Già dal treno alzo gli occhi, e alla fine la vedo la Sacra, in alto su quest'aria fresca di montagna. Sono arrivata, è la stazione di Sant'Ambrogio. Faccio sosta nella prima chiesa che incontro alle pendici del monte, le campane stanno suonando e penso sia bello iniziare con una preghiera.
Dopo di che inizia la parte più difficile, a cui sinceramente non ero preparata: la mulattiera!
L'orario non è dei migliori per affrontare una salita così ripida sotto il sole, e sono pure senza attrezzatura (niente scarpe da trekking, nè bastone), sono sola tra i boschi, se dovessi aver bisogno d'aiuto non ho nessuno qui in Piemonte così vicino da potermi dare una mano, e poi mi viene il fiatone alla prima tappa della via Crucis.
Non demordo: se Michele ha fatto tutto questo per farmi arrivare lì (biglietto aereo compreso!)
1) è sicuro che ci arrivo lì sopra
2) forse è proprio per mettere alla prova la mia volontà e il mio coraggio (devo dimenticare il fatto che soffro di astenia, dolori alla schiena ecc ecc)
Le croci nel cammino scandiscono la salita, mi riposo a ognuna di esse, o forse crollo...un po' come Gesù :)
attorno a me scoiattoli, lucertole, uccellini. Osservo il mio respiro affannato. Ho in mente solo questo: è una prova e devo farcela. Finita la via Crucis si trova una cappella, dove dico un'altra preghiera, prima di proseguire ancora in un sentiero per la montagna... finchè la strada non diventa asfaltata. Vedo la Sacra finalmente, che il bosco e gli alberi avevano fino ad allora nascosto alla mia vista.
Sono stremata, ma c'è una donna in lontananza, da sola, ferma che mi guarda.
Istintivamente mi viene voglia di urlarle simpaticamente - sei un miraggio o sei vera??
E' un pensiero di confidenza, a pensarci bene istintivo, taccio solo perché mi manca il fiato, ma mi precede lei:
- Aquilabaleno? (mi ha riconosciuta subito)
:)))) ora immaginate la mia gioia, dopo un viaggio da sola, una faticaccia per i monti, nel sapere che la prima persona che ho davanti è Shanti, fuor di dubbio lei, ad accogliermi!!!!! Abbraccio. Che energia ha questa donna nelle mani? E gli occhi? Hanno spazio dentro.
Ero giusta uscita in questo momento, non so perché, forse ti ho sentita - mi dice.
Non pensavo di trovare gli amici della città di luce ancora alla Sacra, perché avevo fatto piuttosto tardi rispetto agli orari previsti. E' una grande gioia invece sapere che sono tutti lì, e a pensarci bene...se Michele mi voleva lì proprio giorno 26, doveva essere anche questo il motivo: dovevo incontrarli.
La seconda persona che vedo è Prema, poi a uno a uno gli altri... finalmente i nomi hanno un volto. E che volto. Questa città di luce è luminosa nelle persone, c'è un atmosfera di pace, di grande famiglia. Shanti fa gli onori di casa, e scopro i loro nomi: drago blu, arcansiel, Lorel, Mary, farfalla gialla, Giorgio, Marisa, Salvatore, Enrico, Milena, Drago verde, Ida, Guido...ma quanti siete??? per fortuan c'è la foto e posso riconoscervi :P
In quel momento l'aura del gruppo mi è sembrata limpida e fortissima. Io sono stremata, e un po' confusa, non riesco a dire molte parole, spero basti il mio sorriso.
So che sono tra quelle persone che hanno scritto quei messaggi fantastici, che abbiamo intenti comuni e Michele con noi. La sensazione è bellissima.
Ci salutiamo, e ho la sensazione che è solo la prima volta che li vedo.
E' solo la prima volta, è anche la convinzione che ho girando per la Sacra, un tour poco da turista scrupolosa in verità. Cammino per quegli spazi come se tornassi lì dopo mille vite, gustandone il piacere di un posto familiare. Certo conosco già la porta dello zodiaco e altre parti della Sacra per averli "studiati" a casa, ma mi accorgo che è il "movente" per cui sono lì a rendere la mia visita diversa. Non ho doveri di tempo da rispettare, non mi interessa la scheda turistica che ho in mano, per fare una mera visita del monumento per poi tornare a casa. No, io sono qui perché devo imparare qualcosa, dimostrare qualcosa, e ascoltare il mio cuore. A suo tempo ogni cosa mi sarà chiara.
Io tornerò qui. Non devo affrettarmi come gli altri a fare le foto perché poi non ci verrò più.
Questo posto per la mia anima è una casa. Prima non c'era nella mia vita, adesso c'è. So che in tutta la terra, in tutti gli spazi, se potessi andare in un posto per riposare, pensare, pregare, sarebbe questo...vorrei esserci in un attimo, col solo pensiero (e forse è così).
La chiesa...a me interessa soprattutto la Chiesa che ho sognato. Apro la porta e mi tremano un po' le gambe, spengo la macchina fotografica. Mi viene da piangere. Sono ancora sola a poter vivere interamente le mie emozioni senza vergogna, capisco che anche questo sto imparando in questo giorno, fin dal cammino solitario...a saper vivere le cose anche da sola senza cercare sempre l'appoggio di qualcuno o aver bisogno di condividerle, e a non temere il giudizio sulle mie emozioni da parte di altri osservatori. Occhi lucidi. Va bene così. Ecco i cordoncini porpora che avevo visto nel sogno. E le pareti arancioni. Ecco San Sebastiano, che ricorre anche lui da qualche mese.
San Michele sono qui, che devo fare?
Mi siedo. Prendo tempo. Sulla sinistra dove ci sono le candele inizio a pregare, e piango, le lacrime non smettono di scendere da sole, calde, le lascio cadere. Mi sento osservata ma non ci posso fare niente. Mi sta liberando. Mi sono sentita strattonata come se San Michele stesse togliendomi radici di ortiche dal petto, come se mi stesse purificando. Dopo un pianto, arriva il sorriso (che poi il sorriso, dopo la pioggia-pianto, è a forma di arco, come l'arcobaleno).
Accendo due candele, una per affermare la mia intenzione di servizio a San Michele, una per la mia famiglia, che arrivi un po' di luce nelle loro vite.
Vado via. Non ho altro da fare. Tornerò qui, ci saranno nuove cose, ma per adesso è tutto. Ho fatto ciò che dovevo e sentivo.
Torno giù facendo autostop, scortata da una coppia di Asti dolcissima.
Sembra finita qui la mia parentesi Michelica a Torino, ma in realtà l'ho incontrato di nuovo.
Nella mia visita alla Basilica di Superga, vado a vedere le tombe reali dei Savoia. Dopo una prima scalinata verso la cripta di marmo, incontriamo un'enorme statua di San Michele, con spada e il demonio sotto i piedi. Sorrido, per me San Michele non è un nome... è vivo, presente, luminoso, per cui sorrido come se avessi incontrato un amico. La guida spiega che San Michele è il protettore dei punti di passaggio, reali e metaforici, come l'incrocio in cui ci troviamo prima di svoltare verso le tombe reali vere e proprie, di cui San Michele è stato posto a custodia.
Nelle tombe reali rivedo simboli, che mi riportano al secondo sogno sgnificativo che ho fatto dopo quello della Sacra. Elmi a testa leonina. A poco a poco tutto si farà chiaro.
