ARTU' PENDRAGON

Tradizioni, miti, racconti del Popolo Celtico
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drago-lontra blu
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ARTU' PENDRAGON

Messaggioda drago-lontra blu » 19/02/2009, 21:53

I soggetti dei miti, come abbiamo già potuto constatare non sono quindi gli esseri umani, che siano
re o imperatori o maghi o regine, ma i moti e le posizioni delle stelle, dei pianeti ed in particolare
delle 12 costellazioni zodiacali, che si alternano nel portare l'equinozio di primavera.
Alla luce di questo codice, il simbolismo del re pescatore che custodisce il graal diventa evidente
prendendo la forma della costellazione dei pesci che, da oltre 2000 anni, è portatrice dell'equinozio
di primavera. Questo simbolismo è confermato in tutte le versioni in cui al posto del re pescatore, si
trovano i cavalieri della tavola rotonda che pescano strani e grossi PESCI, oppure da altre versioni
dove il ricco PESCATORE diventa tale dopo aver nutrito con un solo PESCE, pescato nel graal,
tutti i cavalieri della tavola rotonda.
A levarci l'ultimo dubbio, sempre se ve ne fosse bisogno, troviamo la genealogia di re ARTU, che
la tradizione vuole come figlio di PENDRAGON.
Il padre è chiamato Uther Pendragon , allusione evidente alla costellazione del Dragone.
Artù (Arturo o Arcturus ) significa "Guardiano dell'Orsa " e come è noto, esiste una stella Arturo
che è la maggiore della costellazione di Boote, cioè del guardiano di buoi.
Diventa evidente che attraverso il mito viene rappresentata una situazione astronomica, che indica
una successione tra la costellazione del Dragone (Uther Pendragon, il padre ) e quella di
Boote(Artù, il figlio ).
Artù è il guardiano dell'orsa e l'orsa è la costellazione che capeggia il nord; se Artù è succeduto a
Pendragon significa che l'orsa è succeduta al Dragone. In parole povere, si fa riferimento ad epoche
antichissime, quando la costellazione del Dragone aveva una posizione ( rispetto al Nord) analoga a
quella attuale di Boote.
(nel 3000 A.C. la posizione polare era occupata da Alfa Draconis, all'epoca degli antichi greci la
costellazione che prendeva il posto di polare era Beta Ursus Minoris e nel 14000 D.C sarà Vega.)
ARTU' corrisponde all'attuale stella polare, l'ORSA MAGGIORE, mentre prima la stessa posizione
era occupata dalla costellazione del DRAGONE. Ricordiamo che la precessione degli equinozi ha
come effetto anche quello di alternare le costellazioni o le singole stelle, che fungono da stella
polare.
La tradizione ci segnala inoltre che il sacro Graal è una trasmutazione o trasfigurazione di uno
stato, altro chiaro riferimento alla precessione degli equinozi che trasforma il cielo, con il suo lento
incedere.
Il Graal è la conoscenza di questo codice astronomico precessionale, tramite cui si esprimono tutti i
miti e tutta la tradizione antica e, come vedremo in seguito, è la lingua degli alchimisti e degli
ermetici egiziani.
Alla luce di questo forse riusciamo a capire perché i siti dove è custodito il sacro graal sono
molteplici, non trattandosi di un oggetto fisico, ma di una conoscenza segreta tramandata sotto
forma di mitologia.
Ora, senza falsa modestia, possiamo affermare che il graal è custodito anche a Bologna.(Avendone
compreso la natura astronomica ed essendone entrati simbolicamente in possesso.)
Quindi anche il mito del sacro graal, come tutta la mitologia che arriva dal profondo passato, è
portatore di un messaggio indirizzato alla civiltà che vivrà alla fine dell'era dei pesci, la nostrA
....
:cheers:

scusate, non so più da dove ho preso l'articolo...grazie .
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ARTU' PENDRAGON

Messaggioda Ospite » 20/02/2009, 10:58

Durante il Medioevo scrittori specializzati in mitologia raccolsero le circostanze della vita di Artù e le innestarono in differenti temi.



Artù divenne la costellazione dell'Orsa Maggiore, Arktos, e le costellazioni circumpolari furono identificate con Artù, perché il Grande Carro o Orsa Maggiore compie il giro del cielo attorno alla Stella Polare e ogni ventiquattr'ore punta sul Nord della Britannia.



L'immagine dell'Orsa è molto interessante perché ci riconduce anche alla scoperta di altri simboli e tradizioni tipicamente nordici, legati alla sacralità dell'orso, animale di grande forza e maestosità, universalmente presente nell'emisfero settentrionale.
Come spirito della vegetazione, l'orso maschio era sacrificato una volta l'anno per assicurare la rinascita della vita in primavera
.




L'altro aspetto della sacralità dell'orso è la sua associazione con la maternità e con la Grande Dea. I ricordi popolari ci dicono che l'orsa fu un'antenata totemica, una madre generatrice, come la cerva e l'alce.
La dea Artio (Dea Orsa) era venerata dai Celti. A Berna, centro di culto dei Celti, si identificava l'orso con la Dea ed esso venne scelto come suo simbolo
.




Il nome Artù deriva dalla parola celtica Art, che significa orso, pietra, divinità.
Artù è l'uomo orso o l'uomo protetto dall'orso/orsa. Da un lato possiamo riconoscere il collegamento con la forza della Madre Primordiale, la dea Artio, che difende i suoi figli dal pericolo, dall'altro, con la forza dell'orso maschio.
In seguito, troveremo infatti, anche il Dio Orso Artaois, il Guerriero Spirituale o Guerriero della Luce, in cui in seguito viene identificato Artù
.




L'importanza dell'Orso nella tradizione dei Druidi è evidenziata anche con dei collegamenti astrali. I Druidi veneravano la Stella Polare e l'Orsa Maggiore, detta anche l'aratro dell'orso o l'aratro di Artù.
Artù stesso veniva associato a questa costellazione, al Solstizio d'Inverno, quando il tempo della notte è più lungo e ci si rivolge, per chiedere consiglio e ispirazione, alla Stella Polare, che brilla fortemente vicina all'Orsa Maggiore, la Stella di Artù.
Allora Artù e l'Orsa divengono il nostro intuito, la nostra guida, per questo motivo il sosltizio d'inverno è conosciuto come Alban Arthuan: la Luce di Artù.




Sono state fatte altre connessioni tra il nome di Artù e quello di Arthurus, la stella arancione di prima grandezza che attraversa il cielo estivo e scompare oltre l'orizzonte orientale ad
Halloween




Per estensione in una seguente associazione astropogica, Artù divenne il Sagittario, l'Arciere, anch'egli nel mito grande maestro con molti giovani protetti, tra cui Galvano, Lancillotto e Perceval.
Come Sagittario la sua celebrazione cadeva vicino o durante l'antica festa celtica d'autunno, Samhain.
Così, Artù chiude il circolo tornando alla sua posizione di grande padre dell'umanità, il dio dei morti che
apre le tombe all'equinozio d'autunno
.



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ARTU' PENDRAGON

Messaggioda drago-lontra blu » 20/02/2009, 13:41

Bello, bello, bellissimo.... sono informazioni che non avevo, leggo e rileggo, grazzzzzzzzzziiieeeeeeeeeeeeeeee
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