Messaggioda unicorno bianco » 20/09/2011, 21:04
Ti voglio bene lo stesso (anche se ecc ecc)... scusa ma non mi riesce di vederlo bene. Ti voglio bene , mi piace molto di più.
immaginare come ci si può sentire ad appartenere a qualcuno mi riesce
difficile, mi fa sentire la sofferenza che immagino sia e mi fa soffrire
profondamente insieme a chi la vive.
Ci sono molti modi di "essere parte di" e ti assicuro che in alcuni non c'è sofferenza alcuna, anzi, perché si può far parte di qualcosa di meraviglioso che ci arricchisce, pur essendo profondamente liberi.
Smettere di soffrire per chi soffre o si presume che soffra , fa sì che non si carichi sulle sue spalle anche la nostra sofferenza.
Conoscevo una ragazza molto malata. Diceva che spendeva tutte le sue energie, che avrebbe potuto usare per guarire, per arginare l'onda di quelli che soffrivano per lei. Stava volentieri in negozio perché ridevamo con lei e non avevamo pena per la sua malattia e da noi arrivava solo luce.
Ogni esperienza ha senso, ormai dovremmo averlo capito.
Sono andata un po' fuori tema. Va bè, perdonate, la geriatria.... sono miei punti di vista. Ciao.
...finora l ho sempre visto bene, ma proverò a pensare a che differenza fa/avrebbe fatto in me senza quel finale e poi potrò rispondere :) ora non saprei cosa dirti, di getto mi viene da dire che ha evitato che altri (il resto del mondo?) mi facesse sentire vedere credere che certe cose fossero sbagliate o da evitare. E con il resto del mondo, io. Così ora in diretta mi vien da dire che molte madri dicono "ti voglio bene" ai propri figli, salvo poi non dirglielo anche quando sbagliano o appaiono diversi da quel che esse "vorrebbero". Ma ti ripeto, ci penserò :) finora m'è sempre suonato bene un gran bel po'.
Ci sono molti modi di "essere parte di" e ti assicuro che in alcuni non c'è sofferenza alcuna, anzi, perché si può far parte di qualcosa di meraviglioso che ci arricchisce, pur essendo profondamente liberi.
...non conosco altri modi di essere DI qualcosa...quindi mi sono chiesta il perché delle tue parole e ti rispondo che è solo un mio modo di guardare le cose...non posso fare a meno di guardarle e provare a immaginare come mi sentirei, come si potrebbe (ma anche no) sentire l'altro...e questo si lega all'ultima parte della tua risposta, mi è inevitabile sentire dentro di me quello che (suppongo, sulla base del mio sentire, ma che non è detto sia!) sentono gli altri. Ma "sentire-con" e "soffrire" con il significato che hai inteso tu non sono la stessa cosa...quel "soffrire" mi riesce difficile, proprio perché ogni esperienza ha senso, come hai detto, tu, ed ogni anima vive quel che lei stessa sceglie di vivere. La scelta è libera, ed inevitabile, e necessaria.
Se c'è qualcosa che non è chiaro son qua, certe volte si danno per scontate tante cose e io in questo sono una frana totale, do per scontate un'esagerazione di cose ma me ne sono accorta da pochissimo tempo, sto giusto giusto cercando di imparare a non farlo...