IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Cammino evolutivo verso l'Ascensione...
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Angel
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IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Messaggioda Angel » 01/12/2011, 14:33



IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Postata da Roberto Maria Sassone

Padre Bede Griffiths, monaco Benedettino, nel suo celebre libro Matrimonio tra Oriente e Occidente(EDB), scrive: “Gesù era un uomo nel senso che aveva un corpo e un’anima umana come ogni altro uomo, e attraverso questo corpo ha fatto esperienza di se stesso come qualunque altro uomo. Ma nel profondo del suo spirito, nel fondamento, nel centro dell’anima – che esiste in ogni uomo – egli conobbe se stesso come uno con la realtà ultima che è chiamata Dio (pag 39). Gesù non aveva interesse alla storia della Chiesa come istituzione, ma alla sua realtà trascendente". (pag 43)

Se queste parole fossero pronunciate da ogni esponente della Chiesa, il rapporto con la religione cristiana potrebbe essere recuperato e inserito nella famiglia delle Vie iniziatiche che esprimono il valore dell’essere umano e il valore di Cristo, inteso come espressione del Divino, un sublime Avatar, l’incarnazione dell’Amore sulla Terra.

Di fatto, ogni maestro e mistico si è sentito unito al Divino, ha realizzato l’esperienza che potremmo chiamare “sentirsi figli di Dio”. Riunendo Cristo alla comunità dei grandi esseri che si sono manifestati sulla Terra, si sanerebbe quella frattura che la Chiesa, come struttura politica, ha sancito, ovvero la frattura tra cristianesimo (unica vera religione) e le altre religioni e vie che non hanno agli occhi della Chiesa lo stesso valore.

Gesù era interessato alla realtà trascendente, al percorso spirituale, e non alle istituzioni che si sono sovrapposte, secolo dopo secolo, snaturando il messaggio originario che incontriamo nei Vangeli, anche quelli apocrifi (apocrifi per la Chiesa).

La vita di Gesù (Joshua) è stata in realtà l’espressione di un processo di trasformazione dell’anima che indica un percorso iniziatico riscontrabile in altre tradizioni.

Scrive Padre Griffiths: “La sua morte e la sua resurrezione furono il segno del passaggio attraverso la morte ed una nuova vita nello Spirito, passaggio a cui l’uomo deve sottoporsi se vuole ‘realizzare’ Dio. La sua discesa negli inferi e la sua ascensione al cielo sono il segno della penetrazione dello Spirito nelle profondità dell’inconscio e del passaggio al superconscio, ciò che la tradizione indù chiama quarto stadio, al di là del nostro presente stato di consapevolezza". (pag 41)

Questo linguaggio di Padre Griffith noi riusciamo a comprenderlo. Non suona di catechismo, ma ci fa recuperare il senso iniziatico della vita di Cristo. In quest’ottica possiamo accettare il vero valore della Comunione come rito iniziatico che ci collega in una catena “tradizionale” che dal Cristo, agli apostoli, è giunta a noi. E se il canale iniziatico non si è estinto, anche un ministro indegno è portatore di questo seme, malgrado se stesso, come direbbe il grande esoterista Renè Guenon.
“Vi era anche una cerimonia d’iniziazione (la comunione) a questa nuova vita ed un pasto in comune nel quale si condivideva la nuova vita con Cristo". (pag 43)

Continuerò questa esplorazione nel prossimo post.



http://www.nonsoloanima.tv/sassone/index.php?m=12&y=11
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Angel

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Mary
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IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Messaggioda Mary » 01/12/2011, 15:21

grazie Angel!!! mi risuona questa lettura!!
sirio

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Rubis
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IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Messaggioda Rubis » 01/12/2011, 18:26

sirio sirio sirio sirio


... grazie Angel... sono d'accordo con Mary....
... Immagine Chiedi ed ascolta con il cuore: la risposta arriva sempre Immagine...

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shanti
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IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Messaggioda shanti » 01/12/2011, 18:31

Non suona di catechismo, ma ci fa recuperare il senso iniziatico della vita di Cristo.... vero.
Grazie sorella.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Angel
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IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO

Messaggioda Angel » 15/12/2011, 20:47

IL GUERRIERO ESPLORA CRISTO (PARTE 2)

Postata da Roberto Maria Sassone

Padre Griffiths (Matrimonio fra Oriente e Occidente) fa un’affermazione di grande rilievo proprio perché proveniente da un monaco cristiano: “Era necessario che la ragione si sviluppasse e le distinzioni venissero fatte, ma nel processo l’Uomo si è diviso. Questo in termini cristiani è espresso con ‘la caduta dell’uomo’. Essa è la caduta dallo stato di consapevolezza indivisa a quello di consapevolezza divisa” (pag 37).

Questo linguaggio ci appartiene di più perché in prima istanza ribadisce il significato simbolico e non letterale della Bibbia, e in seconda istanza lo traduce in maniera utilizzabile ai fini di una ricerca interiore. La mente ha consentito all’uomo di differenziarsi e di acquistare una maggiore autocoscienza, individualizzandosi, ma ormai ha esaurito il suo scopo ed è diventata invasiva. Bisognava prima separarci per poterci riunire coscientemente.

La nuova umanità si muove verso una riunione con l’essere universale, attraverso il superamento della mente e lo scioglimento dell’ego, anche se ciò avverrà in tempi lunghi. La mente continuerà a esistere come sottosistema nella sua funzione organizzatrice e formulatrice.

Padre Griffitths continua: “La storia di Adamo ed Eva e del Paradiso è chiaramente una storia mitologica sull’origine dell’uomo e della caduta dallo stato originale d’unità con Dio. La storia della redenzione dell’uomo, il Figlio di Dio che si fa uomo, la sua morte e resurrezione, la sua discesa agli inferi e la sua ascensione in cielo, la sua venuta nella gloria alla fine dei tempi è chiaramente un linguaggio mitologico” (pag 38).

Ben si comprende a questo punto il senso della discesa sulla Terra di Cristo, Emanazione dell’Amore, per riportare l’umanità nella nuova coscienza, eliminando l’effetto del peccato originale, ovvero della perdita del contatto col Divino. Cristo segna quindi l’inizio della transizione tra vecchia e nuova coscienza. E’ lo spartiacque tra due fasi evolutive. La formazione dell’ego segna la caduta, la perdita dell’ego segna la nuova umanità, ormai autocosciente, grazie alla formazione dell’ego, ma separata, e infine cosciente di essere particella divina, grazie alla perdita dell’ego.

Cristo è un avatar, manifestazione divina, insieme ad altre manifestazioni divine nel cammino evolutivo della razza umana. Dice Padre Griffiths: “Dio si rivela in tutti i tempi. A tutti gli uomini , in tutte le circostanze” e “Un cattolico [...] non deve negare che altre chiese siano state guidate dallo stesso Spirito (Santo)” (pag 44)


PARTE 3

L’Amore è il patto implicito nella creazione e unisce l’Essere Supremo alla sua creatura, emanazione di Esso. Il Divino si riconosce attraverso molteplici gocce di coscienza: noi facciamo parte di queste gocce, la nostra sostanza è la stessa sostanza del Padre da cui non siamo mai separati, perché niente esiste all’infuori di Esso.
Perciò l’Amore è la sostanza che permea anche la materia e si esprime nell’amore umano.

Scrive Padre Griffith in Matrimonio tra Oriente e Occidente: “Il sesso in se stesso è il riflesso dell’amore divino; perciò è stato sempre ritenuto sacro. Il sesso è un mezzo con cui l’uomo comprende qualcosa del mistero dell’amore di Dio. Dobbiamo perciò ritenere che in Dio vi sia un dinamismo d’amore. Tutta l’energia della natura [...] è un riflesso di questa energia (d’amore): la Shakti che esiste eternamente in Dio. Così pure tutto l’amore che è nella natura umana, tutta la forza di affetto e di devozione, tutta la gioia dell’intimità e dell’arrendersi, sono manifestazioni di un amore che è nascosto nel profondo della divinità” (pag 104).

Queste considerazioni sono ancora più preziose perché provengono da un fervente cristiano, certamente illuminato! Così egli continua: “[b]Noi possiamo sperimentare l’amore nei nostri corpi nell’intimità dell’unione sessuale. Possiamo sperimentare l’amore nelle nostre anime, nell’esperienza emozionale in cui l’uno si fonde nell’altro, in un’esperienza immaginativa di amore estatico, in un’esperienza abituale di affetto che trasforma il nostro carattere. Sono tutte esperienze parziali dell’amore divino” (pag 104).

Finalmente una posizione chiara, davvero cristiana, sulla sessualità e l’amore. Non posso immaginare che Cristo, luminosa coscienza, potesse condannare l’espressione di una funzione naturale, proprio in quanto la natura è essa stessa divina. Si deve restituire nobiltà al corpo, ritrovare quella sacralità perduta che è stata distorta da secoli di cultura deviata.

Ciò che i maestri condannano è la sessualità avvilita, compulsiva, bestiale, in cui l’altro è solo un oggetto d’uso. Purtroppo questa è la sessualità che impera, corrotta dalla mente, senza più l’innocenza.

Infine Padre Griffith conclude questo capitolo così rivoluzionario, dicendo: “Il preciso scopo della creazione era che l’Uno fosse capace di comunicare se stesso a molti [...] Con l’amore ci comunichiamo ad altre persone e loro si comunicano a noi. Nell’unione sessuale c’è la gioia del mutuo donarsi. Questo avviene ad un livello profondo della consapevolezza: io in te e tu in me” (pag 107).

La sessualità è la funzione più incompresa dell’uomo d’oggi e ci vuole una vera rivoluzione della coscienza per restituire ad essa la sua originaria bellezza. Bisogna perciò reintegrare il valore del principio femminile nella cultura cristiana. In origine lo Spirito Santo era femminile, come la Shakti. “Lo Spirito è l’aspetto femminile o recettivo della divinità, come il Figlio è l’aspetto maschile o espressivo”, dice Padre Griffith (pag 108).

Avendo perso il contatto con la Madre Terra, con l’energia che anima il nostro corpo, avendo esaltato il valore della verginità, abbiamo tagliato il collegamento con la Vita universale.


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