
foto del comune di Barengo
La prima volta che ho visto la coppia di Cicogne stavo viaggiando in auto da Novara ad Armeno, per dare un altro sguardo alla nuova casa che avevamo appena affittato.
Erano lì, nobili creature alate, sull'argine della risaia, incuranti del mio sguardo. Non avevo mai visto le Cicogne dal vero.
Nelle risaie si vedono tanti trampolieri, sopratutto aironi cinerini ma queste creature sono rare e speciali.
La Cicogna Bianca è un uccello di grandi dimensioni, alta circa un metro, con un'apertura alare che raggiunge i 180 centimetri e un peso che va dai 3 ai 5 chili. Come dice il nome è di colore bianco tranne le penne remiganti che sono nere; il becco e le zampe sono arancioni (quando sono pulite...).
Si ciba di insetti, anfibi, piccoli pesci e roditori che trova in praterie umide ed erbose e nelle risaie.
La cicogna depone 4-6 uova nei mesi di marzo e aprile, la cova dura un mese e dopo 3 mesi i piccoli sono in grado di volare.
Sono arrivate a Barengo nel 1993 e hanno deciso che la zona era piacevole e adatta per nidificare. Inizialmente, leggo la notizia sul sito del comune, hanno costruito il loro enorme nido tra le braccia di una statua sul tetto della chiesa. Ma questo pare abbia creato grossi inconvenienti a causa della grandezza del nido e del suo pesa. Sì perché chiamarlo nido è riduttivo, si tratta di una vera e propria opera di ingegneria. Alcuni nidi misurano fino a 2 metri di diametro e 3 metri di profondità. Il nido di una cicogna può essere utilizzato per molti anni.
Dopo che la statua è stata tolta, pare fosse pericolante, la coppia ha spostato la residenza poco lontano, in cima a un palo del telefono costruendo la loro casa in bilico sulla cima. Sono passati anni e, a dispetto dei temporali, dei forti venti, della neve e della grandine, il nido è lì, solida opera di intrecci incredibili.
Vedere le cicogne in libertà, ha qualcosa di magico che mi dà un senso di soprannaturale, di antiche favole. Da sempre potente auspicio di rinascita, la cicogna era considerata sacra a Giunone, Le sue grosse zampe affondano nella terra bagnata, fangosa, sul fondo delle risaie e la sua figura elegante si protende verso il cielo che può solcare quando vuole. Ci insegna a comprendere le nostre emozioni, a tendere verso il blu del cielo, e a trovare nutrimento nella madre Terra.
Incontrarle è un buon auspicio, ci indica che, su qualche livello, stiamo per godere di un rinnovamento nella nostra vita... e per noi è stato così, stavamo iniziando una nuova vita. Vederle mi mette la gioia nel cuore. Non cantano come gli altri uccelli ma si parlano con un linguaggio tutto loro, sembra un rumore di legnetti che battono uno contro l'altro. Aprono e chiudono il becco velocemente, con forza, generando un suono che assomiglia a un concerto di nacchere.
E' stato bellissimo quando, passando di lì un paio d'anni fa, ci siamo fermati di colpo. Il nido traboccava letteralmente di piumaggi bianchi e neri. Finchè sono piccoli i cicognini non sono visibili perché sprofondati nell'ampio nido ma quando sono cresciuti....
La mamma e quattro “piccoli” ormai grossi come lei stavano pigiati sul bordo del nido, perfettamente distribuiti in cerchio, beati, a guardare il cielo e la terra dalla loro posizione privilegiata. Sul palo vicino, da solo, il papà cicogna, appollaiato e impettito, a guardare con orgoglio la sua prole così bella.
Migrano, se ne vanno a svernare in Africa e, quando inizia a intiepidirsi l'aria, tornano, portando la loro magia, con i lunghi voli silenziosi, planando sulle risaie. E quando passo di lì mi chiedo... saranno già tornate? Le cerco con lo sguardo e, quando le vedo il mio cuore mette le ali e vola con loro per un po'....



non ho foto nostre, provvederò, per ora metto quelle che si trovano su internet