*Errare e Sbagliare*
Written by alba
Wednesday, 24 November 2010 09:41
Quanti errori e sbagli ho fatto nella mia vita? Quanto mi sono punito e ridicolizzato per averli fatti? Quanto mi considero sbagliato rispetto a come vorrei essere? Ma come ho fatto a sbagliare così tante volte?
Tutte queste domande ci portano diritti ad uno dei temi centrali dell’essere umani, ovvero la relazione con gli errori, gli sbagli e quindi con il procedere nella vita.
Le parole errare e sbagliare nascondono delle potenti chiavi di lettura(*) che possono aiutarci ad approfondire questo tema, a superare i nostri limiti e a trasformare la nostra relazione con gli errori e gli sbagli per renderla più scorrevole, naturale e matura.
Errare significa andare vagando, senza sapere dove, senza consiglio, come brancolando tra le tenebre, da cui i termini errante ed errabondo, ovvero colui che vaga qua e la in luoghi diversi. Per esempio, la pianta erratica é quella che cresce spontaneamente in luoghi differenti, anche lontani dal luogo di origine.
L’errare denota quindi la condizione del procedere senza conoscere a priori, senza una mappa, senza un’obiettivo prefissato, e questo é un modo naturale e caratteristico della vita che si fa conoscere mediante l’esplorazione e l’esperienza diretta.
L’errare é una componente essenziale dell’esperienza.
Il bagliore, invece, é qualcosa che fa badare, che attrae l’attenzione, come ad esempio un grande splendore, da cui (ab)bagliare ovvero offuscare la vista per soverchio di chiarore. Secondo la sua definizione etimologica lo sbaglio é la funesta conseguenza della mancanza di attenzione, ovvero della offuscazione della vista prodotta da qualcosa che attrae l’attenzione, che é di prendere una cosa per un’altra.
Lo sbaglio é una condizione momentanea che comporta la mancanza di visibilità su alcuni aspetti della realtà circostante.
Quello che voglio fare notare quì non sono delle sottili differenze semantiche tra due parole ma il fatto che i vocabili errare e sbagliare descrivono dei movimenti naturali e normali della nostra esistenza:
* l’esplorazione e la navigazione “a vista”
* la deviazione/spostamento dell’attenzione
Errare e sbagliare non hanno di per se una connotazione negativa, se non nel giudizio che é stato loro dato nel corso dei secoli. Essi descrivono una parte dei processi esistenziali, ed hanno la capacità di aprire imprevedibili potenziali in modo caotico ed apparentemente illogico.
E’ nelle nostre facoltà la scelta di un atteggiamento neutro e maturo verso gli errori e gli sbagli – sia nostri che altrui – e riconoscere che essi sono semplicemente una condizione naturale, intrinseca ed inevitabile nel procedere nell’esistenza e della manifestazione fisica.
Al tempo stesso, siamo responsabili dei movimenti e degli eventi causati dal nostro agire “erratico” o “sbagliato”. Quindi la neutralità matura non sta semplicemente nell’ignorare o nello sminuire gli errori e gli sbagli direttamente vissuti, ma nella loro accettazione per ciò che sono, nel percepirli senza giudizio, nel riconoscere e guardare in faccia ciò che essi hanno creato, senza “voltarsi dall’altra parte” per paura di scoprire aspetti oscuri di noi stessi.
Osserviamo semplicemente “così é stato, così é andata”. Lasciamo andare il passato onorandolo per il servizio che ci ha reso e per l’insegnamento che ci ha dato. Non condanniamoci per i nostri errori e per i nostri sbagli. Perdoniamoci per ciò che abbiamo fatto (o non fatto) e che non avremmo voluto (o voluto) fare. Riappacifichiamoci con il passato, soprattutto con quello “errato” e “sbagliato”.
Lasciando andare facciamo spazio nella nostra vita, e creiamo i presupposti per attirare verso di noi condizioni di vita più fluide e scorrevoli, in cui poter scegliere secondo il criterio della felicità e della gioia senza inutili ed obsoleti sensi di colpa.
Un abbraccio,
Andrea
(*) Ringrazio Gregg Braden che mi ha fornito spunti interessanti nell’intervista pubblicata su Scienza e Conoscenza Numero 34.
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