Cara Terry, l'ho sperimentato ed è bellissimo, specialmente andando oltre le mura di casa. Un abbraccio.

fai il contrario pensa intensamente a una cosa sola e solo a quella , a una luce a una musica ecc


poi fammi sapere

anche io avevo difficoltà . Poi mi hanno detto di recitare l'om come mantra.
Ovviamente pensando e non cantando.
Ti assicuro che non rimane posto per altro, si è concentrati sull'om.
dopo qualche tentativo , sucessivamente anche il mantra cessa da solo, forse per stanchezza e resta solo il silenzio.
Almeno, con me ha funzionato.

L'arto fantasma, ossia la percezione di ciò che un tempo era parte di noi ed ora pensiamo che non ci sia più .

Per capire questo discorso devo aprire una premessa, l'uomo come quasi tutti sappiamo è circondato da un campo elettromagnetico, chiamato Aura, quest'ultima è l'emanazione del nostro corpo fisico, su piani diversi della creazione , ma nel tempo stesso il corpo è il risultato della sovrapposizione di questi e altri strati energetici , come se sovrapponessimo fogli di velina di diversi colori , nella parte centrale dove si formerà più spessore , la luce non riesce a passare formando un punto scuro; il concetto è uguale noi siamo il punto “scuro”.

Quando perdiamo una parte di noi sul piano materiale , non vuol dire che abbiamo perso anche tutta la parte energetica che costituiva il nostro organo, ma solo quella che corrisponde alle emanazione e non alla creazione ( se avessimo più capacità potremmo ricostruire l'organo come fa una lucertola, ma dato che siamo ancora limitati accontentiamoci ).

nel prendere coscienza della parte energetica del nostro organo scomparso, come in tutte le cose la nostra mente gioca il ruolo più importante, quando perdiamo qualcosa diamo per scontato di non possederla più questo anche da parte di chi ci circonda , spesso con persone che hanno subito traumi il pensiero comune di chi è attorno conferma e convalida in trauma subito, purtroppo è un grossissimo limite perché ci impedisce di andare oltre , ossia se perdo una mano per tutti ho perso una mano, non ho perso la forma materiale della mano sicuramente non potrò muovere oggetti materiali ma posso continuare a percepire con il tatto e altri sensi ( molte persone cieche fin dalla nascita conoscono il senso dei colori pur non avendoli mai visti con gli occhi ), perché la mano esiste ancora.

La tecnica per espandere il corpo di luce , se fatta con attenzione , porta lentamente alla percezione dei campi energetici attorno a noi, questo ci permette, di infondere energia anche dove “ non pensiamo più di avere l'organo” ossia ricostruiamo mentalmente il nostro organo attraverso un fascio di luce, questo porta con il tempo a percepire la forma energetica dell'organo come se questo esistesse realmente.

Come in tutte le cose dove avviene un trauma ci sono i pro e i contro, l'impatto emotivo è uno dei fattori più devastanti nella nostra psiche e il continuare a percepire un organo la dove la nostra vista, non riesce, può riportare ulteriori complicazioni di accettazione di quanto è accaduto, ma per chi ne abbia voglia e consapevolezza di sé diventa sicuramente un' ulteriore crescita .

Per dar compimento all'ego dell'antico maestro di luce citato da Shanti posto questa traccia, sempre nella speranza che a qualcuno possa servire.

Come rigenerare le ferite ( ferite fisiche )
che si tratti di ferite da trauma o interventi il processo è identico.
Consiste nel ricostruire la rete energetica che ci costituisce al fine di accelerare il rimarginarsi naturale del trauma.

Facciamo un passo indietro, come tutte le strutture materiali anche noi siamo costituiti da una fittissima rete energetica suddivisa in vari livelli. Noi lavoreremo a un livello intermedio che si colloca sul piano cellulare, come una fitta rete ove nelle sua maglie alloggiano le cellule.

Fatta questa premessa ora cerchiamo di capire come operare, bene o male la struttura energetica è sempre la stessa ma prendiamone coscienza. Se osserviamo la nostra mano su uno sfondo bianco notiamo tra le dita un lieve alone più o meno colorato o con riflessi effetto acqua, ok usiamo questa forma di emanazione, se avviciniamo i due indici uno di fronte all'altro, vediamo che gli aloni tendono a congiungersi , più li allontaniamo più l'alone si assottiglia fino a staccarsi nuovamente.
Ora con un po' di pazienza e con lo stesso metodo spiegato nell'arto fantasma cerchiamo di mantenere questo collegamento distanziando il più possibile le due dita (PS. Non più di 7-8 cm non serve ). Quando abbiamo capito come far funzionare questo meccanismo passiamo alla percezione.
Posizioniamoci con il nostro dito (ognuno usi quello che più gli piace) a 3/5 cm dal palmo della mano senza toccarlo, proviamo a modulare questo fascio di luce finché sul palmo non sentiamo una leggera pressione, ora muovendoci sulla mano avremo l'impressione di scrivere sulla pelle. Come per tutte le cose ci vuole un minimo di pazienza e allenamento che varia da quanto siamo propensi ad ascoltarci.

La ferita, come anche altri traumi andrebbe il meno coperta possibile ( rimanendo nel buon senso evitando infezioni), questo perché, più è presente nel nostro conscio più è veloce la nostra risposta,
comunque adesso con il nostro ditino ci posizioniamo a uno dei due capi della ferita e facciamo la stessa procedura eseguita prima sulla mano, appena sentiamo la pressione ci muoviamo a zig zag come se dovessimo cucire, per un massimo di uno o due centimetri, tutto molto lentamente ripetendo i passaggi più volte e più volte nella giornata.
Possiamo usare anche punte di quarzo o altro cristallo che amplifichi l'emissione, ma non essendo il mio campo non saprei cosa consigliare (una particolarità i cristalli tendono a frazionare la luce per cui dovete trovare la giusta modulazione per ottenere il risultato di prima).

Non aspettatevi guarigioni miracolose perché i tempi biologici sono quelli del nostro corpo.
Questo lavoro serve sopratutto per rimarginare ferite che tendono a protrarsi nel tempo e cicatrici da interventi che hanno leso meridiani di superficie, ristabilendo il flusso normale.


Cosa diversa sono ferite dette piaghe da decubito o di altra origine ossia, una ferita non prodotta da un trauma ( anche se a volte l'origine può essere quella), in questo caso la rete elettromagnetica non è rotta ma è collassata, questo perché ogni nostra singola parte del nostro corpo riflette energeticamente un organo ( per ulteriori info qualsiasi libro di riflessologia ),che in questo caso sta vivendo un alterazione .
Per cui in questo caso prima ci prendiamo cura del nostro organo sia fisicamente che emotivamente capendo quali stati emotivi hanno portato questo indebolimento, dopo di che possiamo lavorare sulla nostra ferita.

Grazie goffry, mi piace proprio questo maestro di Luce che da indicazioni pratiche.
Magari col tempo, qualche accenno sulle corrispondenze potrebbe essere utile.
Un abbraccio.