Capitolo I
(ESTRATTO DI ALCUNI "DIALOGHI")
"Siate i benvenuti in questa Terra, amici: grazie per non esservi opposti al Richiamo. Forse avrete già capito che è qui che lo scopo del vostro viaggio si precisa...
Lungi da noi i cerimoniali. Siamo i portavoce di coloro che oggi vi chiamano in questo luogo, e se ci siamo così riuniti è per conoscervi meglio e suggerirvi la realtà del Collegio dei nostri Fratelli. Sappiate che essi sono Fratelli anche vostri, così come di ogni altra creatura umana e non. Non vi sia dunque nessuna barriera tra noi, consci d'avere una sola volontà comune, perché l'Amore non si dà a mezze misure e non lo si può dividere in scomparti, come ben sapete.
[...] Oggi è il tempo della semplicità. In nome dei miei Fratelli vi dico che l'esoterismo deve cessare d'esistere, e che ciò che questo concetto ha finora coperto nella mente umana ha finito il suo corso. La segreta maturazione delle anime ha svolto il suo compito, sebbene resti ancora invisibile agli occhi della carne. Non separate ciò che è Velato da ciò che è Rivelato, e fate condividere l'Unico. Il nostro primo auspicio è che gli uomini non si dividano più, e soprattutto che coloro che pensano di sapere non costituiscano più delle scuole nel senso stretto del termine: s'avvicina il tempo in cui la coppa del Graal dell'umanità comincerà a riversare il suo nettare sulla sfera terrestre.
Rompete dunque ora il vaso dell'esoterismo, nonché quello dell'essoterismo: è il calice dell'Uno che bisogna cercare d'offrire, quello della Materia Illuminata, dello Spirito incarnato: ecco il grande compito che proponiamo a coloro che hanno deciso d'abbattere il muro del loro orgoglio e vogliono testimoniare nei loro corpi di carne la forza che anima Shambhalla dall'alba dei giorni della Terra.
Che questo lavoro non assuma la parvenza della sacralità: i cuori che ne raccoglieranno il seme e l'Amore che ne nascerà sono sacri perché sono, dall'eternità, particelle di luce che si svela a se stessa. Se accettate questo cammino nella semplicità, allora siate ricevuti più che mai come nostri Fratelli.
Non prendetelo come un incarico: il linguaggio dell'Amore è un peso solo per coloro che non lo comprendono."
[...]
"Siete qui per Kristos, riprende improvvisamente l'Essere, sottolineando le parole. Dovete capire bene ciò che dico, perché il Kristos della Terra, delle Stelle e del Sole non appartiene né ad un popolo né ad una religione: è la Forza prima e ultima, presente in ogni confessione, è la Via mediante la quale si animano tutte le energie d'Amore e di Pace in tutte le contrade dell'Universo. Prendete questa verità come la chiave di ciò che ci proponiamo di affidarvi. Il Kristos del Grande Sole non può essere di proprietà di una religione, ma è il soffio che le anima tutte.
[...] Ricordate bene la melodia sulla quale vogliamo cantare, e possano i vostri cuori preservarla con cura; un tempo venivano qui i profeti, oggi sono i seminatori. [...] Questo messaggio incidetelo a caratteri d'oro, perché possa trasparire in ogni vostro discorso: Non è il ritorno del Cristo fisico che l'uomo deve aspettare, ma la nuova venuta del suo Principio nel cuore. E' questo che vi lacererà e farà rifiorire il pianeta."
[...]
Un leggero fruscìo sul pavimento lastricato interrompe il filo dei pensieri; una figura vestita d'azzurro ha lasciato il suo seggio, e tiene in manoo un oggetto chiaro e di forma allungata: pare un bastone, o qualcosa di simile... La sua voce ha un suono ancor più cristallino della precedente, e l'Essere muove pochi passi verso di noi, abbozzando un sorriso e tendendoci l'oggetto.
"Guardatelo bene: è un semplice pezzo di legno. Ma vi troverete due file di undici nodi, in ricordo delle due barche che un tempo accostarono alla Gallia, soprattutto a causa dell'Energia del Ventidue; i ventidue trionfi del Grande Tarocco riassumono il cammino sul quale tentiamo di guidare l'umanità nel suo insieme, così come ogni essere che voglia portare il nome di Uomo. Questi ventidue nodi, queste ventidue ruote sono anche il nostro Tao: per chi sa leggere, è la via del Tau che riconcilia i due poli della grande ronda cosmica, l'Alfa e l'Omega...
[...]
Ecco dunque: questo bastone sarà il bastone del pellegrino, e non esitate a spezzarlo anche solo per risparmiare la vita del più misero degli insetti, se necessario. Sono i piedi ignudi degli uomini che ci interessano: tutti coloro che varcheranno la soglia di questo mondo in un senso o nell'altro, dovranno aver fatto proprio questo concetto. Capirete che chi ha l'incarico di parlare in nome della forza di Kristos può farsi scudo solo dell'incommensurabile amore del Tutto : forse la giudicherete un'immagine consunta, Fratelli, ma il fuoco che la riempie è essenzialmente inestinguibile!"
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Ci rendiamo semplicemente conto che da quando ci troviamo in questo luogo non abbiamo ancora aperto bocca; ma si può parlare davvero di un luogo? Una simile bellezza non appartiene forse piuttosto ad uno spazio mentale?
Come un lampo l'Essere ha colto la formulazione di questo pensiero, ed arretra di qualche passo come per avvolgerci meglio con lo sguardo; il suo sorriso ha qualcosa di divertito ma anche di amaro.
"Parliamo di spazio mentale, Fratelli: sappiate che ogni spazio è una creazione della mente, e si sviluppa eternamente secondo i limiti delle menti che lo animano. L'unico modo di Essere, di liberarsi dal cerchio, è realizzare questa verità: il Sè verso cui torniamo tutti è un punto nell'Assoluto, e questo punto è l'Assoluto stesso. Detto questo, dovete capire che questo luogo è ben reale, per quello che può valere questo termine. Reale entro i limiti del nostro Cosmo..."
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