Per Vivere, soltanto
di Arturo Onofri
" O Terra, o Madre, fa ch'io più non riesca a pensare
ma ch'io viva soltanto; viva come, d'agosto,
i nidi delle rondini partite verso il mare:
i nidi dove al vento tremano ancora, nascoste,
tenere piume dei nati
che per la prima volta le madri spinsero al volo,
alcuni giorni innanzi la migrazione sul mare.
O Madre, ascolta, ascolta: fa che nell'anima mia tremino,
soli, avanzi di piume che s'impigliarono spiccando il primo volo.
Ma se non vuoi mutarmi in nido, fa che almeno io sia come quel pazzo
che a mezzogiorno, solo, in mezzo alla strada ardente,
dirige con una canna, dimenando le braccia, l'orchestra delle cicale.
Ch'io dimentichi tutte ma tutte le parole,
ch'io senta i polmoni gonfiarsi del tuo fresco respiro
e ch'io non lo sappia lodare che in un lungo sospiro.
Fa ch'io mi creda un sèrpere di fiume,
calmo, argenteo le notti di luna piena;
e il mio fluire lento non abbia che silenzio, nella murmurea voce.
Fa ch'io sia soddisfatto come al mare una foce.
Ma se mi meditasti, o Terra, con grande fatica,
perch'io ricordi agli umili le fonti della vita soave che tu ci desti:
Madre possente e pudica, fa di me quel che vuoi, poi ch'è tua la mia vita. "
(da Canti delle oasi, 1909)

di Arturo Onofri
" O Terra, o Madre, fa ch'io più non riesca a pensare
ma ch'io viva soltanto; viva come, d'agosto,
i nidi delle rondini partite verso il mare:
i nidi dove al vento tremano ancora, nascoste,
tenere piume dei nati
che per la prima volta le madri spinsero al volo,
alcuni giorni innanzi la migrazione sul mare.
O Madre, ascolta, ascolta: fa che nell'anima mia tremino,
soli, avanzi di piume che s'impigliarono spiccando il primo volo.
Ma se non vuoi mutarmi in nido, fa che almeno io sia come quel pazzo
che a mezzogiorno, solo, in mezzo alla strada ardente,
dirige con una canna, dimenando le braccia, l'orchestra delle cicale.
Ch'io dimentichi tutte ma tutte le parole,
ch'io senta i polmoni gonfiarsi del tuo fresco respiro
e ch'io non lo sappia lodare che in un lungo sospiro.
Fa ch'io mi creda un sèrpere di fiume,
calmo, argenteo le notti di luna piena;
e il mio fluire lento non abbia che silenzio, nella murmurea voce.
Fa ch'io sia soddisfatto come al mare una foce.
Ma se mi meditasti, o Terra, con grande fatica,
perch'io ricordi agli umili le fonti della vita soave che tu ci desti:
Madre possente e pudica, fa di me quel che vuoi, poi ch'è tua la mia vita. "
(da Canti delle oasi, 1909)
