IL COLORE E’ ENERGIA

Tutta l’energia elettromagnetica presente nell’universo si manifesta attraverso un moto ondulatorio.
La propagazione avviene ad una velocità ben determinata che possiamo affermare essere una delle costanti più importanti della fisica, la velocità della luce, cioè circa 300.000 km/s.
I diversi caratteri con cui questa energia si presenta dipendono quindi dalle due variabili lunghezza d’onda e frequenza. La prima variabile consiste nel calcolo della distanza tra una cresta dell’onda e la successiva, invece la seconda variabile consiste nel calcolo di quante onde si succedono in un determinato lasso di tempo. Lunghezza d’onda e frequenza dipendono una dall’altra: maggiore è la prima minore sarà la seconda e viceversa.
Viste queste caratteristiche tutte le forme di energia elettromagnetica sono classificabili all’interno di uno spettro. Le onde con lunghezza minima e ad alta frequenza hanno cariche energetiche molto elevate; gran parte dei raggi cosmici ha queste caratteristiche che risultano nocive per gli esseri viventi. Al contrario onde deboli energeticamente come le onde radio (ampia lunghezza d’onda e bassa frequenza) sono assolutamente innocue. Onde elettromagnetiche sono utilizzate anche dal nostro corpo per agevolare la comunicazione interna, è stato provato dal biofisico tedesco F.A. Popp che ogni cellula vivente emette delle radiazioni molto deboli, dette biofotoni, i quali compongono il linguaggio tra cellule che regola tutti i processi biofisici del corpo. Il nostro organismo si è inoltre sviluppato fino ad essere in grado di percepire con gli occhi una piccolissima porzione dello spettro elettromagnetico che si manifesta nel mondo esterno. Si tratta delle onde con lunghezza compresa tra i 400 ed i 700 milionesimi di millimetro (nm). Convenzionalemente sono stati attribuiti alle diverse lunghezze d’onda diverse tonalità di colore che i nostri occhi percepiscono, le onde più lunghe avranno toni sul rosso mentre le più corte si manifestano con toni blu. E’ credenza diffusa che la percezione visiva del colore dipenda esclusivamente dalle caratteristiche atomiche degli oggetti contemplati. Il ragionamento classico è che una determinata configurazione atomica sia predisposta ad assorbire determinate lunghezze d’onda ed a rifletterne altre, le quali giungendo al nostro occhio ci indicano il colore dell’oggetto stesso. Questa concezione è altamente materialistica ed ignora che la percezione dei colori in quanto tali non dipende da una caratteristica “fisica” dell’oggetto colorato ma da un numero maggiore di variabili ambientali e principalmente dalle caratteristiche percettive del soggetto che fa esperienza. Il colore non è una caratteristica esteriore degli oggetti e quindi esterna rispetto a noi, anzi esso è uno dei migliori alleati escogitati da madre natura per permetterci di agire in maniera più efficiente nel mondo. Questo significa che percepiamo i colori perché ci è utile e che la percezione di essi ci influenza a più livelli di coscienza.