La "Stella del mattino"

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Angel
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La "Stella del mattino"

Messaggioda Angel » 26/06/2010, 21:15

La "Stella del mattino" ha avuto grande importanza presso tutti i popoli o quasi, da Oriente ad Occidente. Ma prima di entrare nella sua specificità, ritengo necessario esaminarla nella sua generica qualità di "stella", ed in quanto tale, in primo luogo, è da notare come, per tutte le culture e le tradizioni, fin dall’antichità, la stella sia stata considerata particolarmente per la sua qualità luminosa e quindi apprezzata come "fonte di luce". Per questa sua qualità essa è raffigurata sulle volte dei templi di ogni religione, quale simbolo celeste, ad indicare perciò in quanto spirito, la sua opposizione alla materia, ed in quanto luce, l’opposizione alle tenebre.

Ma veniamo specificatamente alla tradizione Giudaico-Cristiana. Nell'Antico Testamento le stelle obbediscono alla volontà di Dio, e talvolta l'annunciano come in Isaia, 40: 26, o nei Salmi, 18 (19): 2. Pertanto non sono delle creature del tutto inanimate, e, infatti, su ciascuna di esse veglia un angelo, ed a capo di questi angeli vi è Uriele, in qualità di condottiero (Libro di Enoch, 72: 1-3); per cui le stelle possono essere considerate pure come simboli degli angeli. In Apocalisse, [i]si parla di stelle cadute dal cielo come si potrebbe parlare di angeli decaduti.[/i] In Daniele, 12: 3 il profeta descrivendo la sorte degli uomini al tempo della resurrezione, ricorre alla stella per qualificare la vita eterna dei giusti, e l’ascensione verso la condizione di stelle celesti. Ritornando al libro dell’Apocalisse, 1: 16-20, 2:1 e 3:1, Giovanni, il veggente, parla delle sette stelle che il Cristo ha in mano, e certamente si riferisce ai sette pianeti ed alle sette Chiese preposte ai destini dell’umanità. Ed ancora, è da ricordare che la stella a sei punte, chiamata scudo di Davide o sigillo di Salomone è il motivo di decorazione architettonica delle sinagoghe, oltre ad essere il simbolo stesso del giudaismo.


Nella Massoneria, oltre che nel cielo stellato, avente il significato già descritto sopra per le volte dei templi, essa è presente come stella fiammeggiante, ed è il simbolo della manifestazione centrale della Luce, del centro mistico del fuoco di un universo in espansione. Derivante dal pentagrammos (ovvero cinque segni) pitagorico, tracciata, come si è soliti dire, tra il compasso e la squadra, ossia tra il cielo e la terra, ad Oriente, alle spalle del Venerabile, rappresenta l’uomo rigenerato che irraggia come la luce nel mezzo delle tenebre del mondo profano, e come dice il Ragon, “Essa è per i Massoni l’emblema del Genio che innalza l’anima a grandi cose”. Nelle sculture della civiltà Maya le stelle sono spesso rappresentate come occhi dai quali sgorgano raggi di luce, e tra le popolazioni dell’antico Perù esse sono le anime dei giusti, infine, presso gli Incas, gli uomini e gli animali erano rappresentati nel cielo da stelle o da costellazioni, le quali, secondo le loro credenze, erano la causa seconda, là poste dal Creatore, per garantire la conservazione e l’aumento della specie; a tale proposito è da notare come, secondo il Kalevala, poema dell’epopea nazionale finlandese, composto sulla base di canti popolari, le stelle sono fatte con i frammenti del guscio dell’uovo cosmico.

Ma dopo questa disamina sulle stelle, veniamo al particolare significato della Stella del mattino.
Essa, secondo le varie tradizioni, è identificata con varie stelle, ed in particolare con la più luminosa del firmamento, ovvero con Sirio, della Costellazione del Cane maggiore, la cui levata eliaca, e cioè prima del levar del Sole, costituiva, unitamente alla sua straordinaria brillantezza, motivo di particolare considerazione da parte degli Egizi, i quali la ritenevano sacra, in quanto col nome di Septet accompagnava la barca di Ra ed era invocata perché preparasse “ la via, ovvero una scala con la quale l’anima potesse giungere a lei, Grande Polo, ed andare nel posto dove sorge Orione “. Inoltre il suo levare eliaco, che si verificava allora, nel mese di luglio, determinava l’inizio del nuovo anno del calendario sacro e preannunciava l’arrivo delle piene fecondatrici del Nilo. (Oggi questo evento si verifica il 15 di agosto).
Geroglifico della Stella del mattino, il cui significato letterale è: sapere divino



Ma la Stella del mattino, suscitava particolare interesse anche in altri popoli, i quali, per il suo colore tendente al rosso, la ritenevano, rispecchiando il principio dell’eterno ritorno, l’annunciatrice della perenne rinascita del giorno ed il simbolo del principio stesso della vita. Gli indiani delle praterie d’America, la veneravano in questo senso, oltre a ritenerla il simbolo del respiro e della vita, dono ch’essa lasciava all’uomo con l’alzare del giorno, e la consideravano anche, portatrice di forza e di rinnovamento; durante i loro rituali essi la raffiguravano con un uomo dipinto di rosso, ovvero il colore della vita, con una piuma d’aquila dolcemente posata sul capo ed anch’essa dipinta di rosso e che stava ad indicare il tocco della luce di un raggio di sole, simboleggiante il respiro della vita. Presso gli indiani Cora del sud-ovest, nei pressi del Messico, la Stella del mattino costituiva unitamente alla Luna ed al Sole, la Trinità Suprema, e fu lei che uccise il Serpente, Signore del Cielo Notturno e delle Acque, per darlo in pasto all’Aquila, Dio del Cielo Diurno e del Fuoco.

Ma, oltre che alla stella Sirio, la Stella del mattino, è identificata anche con Venere. E, infatti, come tale, essa viene celebrata nella poesia elegiaca araba e persiana, ove, appunto, Venere, che si leva al chiarore dell’alba, è paragonata alla fronte della donna amata, la quale, quando compie la sua danza, si scopre dal velo, mostrando la sua splendente fronte liberata dai capelli che scendono a coprirla.

Comunque, qualsiasi sia il suo riferimento, la Stella del mattino, per tutte le tradizioni è, come abbiamo già detto, l'annunciatrice della rinascita perpetua del giorno, e quindi il simbolo del principio dell'eterno ritorno e della vita stessa.

Ritornando alla tradizione Giudaico-Cristiana, essendo opposta alle tenebre in quanto Luce, essa ci riporta al Cristo. Già nel libro Numeri, 24. 17, il profeta Balaam afferma : “una stella spunta da Giacobbe, e uno scettro sorge da Israele”, profezia questa, che, oltre ad aver influenzato la simbolica messicana, ha inoltre dato modo a che la stella fosse considerata spesso come un’immagine o un nome dell’atteso Messia; e così, a titolo di curiosità si spiega la presenza della stella nelle monete battute da Simon Bar-Kokb (figlio della Stella), capo politico e religioso delle lotte della seconda rivolta ebraica avvenuta nel 132-135 della nostra era ad opera degli eredi esseno-zeloti contro i Romani, in quel di Qumran, monete ritrovate, come i manoscritti qumraniani, diciotto secoli dopo. Infine, nel Prologo del Vangelo di Giovanni, su cui durante i nostri lavori poniamo la squadra e il compasso, è detto: "La luce splende fra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta", e siccome la Stella del mattino, come abbiamo avuto modo di vedere è la Luce, possiamo senza dubbio affermare che la Stella del mattino ed il Cristo siano la stessa cosa, ed a togliere ogni dubbio in proposito, è proprio il Cristo stesso, il quale, in Apocalisse, ( 22: 16) ci dice: " Io Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino ".
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La "Stella del mattino"

Messaggioda drago-lontra blu » 27/06/2010, 12:56

Per il Lakota tutto ciò che non si
comportava allo stesso modo delle altre cose era wakan. Un Heyoka, il
clown sacro, era wakan perché faceva tutto in senso ironico e in modo
inverso, differente da tutti gli altri. I pianeti erano wakan a causa
del modo di vagare tra le altre stelle. La stella polare era wakan
perché tutte le stelle girano mentre lei resta immota nella stessa
posizione. Gli eventi cosmici spettacolari registrati sono similmente
wakan, perché inattesi e drammatici. Infine, il Lakota non era molto
interessato ai fenomeni ricorrenti perché, come cacciatori nomadi non
necessitavano di un calendario. Stimavano i mesi (letteralmente con "il
passare di nuove lune") e le stagioni ma l’evento annuale primario era
quando il numero dei bisonti raggiungeva il picco.

Ma il fatto
che l’astronomia era importante per il Lakota si può chiaramente
percepire dalle iscrizioni che si trovano sui loro manufatti. Molti sono
i manufatti connessi con la religione del Ballo del Fantasma, definita
anche "movimento etnico di rivitalizzazione", fondata dal profeta
Wovoka.

Nel rituale del Ballo del Fantasma, la "stella del
mattino" è stata identificata con il Messia: era nella "stella gialla"
che credevano di guardare chi, tra i danzatori, cadeva in trance. Essa è
stilizzata in una croce maltese su molte camicie indossate dai
danzatori. Altre camicie riportano spesso immagini che descrivono
stelle, lune, soli e comete. La Stella del Mattino Venere rappresenta la luce della conoscenza che si
contrappone all’oscurità dell’ignoranza.

Il Lakota, alla
ricerca della visione, ha spesso usato uno speciale scudo decorato.
Forme e disegni di questi scudi sono stati progettati per offrire
protezione e guida. Molti di questi scudi contengono immagini del cielo
descriventi solitamente il Sole, le Pleiadi, il Piccolo Carro, Castore e Polluce, la Stella Polare e la Stella del mattino (Venere).

ciao Angel...



da ariannaeditrice.it
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La "Stella del mattino"

Messaggioda Angel » 27/06/2010, 13:14

grazie Drago Bluissimo, bellissimo il tuo approfondimento......un mega abbraccio di luce!!!!!
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Angel

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drago-lontra blu
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La "Stella del mattino"

Messaggioda drago-lontra blu » 27/06/2010, 20:27

un super abbraccio anche a te, smakkkkkkkkkkkkkk
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