La tradizione di Santa Lucia

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La tradizione di Santa Lucia

Messaggioda shanti » 13/12/2011, 11:52

Le tradizioni di Santa Lucia in Italia


In alcuni luoghi Santa Lucia viene festeggiata e fa le veci di Babbo Natale.
In alcune regioni del nord Italia, come il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l'Emilia e il Veneto esiste una tradizione legata alla Santa, il 13 dicembre, giorno della sua morte. I bambini le scrivono una letterina, dicendo che sono stati buoni e si sono comportati bene per tutto l'anno, e chiedendo in regalo dei doni. Preparano del cibo e delle carote sui davanzali delle finestre, per attirare la Santa e il suo asinello e poi vanno a letto perché se la Santa arriva e li trova alzati lancia loro della cenere o della sabbia negli occhi e li acceca.
Santa Lucia è la patrona di Siracusa e l’attaccamento dei siciliani a Lucia viene manifestato pubblicamente con due feste annuali in suo onore: quella canonica del 13 dicembre, e quella siracusana e siciliana di maggio, che adempie un voto formulato nel 1646, durante una grave carestia che aveva colpito la città natale della santa.
Il 13 dicembre dunque, si festeggia Santa Lucia.
Questa festa è molto sentita in Sicilia, ma particolarmente a Siracusa, essendo la Santa siracusana e Patrona della città.
Il 13 dicembre è la data in cui ricorre l’anniversario del suo martirio, e pertanto, in tale ricorrenza la città espone ricchi drappi e tappeti ai balconi dei sui palazzi e si illumina di ceri per onorare la solenne processione, della statua d’argento della Santa, opera di Pietro Rizzo, capolavoro dell’oreficeria siciliana del XVI secolo.

Santa Lucia processione





L’imponente processione accompagna la statua, alta quasi quattro metri, lungo il tradizionale percorso dalla bellissima Cattedrale, sita sull’isola di Ortigia, alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, dove rimane esposta.
Il 20 Dicembre la festa si conclude, con il rientro della statua alla Cattedrale, portata in spalla dai “berretti verdi” della confraternita dei falegnami.
Inoltre, il 20 dicembre, in occasione della processione per l’ottava di Santa Lucia, la città usa ospitare una “Lucia di Svezia”, cioè una ragazza svedese che rappresenta Lucia, e che presenta il capo cinto di una corona di candele.
La luce e Lucia hanno un legame strettissimo. Santa Lucia è la Santa che protegge la vista e quindi la luce dei nostri occhi, ed è la Santa che si festeggia nei giorni in cui anticamente si svolgevano rituali per propiziare il successivo ritorno della luce -il 21 dicembre giorno del solstizio invernale-. Forse anche per questo la tradizione vuole che si accendano fuochi per la vigilia della festa.
Una certa iconografia raffigura la Santa recante un mazzo di spighe e la tazza con gli occhi. A volte la tazza reca una fiaccola ed è per questo che viene accostata alla dea greca Demetra o alla romana Cerere,che venivano rappresentate cone un mazzo di spighe e la fiaccola.
Un altro collegamento con il grano è quello narrato nella leggenda che nel 1646 Siracusa fu colpita da una grave carestia, durante la dominazione spagnola e nella disperazione del momento giunse una nave carica di frumento, Dove? Per alcuni a Siracusa, per altri a Palermo.
Questo avvenimento è stato ritenuto un prodigio e da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l’uso di consumare cuccia – grano bollito - il 13 dicembre di ogni anno.

Durante questi giorni di festeggiamento e’ bandito l’uso di pasta e pane e si usa consumare solo verdure e legumi, le arancine e la cuccia, piatto tipico a base di grano e legumi, in alcune località, e dolce a base di grano bollito e crema di ricotta, a Palermo.
Altra usanza, invece, è quella di fare dei piccoli pani a forma di occhi, da benedire, che vengono consumati per tenere lontane le malattie connesse alla vista.
Il sentimento comune che vuole che Santa Lucia aiuti la vista è confermato dal Pitrè che scrive che “serba sani gli occhi dei suoi devoti”, che rinunciano a mangiare pane e pasta il 13 dicembre. A Palermo, il giorno che dovrebbe essere di astinenza dal pane e dalla pasta diventa il pretesto per consumare arancine in abbondanza. Anche se oggi vengono proposte nei più svariati modi, la classica arancina palermitana è quella con la carne.
La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per gli uccellini.

SANTA LUCIA a Verona


È una delle tradizioni veronesi più antiche, sentite e partecipate.
Si racconta di come le spoglie della santa siracusana, protettrice degli occhi, siano passate da Verona nel loro viaggio verso la Germania intorno al X sec. Ciò spiega anche perché il culto della santa sia molto diffuso nel nord Europa.
Secondo un’altra ipotesi, il culto di Santa Lucia deriverebbe dal periodo di dominio della Serenissima su Verona. Venezia infatti, già nel 1204, fa trasportare le spoglie della santa nella città lagunare.
A Verona però, il culto assumerà caratteristiche peculiari e si colorerà di folklore e tradizioni locali.

La leggenda racconta…
Secondo la leggenda veronese, intorno al XIII sec., in città, in particolare tra i bimbi, era scoppiata una terribile ed incurabile epidemia di “male agli occhi”
La popolazione decise allora di chiedere la grazia a S. Lucia, con un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di S. Agnese, dedicata anche alla martire siracusana, posta dove oggi c’è la sede del Comune: Palazzo Barbieri. Il freddo spaventava i bambini che non avevano nessuna intenzione di partecipare al pellegrinaggio.
Allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, tanti doni. I bambini accettarono… l’epidemia si esaurì…
Da questo momento è rimasta la tradizione di portare in chiesa i bambini, per la benedizione degli occhi, il 13 dicembre e ancora oggi, la notte del 12 dicembre, i bambini aspettano l’arrivo di S. Lucia che porta loro gli attesi regali a bordo di un asinello volante.
Si lascia un piatto sul tavolo con del cibo con cui ristorare sia lei che l’asinello prima di andare a dormire. In questa sera i bambini vanno a letto presto e chiudono gli occhi, nel timore che la Santa, trovandoli ancora svegli, li accechi con la cenere.
La mattina dopo, Lucia fa trovare loro il piatto colmo di dolci, fra cui le immancabili “pastefrolle di S. Lucia”, di varia forma (stella, cavallino, cuore…), nonché l'altrettanto immancabile "ghiaia dell'Adige".
Le formine delle frolle scacciano il male e sono di buon auspicio.


La tradizione di Santa Lucia nei paesi del Nord Europa



Il re Canuto di Svezia proclamò che il Natale sarebbe durato un mese, dal 13 dicembre - all'epoca giorno del solstizio d'inverno - fno al 13 gennaio, giorno appunto in cui veniva festeggiato di San Canuto. Non conosciamo i motivi per cui Lucia, una santa siciliana del IV secolo, fosse cosi onorata nella lontana e fredda Svezia:

si racconta che avesse visitato personalmente il Paese oppure che furono i missionari cristiani a parlare di lei al popolo e a diffonderne il culto. comunque, qualunque sia l’origine, gli svedesi dimostrarono subito molto amore per Lucia, ”colei che porta luce”, festeggiata proprio il giorno del ritorno del sole e della vita.
Nel 1927 poi un quotidiano di Stoccolma decise di bandire un concorso per leggere la cosidetta ”Lucia di svezia che, con una corona di sette candele e vestita di una tunica bianca, doveva raccogliere le offerte e i doni da distribuire ai poveri e ai bisognosi in occasione delle feste natalizie. L’iniziativa ebbe un successo clamoroso che persiste tutt’oggi, tanto che, a Stoccolma, ad incoronare la prescelta è il vincitore del premio Nobel per la letteratura. Dal 1950 la festa svedese è collegata a quella siciliana, cosi’ la Lucia svedese si reca a Siracusa per partecipare alla processione che conclude i festeggiamenti in onore della Santa.

E'' una festa molto sentita nei paesi nordici.
In questo giorno la figlia maggiore si sveglia alle quattro del mattino per preparare caffè e dolci che servirà poi, vestita con tunica bianca cinta da una fascia rossa, alla propria famiglia ancora a letto; le altre figlie invece si vestiranno con tunica bianca cinta da una fascia bianca.

I ragazzi mettono grandi cappelli di carta e portano lunghi bastoni con stelline.
Le ragazze ornano i capelli con lustrini e portano una corona di sette candele: accompagnando una "vergine saggia" e passano di casa in casa cantando una canzone, intrecciata con mirtilli rossi.
La musica utilizzata è quella di una famosa canzone napoletana "S.Lucia" (Sul mare luccica..) che canta il luogo di Santa Lucia sul golfo di Napoli.
Ogni anno viene scelta una ragazza che rappresenta Santa Lucia per tutta la Svezia: la ragazza viene incoronata dal vincitore del premio Nobel per la letteratura.
E' la tradizione più amata in tutto il Paese nel periodo prenatalizio. Ovunque sfilano cortei con decine di ragazze in bianco (spesso vi sono anche ragazzi!) e tutti insieme cantano inni natalizi e altri dedicati al ritorno della luce.

A Stoccolma si tengono concerti di Lucia nella maggior parte delle chiese; nel Duomo Storkyrkan l’11 e il 12 dicembre. Al museo all’aperto Skansen tutti possono partecipare a questa manifestazione insolita: ci sono diverse sfilate il 13 dicembre sia in uno degli antichi edifici sia nella chiesa Seglora e poi alle ore 16 arriva dal centro città la Santa Lucia in carrozza con alcune delle sue damigelle per cantare insieme con un grande coro sul palco principale di Skansen. Sono molto suggestivi anche i due concerti del 13 dicembre nella grande arena di Globen con cantanti giovani vestiti di bianco con candele nella mano che riempono completamente l’arena.

Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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La tradizione di Santa Lucia

Messaggioda shanti » 13/12/2011, 15:17

In coda al post metto questo video molto suggestivo.



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mariposa azul
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La tradizione di Santa Lucia

Messaggioda mariposa azul » 13/12/2011, 23:33

Grazie Shanti! Stavo proprio cercando le tradizioni di Santa Lucia ed ecco qua, ritrovato tutto quello che volevo sapere. Molto suggestivo il video.
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

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La tradizione di Santa Lucia

Messaggioda mariposa azul » 13/12/2011, 23:47

CUCCIA

Che Siracusa sia stata colpita da una grave carestia nel 1646, durante la dominazione spagnola, è storia. Che nella disperazione del momento sia giunta una nave carica di frumento e che questa circostanza sia stata ritenuta un miracolo, è possibile. Certo è, però, che da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l'uso del mangiare cuccia il 13 dicembre di ogni anno. Il nome "cuccia" può derivare dal sostantivo "cocciu", chicco, o dal verbo "cucciari", cioè mangiare un chicco alla volta. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini.


Ingredienti
per 4 persone:
500 gr di grano
120 gr di amido
1 litro e 1/2 di latte
200 gr di zucchero
1,5 kg di ricotta fresca
50 gr di zuccata [specie di crema fatta con la zucca, che si conserva a lungo, base per molti dolci tipici siciliani]
200 gr di cioccolato amaro
un vasetto di ciliege sciroppate

Esecuzione:

Mettete il grano ad ammollare dentro una pentola con acqua per circa tre giorni, [ora si trova già cotto al supermercato]Scolate il grano. Sciogliete l'amido nel latte freddo aggiungendo la scorza di limone. Mettete in un recipiente il latte con l'amido e fate cuocere a fuoco bassissimo mescolando di tanto in tanto. Appena diventa cremoso, spegnete ed aggiungete il grano, mescolando il tutto. Fate raffreddare ed unite il cioccolato e la zuccata tagliati a pezzetti. Servite in tavola. La Cuccia si può preparare anche con la ricotta che passerete a setaccio mescolandola con lo zucchero. Appena sarà cremosa, aggiungete il cioccolato spezzettato e la zuccata, unendo anche il grano. Guarnite con delle ciliege sciroppate. In questo caso, i tempi di preparazione sono un po' più lunghi.
preso da http://www.dolci.it/ricette/sicilia/cuccia.html


Mi piacerebbe assaggiarla, ma il procedimento è un po' troppo laborioso
per le mie abilità e il tempo a mia disposizione
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH


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