Da quando ero una ragazza...ma quanto tempo è passato!...ho sempre desiderato vedere l'India. Non so perché, forse antiche memorie nascoste nella mia anima, echi di vite passate che ogni tanto si facevano sentire.
Nel 1995 ho finalmente potuto rendere reale quel sogno. Ho racimolato i soldi vendendo orecchini e altre piccole cose e sono partita, letteralmente all'avventura, con altre tre donne, con tanta voglia e solo la prima notte prenotata a Bombay.
Perché dico..."se entri nel cuore dell'India"? Perché solo così la puoi capire e amare. Se si rimane in superficie, se ci si chiude per paura di vedere, si scapperebbe a casa dopo due giorni.
Sono tanti i contrasti, tanti gli aspetti che con la testa e con la logica non puoi accettare. Trovi una povertà che qui da noi sembra non esistere, sembra, in realtà, nelle nostre civilissime città,ci sono persone, chiamate superficialmente barboni, che muoiono di freddo coperti solo da qualche foglio di giornale.
In India la povertà ti viene sbattuta in faccia e se ti fermi all'apparenza, come ho detto, scappi. Lì la morte si affaccia e la tocchi, urtando un cadavere avvolto nella plastica, che galleggia sul Gange, o sentendo l'odore acre delle pire. La malattia è per strada, sotto i tuoi occhi, persone deformi che non vengono nascoste, nè evitate come nel civilissimo occidente. In India non si ha paura di loro. Lì è tutto diverso e se non vai nel cuore di questo grande e complicato paese, perdi qualcosa.
Cosa perdi? Perdi la verità. Perdi il sorriso di bambini che non hanno niente secondo la nostra cecità occidentale, ma hanno un sorriso che qui non vedi. Perdi quel senso di serenità e calma che aleggia negli occhi dei vecchi e tanto altro. Piano piano racconterò di questo mistero chiamato India e del mio amore per i suoi tesori.
Shanti
