I luoghi di Michele - La grotta di Minervino Murge.

Messaggi, luoghi, immagini dell'Arcangelo che protegge Città di Luce.
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shanti
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I luoghi di Michele - La grotta di Minervino Murge.

Messaggioda shanti » 27/03/2010, 15:26

La Grotta di San Michele a Minervino Murge


Uno dei luoghi consacrati a Michele, che abbiamo potuto visitare in questo viaggio, è stato segnalato proprio qui, sul forum da Drago blu, e, dopo averlo visto, non posso fare altro che ringraziare per questa indicazione.
Mentre aspettavamo la guida che avrebbe dovuto accompagnarci, abbiamo potuto godere di un tiepido sole e dei prati già fioriti che circondano l'ingresso.
La grotta che ospita la chiesa rupestre si trova ai piedi di Minervino, a nord, in una vallata che nella toponomastica porta il nome di S. Salvatore e che si trova al termine di quel canale naturale, un tempo fiumiciattolo, denominato "Matitani" (etimologia vagamente greca che ricorda lo "scorrere" e il "travolgere", perché trasporta le acque e i detriti delle colline durante i temporali più copiosi). La zona si è rivelata ricca di insediamenti: nella parte che va dalla grotta di S. Michele alla chiesa rupestre della Madonna del Sabato, sono state ritrovate tombe e resti di insediamento risalenti al VII sec. a.C. e testimonianze di epoca imperiale sono presenti nella stessa grotta.

il paese



Questa bella grotta è una cavità di origine carsica creata dall'erosione che l'acqua piovana opera sulle rocce calcaree di cui è composta l'ossatura delle nostre colline dell'Alta Murgia. La tipicità morfologica di questa terra è il prodotto di una lunga erosione ad opera soprattutto delle acque piovane che, contenendo anidride carbonica, hanno il potere di sciogliere il carbonato di calcio di cui sono composte le rocce calcaree. Così l'acqua caduta dal cielo ha finito con l'essere il primo vero scultore che, con immane pazienza, ha dato forma ad uno dei fenomeni straordinari del paesaggio pugliese: il carsismo. È soprattutto sull'Alta Murgia che si riscontrano quasi tutti i maggiori fenomeni del carsismo e dove, risultando poco estesi altri tipi di sedimenti in grado di svolgere un'azione protettiva nei confronti dell'acqua piovana, si ha la diretta esposizione subaerea dei calcari. Questi processi carsici sono stati e sono tuttora i principali fattori del modellamento del terreno, specialmente nella parte più interna del comprensorio, dove i terreni di copertura e la terra rossa sono assenti (o comunque occupano poco spazio e la vegetazione arborea manca). Le forme sotterranee derivanti dai fenomeni carsici sono distinte in pozzi, inghiottitoi, voragini o gravi, caverne e grotte riccamente adornate da colorate e suggestive formazioni di stalattiti e stalagmiti.

L'ingresso alla grotta.



L'altare posto nel ciborio in fondo alla grotta.

La statua sull'altare


L'ingresso neoclassico, con sull'architrave della porta la scritta "Quis ut Deus " (la trascrizione latina del nome ebraico Mikael), è stato edificato alla fine del 1800. Nel corridoio che porta alla scala si può ammirare sulla volta un affresco con l'immagine dell'Arcangelo contornato da calchi in terracotta di angioletti.
La cosa bella è che superato l'ingresso e il corridoio, ci si ritrova di nuovo a cielo aperto, davanti all'imbocco della voragine, un buco orizzontale, sul terreno, da cui partono i primi gradini.
Già dopo i primi passi si inizia ad avvertire l'onda dolce e forte dell'energia di madre terra unita a quella di Michael.

Dopo la prima rampa di scale a destra, un palietto seicentesco, resto di un antico altare; a sinistra un ballatoio con una mangiatoia in tufo; sempre a destra un altare in pietra con nicchia con l'immagine del SS. Crocifisso che si venera in Chiesa Madre. Scendendo, a destra e a sinistra due imponenti torrioni in pietra; su quello di sinistra una vaga stalagmite mostra una protuberanza simile ad un ginocchio, sempre umida, alla quale la tradizione ha attribuito il simbolico nome di "ginocchio di S. Lucia".

L'antica scalinata scende ripida, per circa 20 metri di dislivello dalla quota di ingresso, formata da gradini sconnessi e un po' scivolosi, nel tipico colore giallo-rossiccio della roccia circostante. E' larga quanto tutta la grotta. Arrivati al termine della scalinata, le quattro colonnine ci rimandano ad un ipotetico antico ciborio, con copertura verosimilmente in legno, dato che non ci sono tracce di coperture in pietra. Le colonnine di avanti sono: quella di destra a tortiglione con capitello ornato di palme; quella di sinistra è una colonna corinzia scanalata, con relativo capitello, le colonnine di dietro sono a papiro, con capitello trapezoidale senza ornamento.

Ma la cosa che cattura lo sguardo, fin dall'inizio della discesa è l'altare su cui è posta la statua dell'Arcangelo. Illuminato dall'interno, è come se facesse arrivare giù la tua anima e il tuo cuore, prima che arrivi anche il corpo, che ancora sta scendendo le scale. L'Arcangelo ti abbraccia non appena posi il piede sul primo gradino.
Mi sono commossa vedendo i fiori posati ai piedi del nostro Arcangelo, calle bianche, i fiori che portavo il giorno del nostro matrimonio. E c'erano otto piccoli lumi di vetro, otto come noi, che eravamo lì a pregare nel silenzio del nostro cuore.
L'altare in breccia corallina è sovrastato da un ciborio di pietra ricoperta di calce.
Dietro l'altare, c'è una colonnina scavata dall'acqua, fino a diventare un bacile, nel quale l'acqua scende dalla roccia.
L'acqua limpida si raccoglie in questo contenitore e il suono delle gocce, nel silenzio, diviene musica.




Don Francesco, che ci ha accompagnati, ci ha gentilmente riempito le bottigliette che avevamo portato con noi per raccogliere l'acqua, per la verità un po' stupito.
Dopo le spiegazioni, abbiamo avuto la possibilità di godere un po' del silenzio in quel luogo così speciale e abbiamo potuto percepire meglio la vibrazione così intensa ma dolce allo stesso tempo, ascoltare il suono delle gocce, un lieve liquido canto.
Lo sguardo si perdeva nelle figure formate dalla roccia, apparivano volti, ali, figure fantastiche e, bellissimo, guardando dal basso verso l'apertura sopra di noi, i licheni che ricoprono parte della roccia, illuminati dalla luce esterna, prendono un riflesso azzurro tale da far sembrare azzurra tutta la roccia.


Vista da sotto. A destra la scalinata originale e a sinistra la scala di sicurezza per il primo tratto.


Ci hanno colpito le parole che padre Francesco ha detto: "Le grotte non sono costruite da mani umane, è come se la Madre Terra si ritirasse per far spazio dentro di sé all'uomo. Inducono chi vi entra ad andare all'essenziale, a vivere con sé stesso, a rientrare in sé, senza lasciarsi condizionare dall'esterno. Per fare esperienza della grotta, occorre entrarvi, essere accolti nel grembo della madre Terra, per trovare protezione e raccoglimento, sentire voci nuove non udibili altrove, cogliere una presenza, altrimenti invisibile. Scendere nelle profondità della terra e di noi stessi ci può condurre a contemplare la realtà del cielo"

Vasca litica "a manto di pecora" originata naturalmente per l’intenso stillicidio dell'acqua


Il culto

La tradizione ha due date per commemorare S. Michele: il 29 settembre, festa della dedicazione di una basilica romana dedicata al Santo e l'8 maggio festa dell'apparizione dell'Arcangelo al Gargano. Nella chiesa rupestre si festeggia l'8 maggio e come attestato nel Tabulario Onofrio Tango c'è affluenza di molta gente: "... nel giorno suo si fa una bellissima festa con molte messe, dove concorrono l'abitanti delle città e terre convincine". Anche il Carbone nel manoscritto del 1865 a proposito della descrizione delle "orchestre" dice: "una per la banda che suonava in occasione della festa, l'altra per la gente che accorreva numerosa nel giorno della festa." Cultore della festa era il Capitolo Cattedrale che già fino alla fine del 1800, come attesta l'ultimo libro delle Conclusioni Capitolari, andava in processione, a cavallo. L'attuale cura della chiesa rupestre è nelle mani della parrocchia S. Michele Arcangelo.

Profilo storico

Le prime testimonianze scritte che parlano della grotta di S. Michele sono rinvenibili in una pergamena bilingue (greco e latino) datata 12 febbraio dell'anno 1000, conservata nell'Abbazia di Montecassino.
Questo documento attesta la restituzione di alcuni territori del meridione all'Abbazia che li possedeva "ab antiquis temporibus"; fra l'altro è detto "... et in pertinentiis de civitate Minervine speluncam ubi est ecclesia Sancti Salvatoris... "; la toponomastica attesta ancora oggi l'antico culto, forse dei primordi del cristianesimo, al
Salvatore. Successivi documenti sono quello del 1008 in cui l'abate Giovanni di Montecassino diede al monaco Trofari varie chiese tra cui quella di S. Salvatore in Minervino e quello del 1011 in cui Basilio, Protospatario e Catapano d'Italia, in Salerno confermava l'atto dell'anno 1000, ribadendo il diritto al possesso da parte dell'Abbazia
di Cassino di quelle terre fra cui la " speluncam et ecclesiam Sancti Salvatoris... " . La cultura del vivere in grotta adattò subito questo "edificio naturale" al culto cristiano. È del 1668 la descrizione della grotta ad opera del Tabulario Onofrio Tango per l'atto di vendita del feudo alla famiglia Tuttavilla di Calabritto (archivio capitolare di
Minervino); in essa è esplicitamente citata la grotta di S. Michele. Il culto del Gargano ha trasformato la grotta del Salvatore nella grotta dedicata a S. Michele; i pellegrini a Monte S. Angelo e la consuetudine di mettere delle immagini "a guardia" delle cavità, ingresso degli Inferi, ci spiegano il motivo della trasformazione. Nelle visite
pastorali del 1700 e 1800 si cita sempre la grotta con questo titolo e fino agli inizi del XIX sec. tra il clero della città figura sempre l'eremita di S. Michele. Interessante è il riferimento alla statua di marmo, che non è la stessa di oggi (in gesso) copia di quella di Monte S. Angelo. A proposito della statua abbiamo una precisa documentazione
nella "Storia di Minervino" di Vito Carbone, manoscritto in copia presso la Biblioteca Comunale; il manoscritto è del 1865. Il Carbone descrive la grotta ricordando che il suo ingresso principale è la voragine che illumina e che solo successivamente è stato ricavato un altro ingresso adiacente. Ci descrive l'altare posto lungo le scale affermando che fu costruito nel 1733 in seguito ad un terremoto che impaurì i minervinesi che non vollero più scendere per la celebrazione della Messa all'altare maggiore. Oggi questo altare lo si può ancora ammirare ed è sormontato da un affresco del Crocifisso. Ci descrive anche i torrioni che chiama orchestre. Il Carbone ci parla ancora delle quattro colonnine di marmo: una scanalata con capitello lavorato, cosi pure la seconda ma con colonna scanalata spiralmente, le altre due lisce con capitelli quadrangolari. Ancora oggi è possibile ammirare le quattro colonne. Dopo aver descritto la grotta, il Carbone descrive l'immagine del Santo e ci riferisce dei particolari degni di nota: "il
simulacro lapideo rinvenuto l'altezza avea poco più di tre palmi, stava ritto in piedi, era galcato (con la galea romana), con capelli al di sotto dell'elmo sparsi parte sul dorso e parte cascanti sul petto; teneva nella destra una lancia e ai piedi una civetta". Probabilmente la descrizione ci rimanda all'iconografia classica in cui è raffigurata
Minerva, una giovane donna armata accompagnata da una civetta, simbolo della vigilanza. Alla fine del 1700 una nuova statua fu fatta fare dal sig. Giovanni Rizzi. Il Carbone non fa menzione dell'altare in breccia corallina, che è identico a quello della settecentesca chiesetta della Madonna di Costantinopoli.



Un grazie speciale a Felicetto's photostream per alcune delle foto della grotta, specialmente quella azzurra. A noi non hanno permesso di fotografare.
Alcune parti sono tratte da web tiscali e dal web. Grazie per i contributi.
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Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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prema
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Messaggioda prema » 27/03/2010, 17:17

Shanti ha già spiegato tutto! Non c'è molto da aggiungere, se non le mie impressioni personali.

Arrivato vicino all'altare, la prima cosa che ho notato sono state proprio le calle ai piedi della statua di Michele e il mio pensiero è andato immediatamente al bouquet che Shanti portava il giorno del nostro matrimonio, quattro anni prima.
E poi l'energia di quella grotta! Effetto "apriscatole": era come se qualcuno mi avesse aperto la sommità della testa con un apriscatole, e sentivo un continuo flusso di energia che andava su e giù per il chakra della corona! Connessione Terra-Cielo.
E la bellezza intrinseca del luogo, della grotta, delle formazioni calcaree, del suono dell'acqua, il colore delle rocce... bisogna dire che Michele i suoi luoghi se li sceglie sempre molto accuratamente!

Mi unisco al ringraziamento a Drago Blu per avercene parlato!
Io sono ciò che sono per merito di ciò che tutti noi siamo

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Messaggioda Guerriero Blu » 27/03/2010, 21:22

grazie per tutto questo! leggendovi mi avete fatto vivere questa esperienza come se fossi la insieme a voi ! Abbraccio Abbraccio Abbraccio Abbraccio Abbraccio Abbraccio Abbraccio

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I luoghi di Michele - La grotta di Minervino Murge.

Messaggioda drago-lontra blu » 27/03/2010, 22:42

è stato un caso, mentre cercavo notizie sui luoghi che ho trovato Minervino, e dire che non è lontano da Gioia.
Per la felicità dei miei occhi e della mia immaginazione,
grazie di tutto, bellissime le foto, e la descrizione .
La luce che trasforma tutto in azzurro è emozionante, spero di vederlo dal vivo presto.
Grazie
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Messaggioda Oliviero Angelo » 28/03/2010, 0:01


Grazie per questo dono che ci avete fatto con le fotografie e le vostre emozioni dirette. Si, adesso lo so...Ero lì con voi, come tutti noi ci ritorniamo nel rivivere i vostri silenzi così pregni e gli sguardi sotto le ali di Michele e nel grembo di Madre Terra.
Grazie. Grazie davvero!
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Messaggioda shanti » 28/03/2010, 1:11

E' così bello raccontare pensando a voi che leggete, cercare le parole per provare a trasmettere le emozioni, anche se è difficile, perché sono così intense e particolari che se ne possono passare solo dei profumi leggeri.
Ma forse l'emozione arriva perché siamo collegati da fili invisibili e il vostro cuore l'ha già vissuta con noi, per qualche piccolo e fugace attimo.
Vi abbraccio con tutto l'amore che ho nel cuore.
Aspetto il racconto di chi ha vissuto con noi questi momenti preziosi, perché ognuno li vive a modo proprio e forse quello che ha colpito noi, è diverso da ciò che ha raggiunto la loro anima....
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

Venusia

I luoghi di Michele - La grotta di Minervino Murge.

Messaggioda Venusia » 28/03/2010, 1:24

Cari Viaggiatori di Michele che vi porta nei suoi luoghi attratti da questa forza palpabile, vi ringrazio per le foto , trasmettono la sua forza e la vostra emozione di esseri lì da lui.

Grazie noi eravamo con Voi.

Venusia sirio

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mariposa azul
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I luoghi di Michele - La grotta di Minervino Murge.

Messaggioda mariposa azul » 28/03/2010, 11:20

Gazie Shanti, bellissima esperienza della quale hai saputo trasmettere il meglio. Continuo a dirmi...ma quanto avrei voluto essere con voi!!, ma poi mi ridico sempre...ma guarda che c'eri!!!
Eravamo tutti lì!!!!
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

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Messaggioda shanti » 30/03/2010, 16:20

Siete nel nostro cuore, quindi sempre con noi!!!


Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Rubis
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Messaggioda Rubis » 30/03/2010, 19:49

sirio Michael sirio


GRAZIE PER LE BELLE FOTO!!!

un abbraccio...


rubis
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