Il Popolo delle Stelle
Scritto da Esta
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Oggi, nei paesi occidentali, si discute da anni sull’esistenza o meno dei misteriosi “alieni”. Il termine alieno (latino alienus dal greco allos= altro, estraneo) indica qualcosa di diverso, con accezione comunemente negativa: qualcosa di “altro” da se’, di diverso e quindi implicitamente pericoloso, sconosciuto, misterioso, lontano.Nativi e Popoli delle Stelle
Non tutti sanno però che i popoli nativi, quei popoli che hanno conservato le loro antiche tradizioni ed il loro stile di vita basato su un profondo rispetto per la vita in tutte le sue forme (come i nativi americani delle grandi praterie, i superstiti degli antichi popoli andini, gli aborigeni australiani, ed alcuni popoli africani scampati all’uomo bianco), hanno anche loro una opinione sulla questione "alieni". La cosa fondamentalmente diversa è che però, rispetto a noi, loro partono da una visione di questi “esseri preter-umani” che siano di altri mondi o di altre dimensioni, come fratelli.
Li chiamano “i popoli delle stelle”, o anche 'i fratelli delle stelle', e ricordano nei loro miti la storia della creazione del genere umano, le ere del mondo, e il momento in cui ci separammo da loro.
Oggi che finalmente abbiamo iniziato ad ascoltare con meno pregiudizi anche la storia orale degli antichi popoli, essi ci raccontano di essere da sempre in contatto con loro.
E’ una concezione del tutto diversa: da alieni a popolo, da nemici a fratelli, da oscuri misteriosi e lontani, ad esseri viventi con una loro intelligenza e intenzioni non belligeranti.
Gli sciamani di tutto il mondo da sempre sono in contatto con i Popoli delle Stelle.

Il sacerdote maya Haunbatz Men disse: Noi Maya sappiamo che veniamo dalla Terra, ma capiamo anche che parte di noi appartiene al cielo, al cosmo, a qualche altra legge al di fuori di questa splendida dimensione. Noi maya infatti comprendiamo che nello stesso tempo noi siamo della terra ma in cielo abbiamo una famglia più grande. E la parola che usiamo per indicarla è mishule. Mishile significa i nostri fratelli e le nostre sorelle al di fuori di questa splendida Terra.
Molto tempo fa noi maya eravamo in comunicazione con ogni altra razza del mondo e al di fuori del mondo. E' per questo che ci identifichiamo con la gente dell'aria. Questa è la ragione per cui abbiamo tanti simboli, molti dei quali sono di qualcosa che esiste nell'aria, come quello di Kukulkan o di Querzacoatl, il simbolo del serpente volante.
Secondo i più segreti miti tramandati da questi popoli, che recentemente hanno deciso di diffondere, esiste un'antichissima, ancestrale forma di vita: il Serpente Cosmico – ovvero in linguaggio moderno qualcosa che potremmo riassumere e semplicizzare con il concetto di DNA -, che da milioni di anni si diffonde per l'universo, (forse perché lì dove è nato ora non è più possibile viverci), e genera la vita sui pianeti dove questa è possibile (PANSPERMIA INTELLIGENTE).
Il DNA, scoperto da Francis Creek attraverso la visione mistica di due serpenti intrecciati, e presente nella memoria umana sin dagli albori dell'umanità (ad es. il simbolo del caduceo, il simbolo della medicina), fra i popoli sciamanici ed aborigeni è noto come "Serpente Cosmico", nelle culture "civilizzate" invece è rimasto come ricordo atavico quello del Drago.
Il DNA infatti, come spiegato da Creek stesso, non è possibile che si sia evoluto sulla Terra, essendo comparso già perfetto, estremamente complesso, ed essendo poi rimasto immutato in milioni di anni,. Ma quello che si sta riscoprendo solo oggi in occidente, è che il dna è qualcosa di intelligente, dotato di vita propria, e vive in simbiosi con noi...la vita dell’uno non ci sarebbe senza l'altro.
Passiamo a qualche decina di migliaia di anni fa (circa 75000)
Esistono degli esseri, chiamati dalle varie culture Elohim, Nommo, etc, il cui compito, secondo i resoconti orali dei popoli nativi, compito è quello di girare per l'universo alla ricerca di pianeti su cui si sia sviluppata la via (che come abbiamo visto ha a che fare con il serpente cosmico). Secondo vari miti, essi selezionarono la razza più avanzata sviluppatasi su questo pianeta, nel nostro caso un tipo di ominidi discendenti dai primati, e li manipolano geneticamente mescolando il proprio dna "angelico" al loro. Forse non lo fecero per usarli come schiavi (come ipotizza Sitchkin) o per chissà quale motivo, bensì per amore per la vita.
75000 anni fa presero gli ominidi e li trasformarono in HOMO SAPIENS - ed ecco spiegato il famoso anello mancante (Darwin stesso nella sua opera “L’origine della specie”, disse espressamente che la teoria evolutiva non poteva essere attribuita all’uomo). Questi nuovi "esseri umani" svilupparono di punto in bianco l'arte, la religione, e primi rudimenti tecnologici.
Alcune migliaia di anni dopo secondo le mitologie, gli esseri stellari tornarono e li perfezionarono, creando i SAPIENS SAPIENS (ovvero noi ) e per alcuni millenni rimasero qui con noi per assistere al nostro sviluppo. Era il tempo degli "dei".
Poi con il tempo gli dei se ne andarono (o smettemmo di vederli?), se non per tornare sporadicamente per ricordare agli umani le loro origini "divine", sotto forma dei grandi "maestri" dell'umanità: buddha, cristo, maometto, zoroastro, huan yin, donna bisonte bianco, e così via.
Il problema forse è che per come siamo fatti, noi esseri umani tendiamo a sviluppare la tecnologia molto più velocemente rispetto alla spiritualità...quindi ci sono state diverse "ere" umane, come spiegano anche i maya, in cui l'umanità è arrivata ad enormi conoscenze tecnologiche, usandole però molto male....è come dare la bomba atomica in mano ad un bambino!
Quindi secondo questa visione, ciclicamente arriviamo quasi alla distruzione della Terra, causando ovviamente delle grandi catastrofi (anche se mai come ora) e poi i superstiti riniziano tutto da capo, senza tecnologia e con importanti messaggi da tramandare perché la distruzione dell’umanità non riaccada. Ecco spiegate secondo studiosi come Graham Hancock e Robert Bouval la costruzione di molte misteriose strutture antiche come le piramidi di Ghiza in Egitto, il tempio di Angkor Watt in Cambogia e diverse strutture del Sud America che sono connesse con le costellazioni e sembrano costruite per tramandare nei millenni la data di 12.500 anni fa, quando l’ultima catastrofe sopraggiunse sulla terra.
Per questo alcuni popoli scampati dalla scorsa distruzione, come i nativi americani ed i maya, conoscevano benissimo la ruota (come testimoniato da importanti ritrovamenti nelle giungle mesoamericane) e le tecnologie per volare (come i modellini maya a forma di aerei), ma non le usavano per scelta. perché ricordavano, e ricordano tutt’ora, qual’è il prezzo da pagare.
Questa secondo i Maya è la fine della quarta era, siamo prossimi ad un grande cambiamento, e sembra che gli Elohim torneranno per ricordarci ciò che abbiamo perso per strada in questo "piccolo" lasso di tempo (15.000 anni). Ma non torneranno a salvarci. Dobbiamo pensare ora, noi a noi stessi ed al pianeta. Dalle scelte individuali dipende il destino di questa civiltà.
Secondo gli interessantissimi studi di Graham Hancock nel libro “Sciamani”, in realtà siamo da sempre in contatto con questi esseri multi-dimensionali, che però sono al di la della nostra soglia percettiva.
Sappiamo che l’essere umano è attualmente in grado di percepire meno del 10% di tutto quello che esiste intorno a lui (Range sensoriale). Ad esempio dell’intero spettro dei colori esistenti, ciò che possiamo percepire è meno del 10% e va dal rosso al viola. Sappiamo che esistono frequenze visive come l’ultravioletto e l’infrarosso, ma ne esistono molte di più che neanche possiamo immaginare. Anche dei suoni percepiamo meno del 10%. Pensiamo a molti animali come cani e gatti che percepiscono ultrasuoni per noi non percepibili. Quindi noi comunemente non percepiamo il 90% di ciò che esiste intorno a noi.
E se questi esseri vibrassero a frequenze al di la’ del nostro range percettivo? E se il nostro range non fosse sempre stato così basso? Questo spiegherebbe la progressiva “scomparsa degli dei” e il ricordo ancestrale di esseri mitologici e fantastici un tempo creduti reali, forse sperimentati, oggi dimenticati e rimasti leggende. Ma noi sappiamo che esistono modi per andare oltre la propria soglia percettiva. Che sia una pratica sciamanica, una sostanza “allucinogena” (ovvero “che porta luce nella propria visione”) come negli esperimenti degli anni ‘70, che sia il ritmo costante di un tamburo che stimola la ghiandola pineale a secernere la melatonina ed altre sostanze che ci sintonizzano su altri piani di questa stessa realtà, che siano le danze sufi, o che abbiamo innato in noi questo potere. Il 3% della popolazione mondiale vede e sente cose che il resto della popolazione non percepisce neppure. Fra questi ad esempio i famosi “grigi”.
Secondo la personale interpretazione di Hancock, quelli che oggi sono chiamati alieni erano un tempo chiamati "piccolo popolo", fate, folletti e ancora prima erano chiamati spiriti e antenati dagli sciamani. Gli indiani d'America li chiamano "il popolo delle formiche" e dicono che erano i precedenti abitanti di questo pianeta. Cambia solo il contesto, la mentalità di chi li incontra, e quindi il suo modo di catalogarli, ma si parla delle stesse identiche esperienze.
La scelta, presa per buona questa teoria, potrebbe essere fra considerarli nemici a priori, o ascoltare quello che hanno da dire.