lo si può dividere in scomparti, come ben sapete.
[...] Oggi è il tempo della semplicità. In nome dei miei Fratelli vi dico che l'esoterismo deve cessare d'esistere, e che ciò che questo concetto ha finora coperto nella mente umana ha finito il suo corso. La segreta maturazione delle anime ha svolto il suo compito, sebbene resti ancora invisibile agli occhi della carne. Non separate ciò che è Velato da ciò che è Rivelato, e fate condividere l'Unico. Il nostro primo auspicio è che gli uomini non si dividano più, e soprattutto che coloro che pensano di sapere non costituiscano più delle scuole nel senso stretto del termine: s'avvicina il tempo in cui la coppa del Graal dell'umanità comincerà a riversare il suo nettare sulla sfera terrestre.
Rompete dunque ora il vaso dell'esoterismo, nonché quello dell'essoterismo: è il calice dell'Uno che bisogna cercare d'offrire, quello della Materia Illuminata, dello Spirito incarnato: ecco il grande compito che proponiamo a coloro che hanno deciso d'abbattere il muro del loro orgoglio e vogliono testimoniare nei loro corpi di carne la forza che anima Shambhalla dall'alba dei giorni della Terra.
Che questo lavoro non assuma la parvenza della sacralità: i cuori che ne raccoglieranno il seme e l'Amore che ne nascerà sono sacri perché sono, dall'eternità, particelle di luce che si svela a se stessa. Se accettate questo cammino nella semplicità, allora siate ricevuti più che mai come nostri Fratelli.
Non prendetelo come un incarico: il linguaggio dell'Amore è un peso solo per coloro che non lo comprendono."

[...]

"Siete qui per Kristos, riprende improvvisamente l'Essere, sottolineando le parole. Dovete capire bene ciò che dico, perché il Kristos della Terra, delle Stelle e del Sole non appartiene né ad un popolo né ad una religione: è la Forza prima e ultima, presente in ogni confessione, è la Via mediante la quale si animano tutte le energie d'Amore e di Pace in tutte le contrade dell'Universo. Prendete questa verità come la chiave di ciò che ci proponiamo di affidarvi. Il Kristos del Grande Sole non può essere di proprietà di una religione, ma è il soffio che le anima tutte.
[...] Ricordate bene la melodia sulla quale vogliamo cantare, e possano i vostri cuori preservarla con cura; un tempo venivano qui i profeti, oggi sono i seminatori. [...] Questo messaggio incidetelo a caratteri d'oro, perché possa trasparire in ogni vostro discorso: Non è il ritorno del Cristo fisico che l'uomo deve aspettare, ma la nuova venuta del suo Principio nel cuore. E' questo che vi lacererà e farà rifiorire il pianeta."

[...]
Un leggero fruscìo sul pavimento lastricato interrompe il filo dei pensieri; una figura vestita d'azzurro ha lasciato il suo seggio, e tiene in manoo un oggetto chiaro e di forma allungata: pare un bastone, o qualcosa di simile... La sua voce ha un suono ancor più cristallino della precedente, e l'Essere muove pochi passi verso di noi, abbozzando un sorriso e tendendoci l'oggetto.
"Guardatelo bene: è un semplice pezzo di legno. Ma vi troverete due file di undici nodi, in ricordo delle due barche che un tempo accostarono alla Gallia, soprattutto a causa dell'Energia del Ventidue; i ventidue trionfi del Grande Tarocco riassumono il cammino sul quale tentiamo di guidare l'umanità nel suo insieme, così come ogni essere che voglia portare il nome di Uomo. Questi ventidue nodi, queste ventidue ruote sono anche il nostro Tao: per chi sa leggere, è la via del Tau che riconcilia i due poli della grande ronda cosmica, l'Alfa e l'Omega...
[...]
Ecco dunque: questo bastone sarà il bastone del pellegrino, e non esitate a spezzarlo anche solo per risparmiare la vita del più misero degli insetti, se necessario. Sono i piedi ignudi degli uomini che ci interessano: tutti coloro che varcheranno la soglia di questo mondo in un senso o nell'altro, dovranno aver fatto proprio questo concetto. Capirete che chi ha l'incarico di parlare in nome della forza di Kristos può farsi scudo solo dell'incommensurabile amore del Tutto : forse la giudicherete un'immagine consunta, Fratelli, ma il fuoco che la riempie è essenzialmente inestinguibile!"

[...]

Ci rendiamo semplicemente conto che da quando ci troviamo in questo luogo non abbiamo ancora aperto bocca; ma si può parlare davvero di un luogo? Una simile bellezza non appartiene forse piuttosto ad uno spazio mentale?
Come un lampo l'Essere ha colto la formulazione di questo pensiero, ed arretra di qualche passo come per avvolgerci meglio con lo sguardo; il suo sorriso ha qualcosa di divertito ma anche di amaro.
"Parliamo di spazio mentale, Fratelli: sappiate che ogni spazio è una creazione della mente, e si sviluppa eternamente secondo i limiti delle menti che lo animano. L'unico modo di Essere, di liberarsi dal cerchio, è realizzare questa verità: il Sè verso cui torniamo tutti è un punto nell'Assoluto, e questo punto è l'Assoluto stesso. Detto questo, dovete capire che questo luogo è ben reale, per quello che può valere questo termine. Reale entro i limiti del nostro Cosmo..."
[...]
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Artos

Re: da: "Viaggio a Shambhalla" di Anne e Daniel Meurois- Givaudan

Messaggioda Artos » 10/02/2012, 20:58

Grazie Gladius. Un saluto e abbraccio.

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Oliviero Angelo
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Re: da: "Viaggio a Shambhalla" di Anne e Daniel Meurois- Givaudan

Messaggioda Oliviero Angelo » 10/02/2012, 21:07

Ciao Artos. Grazie a Te! :emtc5:
Un abbraccio fraterno



dal Capitolo II

[...]

La percezione dei nostri io si spoglia una volta ancora, mentre l'energia verde ci estirpa dal profondo di noi stessi.
"L'energia dello Smeraldo, Fratelli! ... E' grazie ad essa che la Terra prenderà coscienza...
[...]
"Nell'attuale ciclo dell'umanità, più di diciotto milioni di anni or sono, i Grandi Fratelli delle Stelle presero dimora sulla Terra: ciò avvenne nei pressi dell'attuale polo Nord del pianeta, ed in seguito si spostarono nel luogo fisico che corrisponde a Shambhalla. Quella contrada non possedeva la densità che ha oggi, e in verità era molto più simile a Shambhalla, per molti versi.
I nostri Fratelli cominciarono allora a comunicare con la Terra, e decisero di abitarne il cuore ben sapendo che emana da una grande anima in rotta per l'infinito, come loro stessi. Avete mai sentito la voce della vostra Terra?"
[...]
Riprende imperturbabile il discorso, pur abbozzando un sorriso: "Esiste una forma d'Amore che non lascia spazio né all'affetto né all'emozione: è un Amore talmente bello che genera una pioggia infinita di luce, trasformando colui che lo emette in un vero e proprio sole.
Noi vogliamo solo questo, ed anche voi lo volete, né più né meno di tutti gli abitanti del pianeta. La storia dell'umanità non è null'altro che quella di un popolo che ha smarrito il cammino, e si perde nei meandri del tempo. Sono più di dieci milioni d'anni che la strada è stata dimenticata, ed ecco perché la luce di Venere è giunta fin qui, per tenere le redini del progresso dei popoli, per costruire dei parapetti...
Ma dovete capire, Fratelli, che queste redini sono anche da sempre gli strumenti della libertà: non hanno mai avuto il peso di un giogo imposto da chi prende le decisioni, ma l'elasticità di chi dà un suggerimento e la tenacia di chi possiede la conoscenza.
Guardate ora questa torre, prima di entrarvi; ho ancora qualcosa da dirvi, qualcosa di molto importante che sottintende molto di più. Il destino del pianeta Terra è unico, nel corpo galattico. Se apparentemente esso è condiviso dalle anime più disparate, tuttavia la loro missione è Una, ovvero sviluppare una qualità di Amoreben specifica. Non semplicemente l'Amore mediante la padronanza del Bello e del Buono, ma l'Amore al di fuori di ogni dualismo, perfetto e trasparente come un cristallo di rocca. Un Amore che deve insufflare la luce cristica fino nella pesantezza della pietra e unire gli apparenti contrari... Questo è il linguaggio del cristallo di rocca.
Ecco la saggezza coltivata pazientemente nei cuori umani dai Fratelli delle stelle, una saggezza che un giorno sorpasserà la loro, e sarà ancor più forte se estratta dalla torba totale. Possa dunque il vostro pianeta comprendere la Speranza e non l'abisso promesso dalle profezie, che si nutre delle forme-pensiero di paura..."
[...]
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Oliviero Angelo
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Re: da: "Viaggio a Shambhalla" di Anne e Daniel Meurois- Givaudan

Messaggioda Oliviero Angelo » 11/02/2012, 13:40

Dal Capitolo III


(Primo estratto del 'discorso' di Fratello D. K.)

[...]

...Diversamente dagli Esseri che abbiamo incontrato fin qui, indossa una veste bianca e serica, con una cordicella che segna appena i fianchi. E' di statura superiore alla media, il che contribuisce a dare un'impressione di serena potenza. Continua a tacere: forse si aspetta una nostra reazione... Il suo sguardo non ci abbandona, come un cristallo, come un raggio di saggezza, come se ammantasse della sua purezza tutto ciò che sfiora. Che dire? Che siamo felici della sua presenza? Che sciocchezza! Che banalità incredibile! E come chiamarlo? Maestro?
"Fratello..." dice semplicemente, rompendo così l'oro del silenzio. E con questa parola piena di tenerezza, il "Fratello" si siede in perfetta posizione del loto sul suolo di Shambhalla.


"Sorella mia, Fratello mio... Qui un nome conta poco. Chi io sia e quale sia il mio volto non ha importanza: l'Amore che vogliamo essere porta mille nomi e scolpisce mille volti, secondo le necessità dei Tempi... Ma, per favore, non gratificatemi dell'appellativo di Maestro: qui, e nel cuore di ognuno, ce n'è uno soltanto degno di tal nome, è Colui che non è necessario nominare. Che vuol dire essere maestri, Fratelli? E' tutto ciò che è, ovvero ciò che non fa finta d'Essere, ossia ciò che non si fregia degli attributi del transitorio; ed entro certi limiti, tutti noi siamo transitori."
Vedete, gli umani che sanno della nostra esistenza si divertono ad elaborare una quantità di falsità sulla nostra natura, il nostro posto e il nostro ruolo. Fin d'ora, Fratelli, potete constatare come il mondo di Shambhalla sia essenzialmente diverso da ciò che chiamate Astrale o con altri nomi ancora: diciamo semplicemente che la sua materia è più sottile di quella del vostro mondo. Stabilire nuove classificazioni non servirebbe a nulla; la forza mentale ha già avuto il suo regno, che è stato necessario, ma che ora bisogna domare e superare. Tutti, qui, abbiamo fatto del nostro meglio per mantenere e sviluppare questa forza, che era indispensabile per far germogliare nell'umanità certi concetti che altrimenti non avrebbero potuto sbocciare: ma, credetemi, essi verranno assimilati ben diversamente nel corso della prossima era.
Cominciate dunque col capire che questo non è un luogo dell'anima nutrito dai sogni, nè i vostri nè i nostri;non è neppure il luogo di villeggiatura di pochi saggi privilegiati che contemplano l'umanità e giocano con il suo destino. Shambhalla deve prender posto nella coscienza degli uomini come terra di Bellezza, d'Amore e di Conoscenza, ma anche di Lavoro. Nessuna dubbia forza ha elaborato questo luogo, nessuna volontà arbitraria ci ha creati quali siamo; la nostra unica pretesa è d'essere esseri umani, nè più nè meno della gente della Terra. E lo sottolineo: come tutta la gente della Terra.
Anche se certi, tra noi, sono in rapporto con il pianeta Venere per le loro lontani origini, questo non cambia nulla; d'altronde ben pochi uomini sanno che provengono da molti mondi e da molti sistemi solari, e che la Terra è soltanto una tappa, una nutrice.
Dunque non abbiamo capacità maggiori del più umile degli uomini, nè siamo mai stati designati da ciò che chiamate 'Dio' per sviluppare pretesi poteri. Siamo semplicemente noi stessi, mentre i terrestri non lo sono ancora: non saprei essere più chiaro.La nostra forza sta nel fatto d'aver compreso che non dobbiamo aspettarci un'energia esterna, qualsiasi sia il suo nome, qualsiasi sia la sua forma, ci faccia sviluppare: la Verità ultima, il motore d'ogni progresso, consiste nel comprendere che nulla può venire dal di fuori perché tutto è già in noi, persino la volta stellata che ogni sera contempliamo.
Questo, mi direte, è un luogo comune, un concetto già ammesso da tanti filosofi metafisici e spiritualisti: ma come l'hanno ammesso, Fratelli? L'hanno ammesso perpetuando nel loro cuore l''io' e il 'tu', il 'mio' e il 'tuo'.
Shambhalla vi parla d'Amore e di null'altro, non dei suoi simulacri. Noi non giudichiam, amici, perché un solo giudizio potrebbe disperdere il tesoro di luce di questo regno, ma questa è un'evidenza che potreste anche chiamare matematica. Ci limitiamo a constatare e ad allargarvi le braccia: sappiate che l'Amore non è un vago sentimento da dividere con gli altri, perché non si divide ciò che fin dall'inizio dei Tempi riempie tutto della sua presenza equanime. Ogni creatura, anche il più piccolo granello di polvere, l'ha ricevuto in abbondanza. E' tutto solo questione di coscienza, ossia di veli da sollevare. Il sasso, l'erba del sentiero, l'ameba, il cane che incontrate all'angolo della strada, sono tutti potenzialmente dei Cristi: se questo urta un'anima o una coscienza, è perché essa deve ancora disfarsi d'un altro peso. L'unica cosa che può urtare, se proprio si vuole usare questo termine, è il rifiutare la luce ad una forma d'esistenza. Fratelli, Fratelli, se il Grande Amore non c'illuminasse, sarebbe per quell'essere ignorati e disprezzati dalla Vita che potremmo piangere in questo luogo."
[...]

"Spesso mi giunge l'eco delle domande degli uomini della Terra: 'sì, sì, va bene ma qual'è la Via?' Si dice che le vie siano molte e portino tutte alla stessa meta, che si adattino ai temperamenti, ai climi; se devo essere chiaro, Fratelli, e per venire al sodo, vi dirò che non c'è nessuna Via. Riconoscere che c'è una Via equivale ad affermare che la luce è lontana dagli uomini, che è come un punto, un fulgore all'orizzonte.Ora, soprattutto, non dovete mai crederci. Non c'è affatto da camminare, non bisogna affatto proiettarsi nel futuro: il Grande Sole è già qui, in ognuno, intorno ad ognuno, e parlare di cammino è un modo per parlare di avvenire: e questa nozione è solo un'altra illusione.
L'Eterno Presente detiene la chiave: immobilizzate, o per meglio dire cristallizzate l'Amore in voi, e il Tempo si disintegrerà con tutto il suo corteo di progetti. Il vostro corpo di gloria attende semplicemente che lo guardiate in faccia, ovvero che smettiate di farne un qualcosam di ipotetico e vago quale un altro voi stesso da fabbricare.
L'Uomo sonnecchia nell'uomo. Qui viviamo il Risveglio; ci siamo semplicemente ritrovati, e ciò che chiamate 'meraviglie' sono solo la logica conseguenza dell'Essere, e non più dell'esistenza.L'Essere chiamato Maestro dagli uomini, è semplicemente colui che può proclamare 'Io sono? in tutto il suo splendore, cioè in tutta la sua impersonalità, o meglio la sua capacità d'inglobare il Tutto e fondersi in ogni forma di vita.
Tutto ciò che vi ho detto ora non è nè una lezione da imparare nè una ricetta per vivere un'era felice, giacché non v'è alcuna tecnica nè risposta razionale per risolvere il problema del 'Come Essere'.
La razza umana crede di trovarsi davanti ad un labirinto, ignorando che esso è l'immagine illusoria della proiezione dei pensieri: bisogna tuttavia smettere di decentrarsi, perché c'è solamente un passo dal sè al Sè, un passo che solo il nostro ego ci impedisce di compiere. L'anima ha il volto di questo ego: l'anima ha vissuto ciò che doveva vivere, è ora di lavarla e dissolverla nello Spirito da cui essa deriva. Dite pure 'io voglio', Fratelli, ma questo vostro 'io' sia un'Io' divino, e il vostro volere sia una nota nell'armonia delle sfere... e così sarà... perché lo è già!
A nulla o a ben poco vi serviranno le vostre conoscenze: chi ha mai visto un'enciclopedia sfogliarsi da sola? La scienza in conserva è indigesta. Il vostro Amore, se è Amore, non si trasformerà mai in equazione né in definizioni metafisiche.
Prendere una biro, ribattere un chiodo, preparare un pranzo, sono i gesti quotidiani degli uomini: se per voi sono insignificanti, sono anche la confessione del vostro smarrimento. Divengano invece le vostre preghiere di vita, così resterete al centro di voi stessi. No, Fratelli, non si tratta di credere; non è un problema di fede come spesso vi viene detto. E' un problema che riguarda il non attaccamento, la liberazione rispetto a ciò che si crede d'aver acquisito. Non bisogna credere, ma agire, o meglio lasciar agire la forza divina in sè. Così non è una tensione che si richiede all'uomo, ma piuttosto il rilassamento delle sue maschere.

Guardate ora i nostri corpi e il corpo di questo luogo: non sono abiti astrali come forse credete, né abbiamo lasciato i nostri abiti di carne da qualche parte sulla Terra, dietro di noi, ma abbiamo elevato la nostra materia densa fino a questo piano: nulla è superfluo nell'uomo, neppure ciò che egli considera vile e mortale, e persiste nell'avvilimento e nel ciclo delle morti ciò che si vuole far persistere in essi.
Il piombo e l'oro nascondono il medesimo essere: il grande segreto consiste nel far ammettere al piombo che deve far vibrare diversamente la sua pesante cappa. Allo stesso modo, ogni bambino è già in potenza un adulto compiuto: non è un'energia fondamentalmente nuova, ma una forza senza età che viene dal Sole, si copre di scorie, e di nuovo cerca il Sole.
Così, sappiano gli umani che non si possono disdegnare il corpo e la materia nella loro totalità senza appesantirsi ulteriormente da sè. La materia è il vostro trampolino, ovvero uno degli aspetti della vita a cui dovete far ritrovare la sua divinità o la sua luce originale. Vi dico, amici, che l'essere che fugge questa verità chiude le porte della sua essenza primordiale. Amate senza comune misura, amate come l'Amore stesso, e insufflerete nei vostri atomi di carne un tale slancio vibratorio
che non vi potete neppure sognare. Comprendete ora il vero senso della 'resurrezione della carne'? C'è solo una differenza di presa di coscienza, tra lo stato del granello di polvere, quello del sole e quello della galassia. Volete che ve lo dica in altro modo? Vi dirò allora: modificate la vostra lunghezza d'onda, non spostatevi più lungo lo stesso rigo musicale.
La vostra più inaudita speranza, è pur sempre al di sotto della realtà! Voi siete vibrazione perché ogni cosa è vibrazione, che lo vogliate o no. Così, siamo tutti modulabili, perfettibili, all'infinito.
Non v'è alcuna prodezza nell'aver compiuto o nel continuare a compiere questo stato di vita di cui ora siete testimoni: semplicemente, abbiamo cominciato a vivere il giorno in cui ci siamo finalmente visti quali siamo dentro di noi. Questo è ciò che toccherà ad ogni creatura.
Quando le religioni dicono: 'cercate la divinità o cercate Cristo in fondo a voi stessi', questo non vuol dire nulla di più: l'Uomo è Dio, contemporaneamente negli aspetti che ancora ignora di Lui e nella Sua globalità.
Non sentitevi urtati da queste affermazioni, per quanto possano sembrare brusche: ma ricordatele e meditatele. L'umano ha il compito di mettere fine all'energia centrifuga che l'allontana da se stesso: non saprei esser più preciso, Fratelli; ogni discorso diventa verbosità, se ci si spinge oltre."


(Continua...)
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