Il Cammino di Santiago

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Oliviero Angelo
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Il Cammino di Santiago

Messaggioda Oliviero Angelo » 01/07/2010, 0:29

Ho un principio di idea di voler fare prima o poi il Cammino di Santiago. Probabilmente (e preferibilmente) non da solo.

Confesso che a parte il libro di Coelho dal titolo omonimo, del Cammino ne so ben poco.
Ho comincito a spulciare pagine di Internet e un piccolo vademecum interessante per i neofiti pieni di entusiasmo come me, l'ho trovato.
Insieme alle domande più frequenti di chi vuole cominciare a sapere più dettagliatamente.
Questa prima infarinatura la copio e incollo in questo post (e in calce il link del sito che ha molte altre informazioni) ma poi mi piacerebbe saperne di più da chi l'ha già fatto o da chi ha informazioni più precise e consigli pertinenti sul come iniziarlo, da dove partire e come affrontarlo avendo due settimane di tempo, forse tre ma anche solo una.
Grazie comunque e a prescindere.

Ecco quanto ho trovato per cominciare:




IL CAMMINO



In cosa consiste il cammino? Quanto dura? Da dove si inizia? Perché si fa? Si può andare da soli? E ’ adatto a persone di tutte le età? Bisogna allenarsi?
Sono domande che si pone chi vuol fare il cammino – è ovvio – ma che chiunque può fare. Perché molto spesso suscita sorpresa sapere che esistono ancora persone che, nel terzo millennio, compiono un atto che ha sapore antico, che comunemente si ritiene ormai da tempo superato o caso mai attribuibile solo a persone pervase da fortissima tensione mistico/religiosa.
E impossibile trovare risposte che vadano bene per tutti e in tutti i casi. In genere ognuno ha una personale risposta, soprattutto alla domanda:


COS ’E ’?

Provo a dare una risposta, sia pure superficiale, alla domanda su cos’è il cammino. Potremmo dire semplicemente che è il ripercorrere un tratto della strada che porta alla tomba di San Giacomo e che, in oltre un millennio, hanno percorso milioni di persone.
Se è giusta questa definizione ne discende che il cammino deve essere fatto a piedi (c’è chi lo fa in bicicletta, a cavallo, in auto, ma è evidentemente un’altra cosa). In secondo luogo non è determinabile quale e quanta strada percorrere: dipende da dove si proviene, dal tempo che si ha a disposizione. Neppure è rilevante la velocità del camminare, che dipende dalle proprie condizioni fisiche, ma anche dal proprio carattere, dagli interessi, dalle aspettative che si hanno.
Mi sento quindi di poter dire che sicuramente il cammino non è né dovrebbe essere interpretato come:


- un percorso codificato
- una marcia competitiva
- un itinerario turistico


PERCHE ’?

Più difficile, direi impossibile, è definire quello che dovrebbe essere.
La semplice definizione che ho proposto contiene due elementi importanti: la valenza religiosa del pellegrinaggio e il contesto storico in cui si svolge. La prima è stata sin dall’origine essenziale, sia pure strettamente dipendente dal ruolo istituzionale e dalle funzioni di controllo sociale che la Chiesa ha storicamente svolto. Oggi questa motivazione non è più determinante, e comunque non è esclusiva.
Ho parlato con molti pellegrini per conoscere le motivazioni che li avevano spinti ad intraprendere il cammino: Tutti mi hanno dato risposte un po ’ vaghe, come di chi non ha una pronta una risposta certa. Non pretendo che il mio giudizio sia assoluto, ma ho riscontrato che sono relativamente pochi i pellegrini che indicano motivazioni esclusivamente religiose. Le risposte più frequenti indicano motivi genericamente “spirituali”, il bisogno di trovarsi soli con se stessi, di poter riflettere, di allontanarsi dallo stress quotidiano, di misurarsi con se stessi in un’impresa ritenuta notevole sul piano fisico e ancor più su quello mentale. Altre risposte parlano di fascino derivante dalla storia del cammino, dai segni d’arte e di storia. Insomma, per concludere, le risposte non sono mai categoriche e indicano in genere un’insieme di motivazioni.
Di fronte a questa varietà di risposte ho tratto la convinzione che ogni pellegrino ha diritto di interpretare il cammino come crede: nelle motivazioni, nella scelta del percorso, nei tempi di percorrenza, nella quantità di energie da spendere, nel livello di sofferenza da accettare, nelle gratificazioni da ricercare. Perché la verità di cui tutti i pellegrini, alla fine, si rendono conto è che l’importanza del cammino non è rappresentata dalla meta che si raggiunge, ma è insita nel fare il cammino stesso.
Concludo riportando una frase che ho letto da qualche parte (non ricordo dove). Dice "una volta si andava sul cammino per salvare l ’anima, ora ci si va per trovarla".


SOLI O IN COMPAGNIA?

La risposta non è affatto scontata e merita un approfondimento. Io ero partito da solo per fare il Camino Francés, perché non avevo trovato (in realtà neppure cercato con accanimento) compagni; in treno ho incontrato un giovane di Rovereto, anche lui partito da solo. Pur nella diversità di età, di esperienza, di interessi ci siamo intesi alla perfezione e abbiamo fatto tutto il cammino assieme. A esperienza fatta posso dire che la compagnia arricchisce, anche perché nel cammino si vive in un microcosmo particolare, protetto, privo di stress e aggressività: ne segue che i rapporti interpersonali si sviluppano in un ambiente favorevole. C’è molto tempo per parlare, ed anche per starsene in silenzio. In compagnia si sopporta meglio la fatica, ci si aiuta nei momenti di difficoltà e di depressione: da soli tutto diventa più difficile.
Al contrario ho fatto il Camino del Norte da solo: in quella occasione ho sofferto la solitudine, ma non tanto quella di camminare solo, ma quella di trovarsi da soli negli albergue, alla sera, cenare soli, non avere qualcuno con il quale scambiare esperienze, o anche solo due parole.
Dalla mia personale esperienza, e dal confronto con le esperienze dei molti pellegrini con i quali ho parlato, ho tratto queste opinioni:


1. se si ha un buon compagno di viaggio, ben conosciuto, affiatato, con il quale si condivide l ’interesse per il cammino, simili capacità fisiche, simili esigenze, con il quale si è in grado di essere sinceri e manifestare senza remore i propri bisogni, allora la compagnia va bene; in caso contrario molto meglio soli: si evitano tensioni, incomprensioni, non si devono fare rinunce o sacrifici, ci si sente insomma più liberi. Stare soli in questo caso consente di seguire meglio i propri ritmi interiori, ascoltare meglio le voci che vengono dal di dentro, assecondare meglio le esigenze del proprio fisico e della propria mente.
2. se si fa il Camino Francés andar da soli è quasi preferibile, dato il numero elevato di pellegrini che si incontrano; essere soli consente di fare più facilmente amicizia, di aggregarsi senza problemi a gruppi di persone, per poi magari staccarsene dopo un giorno, dopo due, dopo dieci, con la facilità di incontro e con la provvisorietà dei rapporti che è così caratteristica del cammino. Avere un compagno di viaggio può creare obblighi di reciproca "fedeltà" che in alcune occasioni possono costituire un freno.
3. avere un compagno di viaggio non deve diventare comunque un limite; può capitare, e capita, di avere l ’esigenza di stare un po ’ da soli, magari anche un ’intera giornata: è segno di un rapporto equilibrato con il compagno prendersi e concedere questi momenti senza timore di offendere l ’altro.
4. i percorsi più duri è meglio invece farli in compagnia (affiatata, s ’intende), sia per vincere meglio il peso della solitudine, sia per affrontare meglio gli imprevisti (strade sbagliate, maltempo, mancanza di albergue, sicurezza).
5. nel Camino Francés non ci sono pericoli particolari che sconsiglino di camminare da soli, neppure se si tratta di donne: d ’altra parte chiunque ha fatto il cammino può testimoniare quante siano le persone che intraprendono il camminano sole.


A QUALE ETA ’?

Non esiste un ’età privilegiata per fare il cammino: il cammino è per tutti, tutti lo possono fare, purché lo vogliano. Il requisito principale è la volontà forte, non un fisico bestiale. Si può quindi fare a tutte le età: naturalmente ciascuno, a seconda della propria preparazione e delle proprie forze, potrà fare più meno km al giorno. Ma questo è un altro problema, che vedremo a parte. Ora è importante avere chiaro e ribadire il principio che tutti possono fare il cammino, basta che lo vogliano.
Ho espresso mie convinzioni personali, frutto di esperienza personale verificata con quella di molti altri pellegrini. Rimangono pur sempre opinioni, soggettive e provvisorie.



LE DOMANDE PIU ’ FREQUENTI

Sin dalla pubblicazione di questo sito (gennaio 2001) mi sono reso disponibile a fornire informazioni o consigli a chiunque sul tema del cammino. Ho sempre risposto a tutti scrivendo a ciascuno una risposta personale.
In realtà la maggior parte delle domande che mi vengono rivolte sono riconducibili ad una quindicina di casi. Le email mi arrivano ogni anno in numero sempre più elevato e allora, per cercarne di limitare il tempo che ogni giorno dedico a questa attività, qui di seguito ripropongo le domande più frequenti e le relative risposte.
Chi mi vuole scrivere lo faccia pure: ma prima, per favore, legga le informazioni sul sito e poi controlli se in questa pagina c ’è la risposta al suo problema. Comunque sia continuerò a rispondere a tutti.
Questa pagina è da considerarsi una bozza: alcune risposte sono ancora inadeguate. Chi ha opinioni diverse mi scriva: confronterò volentieri i diversi punti di vista e le diverse esperienze, sempre pronto a cambiare idea, se riconoscerò un mio errore.


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Ho solo una settimana (due settimane, 10 giorni) di tempo e vorrei fare il cammino. Da quale località mi consigli di partire?
oppure
Non ho tempo sufficiente per percorre tutto il cammino e allora pensavo di saltare alcune tappe percorrendole con il bus: quali sono le tappe meno interessanti, quelle paesaggisticamente meno belle?
Sia chiaro: ciascuno ha tutto il diritto di fare il cammino come crede senza doverne rendere conto a nessuno.
Il mio consiglio è di partire da Saint Jean Pied de Port e di percorrere la parte iniziale del cammino, sino a che il tempo a disposizione lo consente, e quindi rientrare. Il cammino potrà essere ripreso e concluso successivamente, in due, tre, quattro volte. Non c ’è nessuna fretta di arrivare. E non è certo una buona soluzione percorrere solo l ’ultima parte del cammino: sarebbe come aprire un libro e saltare la prima metà, o anche di più: ma che senso avrebbe? E ugualmente sbagliato sarebbe saltare alcuni capitoli, quasi fossero inutili, superflui. E quando mai si va a vedere l ’ultima parte di un film solo perché non si ha il tempo di vederlo tutto?
Anche per il cammino l ’approccio è lo stesso: il cammino ha una sua unità, una storia, un succedersi di paesaggi, di luoghi storici, un insieme di suggestioni. Come si può tagliarne delle parti senza rischiare di snaturarne il significato?
Non si va sul cammino per i suoi paesaggi: chi cerca questo allora ha a disposizione luoghi certamente migliori. Il cammino non è un trekking qualsiasi: è un ’esperienza unica, assolutamente particolare. Non esistono tappe belle o tappe brutte.
Basta chiedere a chi ha fatto il cammino e si ascolteranno le opinioni più diverse.
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Penso di percorrere quest’anno una parte del cammino e concluderla l’anno prossimo. Devo farmi rilasciare due credenziali?
No: è sufficiente una sola credenziale
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Come faccio a raggiungere Saint Jean Pied de Port?
Il metodo a mio parere migliore è il treno. E’ un mezzo apparentemente più lento ma è tranquillo, dolce, adatto ad iniziare un pellegrinaggio. L’aereo è certamente più rapido. Attenzione però a valutare i tempi complessivi, incluso quindi il trasferimento all’aeroporto, le attese, gli eventuali cambi, il trasferimento a Saint Jean, l’eventuale pernottamento. Può essere che alla fine ci si metta di più! Vedere per maggiori informazioni la pagina IL VIAGGIO
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Vorrei fare il cammino per la prima volta: quale mi consigli?
Il primo cammino dovrebbe essere il Camino Francés. Perché è il più antico, quello più frequentato nei secoli, quello più ricco di testimonianze storiche. Si incontrano edifici e strutture realizzate nei secoli proprio in funzione del cammino: ponti, fontane, conventi, ostelli, castelli, addirittura paesi interi. Sono presenti numerosissime strutture di accoglienza, bar, trattorie. Il percorso è tracciato benissimo con le frecce gialle. E infine è frequentato da persone provenienti da tutti i paesi del mondo. La condivisione con queste persone è una delle più belle opportunità che offre il cammino.
Tutti questi elementi sono presenti anche negli altri cammini ma sul camino francés in modo molto più evidente.
Gli altri cammini sono indicati, a mio parere, per chi ha già percorso il Camino Francés e per chi cerca un ’esperienza da fare in maggiore solitudine.
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E’ meglio fare il cammino da soli o in compagnia?
E ’ meglio partire soli perché così si è più liberi e si sente maggiormente lo stacco dalla vita quotidiana. Partire in compagnia significa in qualche modo portarsi dietro un pezzo delle vita quotidiana, relazioni già esistenti, condizionamenti.
Il cammino è un ’esperienza essenzialmente individuale. Eppure allo stesso tempo è un ’esperienza condivisa. Sembra una contraddizione: ma è così.
Perché sul cammino non si è mai soli: si cammina assieme a decine di altre persone, giunte lì da ogni parte del mondo per compiere la stessa esperienza. Con loro si condivide il cammino, le fontane, i bar, i luoghi di sosta. Negli stessi locali si cena, nello stesso albergue si dorme. Con loro ci si saluta, si parla, ci si aiuta. Non ci sono diffidenze. Ci si unisce quando si vuole e altrettanto facilmente ci si divide. Il tutto con grande libertà e senza costrizioni.
E proprio quelle amicizie costituiscono uno dei migliori ricordi che il cammino regala.
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Vorrei aggregarmi ad una comitiva per fare il cammino. Mi sai fornire indicazioni?
Il cammino non è adatto per essere fatto in comitiva. E’ difficile che qualcuno ne organizzi. E comunque non ne ho notizia.
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Ci sono pericoli a fare il cammino da soli?
Nessun pericolo particolare. Anzi, nel cammino si sta fra persone che hanno deciso di fare la stessa nostra esperienza e quindi sono maggiori le affinità. E proprio il tipo di esperienza contribuisce a tenere lontano eventuali persone male intenzionate.
Gli spagnoli sono abituati da secoli a vedere pellegrini: non hanno motivi per temerli, per aspettarsi da loro pericoli. Anzi ne hanno rispetto e sono sempre pronti a dare indicazioni, ad aiutare in caso di bisogno.
E infine la polizia sorveglia il cammino. in modo discreto ma lo fa.
Non ci sono quindi particolari pericoli, neppure per le donne. Anzi, probabilmente si sta più al sicuro che nelle nostre città!
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Vorrei portare il mio cane sul cammino: è possibile?
Si possono incontrare problemi per far dormire il cane nella stanza assieme agli altri pellegrini. Dipende naturalmente dal comportamento del cane e dalle direttive dell’hospitalero. Vedere per maggiori informazioni la pagina IN CAMMINO CON IL PROPRIO CANE
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Per fare il cammino bisogna essere credenti?
Il pellegrinaggio a Santiago appartiene alla storia del Cattolicesimo e i milioni di pellegrini che lo effettuavano erano spinti da motivazioni che, direttamente o indirettamente, traevano origine dalla fede cristiana.
Tra i pellegrini di oggi ci sono molti cattolici ma anche atei, scettici, appartenenti ad altre religioni.
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Si possono prenotare gli ostelli?
No. E’ possibile, se non si è sicuri che l’ostello sia aperto o per particolari esigenze, chiamare l’ostello un giorno prima o la mattina stessa. I telefoni sono segnati nell’elenco disponibile sul sito alla pagina SOPRAVVIVERE
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Negli ostelli ci sono prese per il caricabatterie? ci sono punti Internet?
Ci sono prese, e sono esattamente identiche a quelle italiane. Alcuni ostelli hanno un pc connesso ad Internet: questa dotazione si va estendendo.
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Quanti giorni occorrono? Quanti km si fanno al giorno? Ci sono tappe prestabilite?
Il tempo occorrente dipende naturalmente dai km giornalieri che si possono e voglio fare. Non ci sono tappe prestabilite e ci si può fermare dove c’è un ostello per dormire.
Mediamente si percorrono dai 20 ai 35 km al giorno. Occorrono quindi, mediamente, dai 23 ai 35 giorni.
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Quanto si spende per fare il cammino?
Viaggio a parte si spende molto poco: in media una trentina di euro al giorni. Vedere per maggiori informazioni la pagina SOPRAVVIVERE
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E’ proprio necessario essere allenati?
Il cammino non è fatto per atleti, ma per persone “normali”. Però richiede un impegno fisico notevole. Un discreto allenamento serve per diminuire la fatica e soprattutto per prevenire infiammazioni alle articolazioni, dolori, vesciche. Non occorre un allenamento specifico. Solo camminare e seguire le regole non scritte del buon senso. Vedere per maggiori informazioni la pagina L ’ALLENAMENTO PREVENTIVO
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Si può fare il cammino in bici? E ’ meglio la bici da strada o la MTB? Si possono noleggiare le bici in Spagna?
Tutti i cammini possono essere fatti in bici. Naturalmente in alcuni tratti occorre fare delle deviazioni per evitari fondo sconnesso o pendenze eccessive.
E ’ preferibile utilizzare la MTB che consente di adattarsi meglio al percorso, che si svolge quasi totalmente su sterrati.
Esiste un servizio di nolo bici: per maggiori notizie consultare il sito
http://www.jacobeo.net/
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Qual è il periodo migliore per fare il cammino?
Il cammino può essere percorso in qualsiasi periodo dell’anno. La maggiore affluenza si ha in luglio ed agosto. In questi mesi l’affollamento spesso risulta eccessivo e può diventare fastidioso, soprattutto nell’ultima parte. E’ quindi consigliabile scegliere altri periodi.
Chi lo fa nei mesi invernali tenga conto delle ore di luce, ovviamente inferiori, che costringono a fare tappe non eccessivamente lunghe, ed alle condizioni climatiche che posso essere non favorevoli. Necessario quindi adeguare convenientemente l’abbigliamento e le calzature.
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Che scarpe ci vogliono? Vanno bene i sandali? E le scarpe da jogging? Ci vogliono scarponi alti o bassi?
Non ci sono risposte assolute, valide per chiunque. Dipende innanzitutto dal periodo. Nei mesi estivi sono indicati i sandali o gli scarponcini da trekking leggero. Sconsigliate le scarpe da jogging, troppo leggere, che non proteggono sufficientemente il piede. A mio parere sono esagerati gli scarponi alti: il piede rischia di scaldarsi troppo. Però, ripeto, non sono regole assolute: c’è chi si trova benissimo anche con gli scarponi alti!
Sicuramente le scarpe devono essere collaudate: mai portare scarpe nuove!
Vedere per maggiori informazioni la pagina L ’EQUIPAGGIAMENTO
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Quanto deve essere pesante lo zaino? C’è un limite massimo?
Non c’è una misura prestabilita: il buon senso deve guidarci nella preparazione dello zaino.
Bisogna mettere solo ciò che è indispensabile, evitando di cedere alla tentazione di mettere cose in realtà superflue. Un peso eccessivo può facilmente compromettere la salute delle articolazioni e dei piedi e facilitare le tendiniti. Solo l’indispensabile, lo ripeto. Quello che potrà servire potrà essere comprato strada facendo. Il cammino non si svolge in posti desertici ma in un paese molto simile all’Italia!
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Sai se ci sono servizi di trasporto zaini?
In alcuni posti ci sono: ma che senso ha farsi portare lo zaino? Il cammino di Santiago è un’esperienza del tutto particolare: dà moltissimo, molto più di quello che uno si aspetta. Ma richiede anche molte cose: una motivazione solida e la disponibilità ad affrontare qualche sacrificio e fatica.
09/04/2009



ALTRE INFORMAZIONI: http://compostela.pellegrinando.it/sezioni.php
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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goffry
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Il Cammino di Santiago

Messaggioda goffry » 01/07/2010, 6:36

ciao Gladius , si vede che è l'età , anchio è un po che penso d'intraprendere questo viaggio , mi ha sempre affascinato sopratutto perché ho un caro amico che ha gia intrapreso questa esperienza due volte , la prima assieme al padre , esperienza molto profonda , la seconda da solo , cosa che mi ha sempre consigliato . "bastano gli incontri che fai sul luogo a riempirti" .

percui penso che prima o poi mi accingerò anch'io a prendere in esame questa aventura staremo a vedere !!!


ps . quando sarai pronto se ti servono info tecniche , posso chiederle .


ciao goffry
I sogni creano la vita, la fantasia la colora

Lascia scorrere le parole in te , lascia fluire lo spirito in te ,non vi sono momenti di paura ma solo attimi di distrazione dal proprio se.
Lascia fluire le parole in te lascia fluire il sentire di te , la luce è .
( l'ascolto di sé )

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Il Cammino di Santiago

Messaggioda Ospite » 01/07/2010, 9:38

Eh no... non è mica l'età...

Ogni volta che il 25 luglio (il Giorno dedicato a San Giacomo) cade di domenica ... è l'anno santo giacobeo.
Quest'anno.... il 25 luglio è domenica...




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