Popolo Lakota.....Le 7 Cerimonie Sacre

Le tradizioni e la spiritualità degli Indiani d'America
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Guerriero Blu
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Popolo Lakota.....Le 7 Cerimonie Sacre

Messaggioda Guerriero Blu » 20/04/2011, 0:04

Per i Lakota, ogni uomo nasce con quattro aspetti dell’ “anima”: il sicun, la forza immortale che permette al corpo di formarsi, e che alla morte ritorna “al nord” ad attendere un nuovo concepimento; il tun, il potere di trasformare l’energia da visibile in invisibile e viceversa; il ni, il “respiro” che abbandona il corpo con la morte; il nagi, l’ “ombra” che alla morte percorre la Via degli Spettri per unirsi agli antenati e riprendere la vita tradizionale. I miti e i rituali lakota si sviluppano in serie di quattro e sette, e sono ciclici, come la vita. Il cerchio è sacro.



Le Sette Cerimonie Sacre, sostrato della religione lakota, sono sopravvissute fino ai nostri giorni nonostante i tentativi di repressione ad opera del governo degli Stati Uniti durante il XIX secolo. Esse sono:

1- La Capanna di Sudorazione (Initipi), la quale serve come preludio a tutte le altre cerimonie e rappresenta un rituale di grande importanza.

2- La Ricerca della Visione (Hanbleceya): viene effettuata in età puberale, originariamente dai soli maschi, ma estesa a tutti dagli anni Settanta. Un uomo di medicina manda l’iniziato su una collina, o in altri luoghi isolati, per un periodo che va da uno a quattro giorni, dove digiuna e porge offerte rituali ai Quattro Venti attraverso la sacra pipa, fino a quando riceve una visione. Una volta ricevuta, essa viene interpretata dall’uomo di medicina e segnerà il destino del giovane per tutta la vita.

3- La Cerimonia del Trattenimento del Fantasma (Wanagi Wicagluhapi) viene eseguita per un caro defunto. La credenza che lo spirito rimanga un anno nel luogo della sua morte porta il parente che intraprende la prova del lutto (wasigla) a conservare una ciocca dei suoi capelli avvolta in pelle di daino. Egli\ella deve esporre l’involto al sole durante le belle giornate, ripararlo dal vento e donargli ogni giorno del cibo. Colui che trattiene lo spirito deve dedicare tutto il suo tempo a questo scopo, dopodiché, trascorso un anno dal decesso, lo spirito viene lasciato libero di viaggiare verso l’aldilà. In questa occasione la famiglia indice una grande festa, invitando i parenti e distribuendo regali a chi durante l’anno ha sostenuto il custode dello spirito. Oggi questa cerimonia è spesso sostituita dalla Festa del Ricordo (Wokiksuye Wohanpi), un rito simile anche se lievemente meno impegnativo per il custode dello spirito e per la famiglia. Dopo la veglia e la sepoltura, inoltre, si celebra un ulteriore rito: amici e parenti portano cibo sul luogo della veglia e rimangono tutta la notte a confortare la famiglia. Comunemente, il defunto viene sepolto nei cimiteri cristiani, per cui alla cerimonia lakota si aggiunge la sepoltura cristiana.

4- Il rituale detto Awicalowanpi (Esse cantano del loro primo mestruo) accompagna il menarca delle ragazze. Durante la cerimonia la ragazza si toglie gli abiti infantili per vestire quelli della donna adulta e le viene insegnato a sedersi con la compostezza della donna. Da quel momento in poi, la donna ha la proibizione di eseguire rituali sacri durante gli anni di fertilità, e deve ritirarsi in una tenda speciale (isnatipi, tenda della solitudine) durante il ciclo mestruale. Questo rituale è stato ripristinato dagli anni Ottanta e costituisce tuttora un aspetto importante del ciclo vitale femminile lakota.

5- La Tapa wankaiyeyapi (Cerimonia del lancio della palla) è caratterizzata dalla presenza di una bambina che lancia una palla di pelle di bisonte verso un gruppo di persone, in ognuna delle quattro direzioni. Coloro che riescono a prendere la palla avranno buona fortuna durante l’anno.

6- La Hunka (Farsi dei parenti) è una cerimonia che riguarda l’adozione da parte di un anziano di un giovane dello stesso sesso. Il vincolo così creato è più forte di un legame di sangue e l’anziano è tenuto a provvedere al giovane per tutta la sua vita. Oggi, la Hunka viene utilizzata per introdurre nella tribù un nuovo adulto, che riceve un nuovo nome con la cerimonia della Castunpi (Cerimonia del nome), al termine della quale un anziano gli lega una piuma ai capelli, simbolo del suo nuovo stato tribale.

7- La Wiwanyang Wacipi (Danza del sole), infine, viene considerata la più importante cerimonia lakota.
Fumare la pipa rappresenta un atto cerimoniale di introduzione ad altre cerimonie. La pipa va riempita secondo un preciso rituale: si uniscono il cannello e il fornello e si aggiunge il tabacco di cansasa (corteccia di salice rosso), un pizzico per volta, con offerte ai Venti, al Cielo, alla Terra e al Centro dell’Universo. Si ricopre il tutto con della salvia che chiude la pipa fino a quando giunge il momento di fumare durante una cerimonia. Mentre si fuma e si fa passare la pipa tra tutti i presenti, il fumo del tabacco sale portando con sé le preghiere dei partecipanti.


fonte: facebook(shumani tutanka)



questo quadro è stato dipinto a mano, ed era sull'entrata della mostra etnografica del popolo lakota, ... shanti ti piacciono i bisonti??

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shanti
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Popolo Lakota.....Le 7 Cerimonie Sacre

Messaggioda shanti » 20/04/2011, 0:19

Caro Antonio, il Bisonte Bianco è il mio Totem principale, il protettore del mio Spazio Sacro. Amo il bisonte sia bianco che marrone. Ho scritto molto su di lui e sulla Fanciulla Stella, la Donna Bisonte Bianco... come potrei non amarlo???? Very Happy Very Happy Very Happy . Bellissimo dipinto! Il bisonte sembra vivo.

Aggiungo un piccolo approfondimento scritto da Eva Fodor, danzatrice del Sole e Portatrice di Pipa, con la quale abbiamo vissuto un anno di Cerimonie della Capanna del Sudore:


Le sacre cerimonie del popolo Lakota

Tra i Popoli Nativi Americani, del gruppo linguistico Siouan, i Sioux sono i più conosciuti. La Nazione Sioux si divide in tre principali gruppi etnici, i Dakota, i Nakota e la tribù più occidentale, i Lakota.

Prima dell'arrivo dell'uomo bianco sull'Isola della Tartaruga - nome nativo dell'America - la vita dei popoli indigeni era scandita dai rituali. Così era anche per i Lakota. Ogni momento della loro vita sociale, come anche individuale, era regolata da alcuni rituali principali e da numerosi altri minori.
Con la persecuzione e il genocidio perpetrato, prima dai conquistatori, poi da varie ondate migratorie dei bianchi europei, molti dei loro riti, oltre ad essere proibiti e dichiarati illegali, caddero nell'oblio. Solo pochi anziani continuarono a praticarli clandestinamente. Furono proprio questi anziani a conservare e a tramandare i riti, usi e costumi alle generazioni che, ritrovando la loro identità, desiderarono vivere seguendo le antiche regole.

Negli ultimi decenni, dopo il risveglio dell'orgoglio e della coscienza nativa, a seguito di dure battaglie legali, ma anche combattute con le armi, a costo della vita di numerosi martiri, specialmente dopo avere ottenuto il diritto di praticare la propria religione, è rinato anche il rispetto e l'interesse verso le antiche pratiche spirituali.

I rituali principali sono divisibili cronologicamente in tre gruppi. Quelli antichi, che risalgono alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Donna Bisonte Bianco, quelli che Lei stessa insegnò e quelli più recenti, ricevuti in visione da alcuni Uomini Medicina (Wichasha Wakan). La tradizione vuole che Whopi, Donna Bisonte Bianco, come Lei stessa predisse ritorni tra i Lakota, alla fine dei tempi. Secondo alcune leggende, è di nuovo sulla Terra, in compagnia d'una donna: percorre le strade dell'Isola della Tartaruga, preparando la gente ad affrontare l'ultimo e il più difficile periodo per l'umanità.

I rituali più antichi sono l'Inipi (la Capanna Sudatoria), lo Yuwipi (il Rito della Pietra Sacra) e l'Hanblecheya (la Ricerca della Visione).


La visione del mondo e la spiritualità Lakota.


Sia la visione del mondo, sia la profonda spiritualità dei Lakota, è riassumibile in una sola frase: Mitakuye Oyasin, Tutto è mio parente. Queste due parole, nella lingua Lakota, insegnano l'origine unica di esseri e cose, la loro interconnessione e l'interdipendenza, su tutti i livelli della Creazione, sul piano spirituale come su quello materiale, Mondo Manifesto e Mondo Non Manifesto. Tutto proviene da Wakan Tanka, il Grande Spirito: il Macrocosmo e il Microcosmo, Luce e Tenebra, Maschile e Femminile.

Le dualità e le dicotomie sono alla base della vita, sotto ogni forma. Tutti i livelli della Creazione si formarono nei quattro periodi successivi. Durante il primo periodo, Wakan Tanka emanò quattro Spiriti Superiori. Nel secondo, questi quattro crearono a loro volta i quattro Spiriti Associati. Nel terzo, questi crearono i quattro Spiriti Inferiori. Tutte queste Entità Spirituali, insieme, sono chiamati i Sedici Grandi Misteri che presiedono alla Creazione d'altri otto Spiriti Soprannaturali.

Inipi - La Capanna Sudatoria




È il rituale più antico, nessuno degli altri riti può essere praticato senza la purificazione nella Capanna Sudatoria, ed è per ciò che l'Inipi precede tutte le pratiche spirituali dei Lakota. Oltre alla purificazione spirituale e fisica può avere differenti altri scopi, come può essere anche solo fine a se stesso.

Il termine deriva dalla parola Inipo = devi purificarti.
Il rituale si svolge nella capanna detta Onikare.
La sua struttura è costituita da 12 o 16 rami di salice orientati secondo le Direzioni Cardinali.
È a forma di cupola, ed è cinta da quattro livelli di rami orizzontali simboleggianti i periodi della Creazione e tutto ciò che il numero quattro rappresenta.

La sua forma sferica è il simbolo dell'universo intero, rappresenta Madre Terra, come anche le rotondità del ventre materno. La capanna, la sua forma e il materiale impiegato nella sua costruzione, insieme rappresentano tutto ciò che esiste; i quattro elementi costituenti la Creazione, i Sedici Grandi Misteri: gli esseri viventi d'ogni genere e specie, l'umanità intera, gli animali, i vegetali, come pure l'inanimato.


All'origine, la capanna era coperta di pelli di bisonte,
ma ora si usano teloni, stoffe di grandi dimensioni e coperte. Al suo interno, al centro, si trova una buca detta "Culla di Roccia" ove sono deposte le pietre incandescenti, i Tunka Yatapika, durante lo svolgersi del rituale. L'apertura dell'Inipi è rivolta verso l'Ovest, ove, oltre all'Altare e il Sentiero Sacro lungo sette passi, si trova il Fuoco Senza Fine, il Peta Ohiankesni, sopra il quale sono arroventate le pietre.
La porta è bassa, bisogna inchinarsi per entrare e una volta dentro, si procede sempre carponi e in senso orario. Colui che conduce si siede accanto alla porta, ad Ovest.


Dopo l'entrata di tutti i partecipanti, lo Sweat Lodge Chef fa introdurre alcune pietre: il numero varia secondo lo scopo del rituale. Generalmente le prime pietre sono per le Quattro Direzioni più una per il Cielo, una per la Terra e una per Wambli Gleska (Aquila Chiazzata), il Messaggero di Wakan Tanka (Grande Spirito). I teli della porta della capanna si abbassano e dentro, nel buio assoluto, i partecipanti intonano canti e preghiere. L'Inipi dura quattro periodi detti porte. Durante la prima porta, con canti accompagnati dal suono del tamburo che imita il battito cardiaco, sono invocati gli Spiriti delle Direzioni, Wakan Tanka e Unci Maka (Madre Terra). Lo Sweat Lodge Chef recita una preghiera d'invito e di ringraziamento mentre versa l'acqua sulle pietre incandescenti sprigionando vapore e calore intenso.

Poi è chiesta l'apertura della porta. Ad ogni apertura segue un piccolo intervallo durante il quale, solitamente, è introdotta dell'acqua fresca da bere e da condividere tra tutti i presenti.

La seconda porta è dedicata alle preghiere personali.

Nell'intervallo, tra la seconda e la terza porta, è fumata la Pipa, che riempita dopo l'accensione del Fuoco, è deposta sull'Altare.

La terza porta è dedicata alla meditazione guidata.

Con la quarta apertura termina la cerimonia, e dopo avere ringraziato e salutato gli Spiriti, i partecipanti escono seguendo sempre il senso orario e procedendo carponi in segno d'umiltà. L'uscita dall'Inipi segna sempre una rinascita.


Yuwipi - Il rito della Pietra Sacra


L'origine del Rito della Pietra Sacra risale alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Whopi, la Donna Bisonte Bianco. Questa cerimonia complessa è anche molto discussa a causa di alcuni fenomeni "paranormali" che si possono verificare durante il suo svolgimento. Lo Yuwipi è celebrato dall'Uomo Yuwipi - Il Sognatore delle Pietre - uno sciamano specializzato nel ritrovare esseri e cose perdute. Opera con l'aiuto della divinità più antica dei Lakota, Tunka. Il suo intervento, durante questo rito, è invocato per una sua peculiarità: è onnisciente. È l'Essere più antico sulla Terra.

Come vuole la leggenda, Tunka cadde dal Cielo, sotto forma di Roccia, prima che il nostro globo fosse abitato da altri esseri viventi. È alla conoscenza di tutti i segreti, può dare indicazioni sul dove e come ritrovare persone disperse e oggetti perduti. Tunka è la più intima essenza imperitura del Creatore, non creata, senza inizio né fine.
Tutto ha una nascita e una morte, ma Tunka non è mai nato né mai morirà… Tunka è lo Spirito che cadde dal cielo. È una roccia. Conosce tutti i segreti. Ritrova ciò che è stato perduto."
(R.Erdoes - Piangere per un Sogno - Ed. Xenia)


Nella lingua Lakota vi sono due termini di genere maschile per indicare la roccia, anche se nella traduzione italiana diventano di genere femmile: inyan (pietra) e tunka (roccia). Tunkashila, Nonno, è un altro modo per invocare Wakan Tanka. Chi desidera sapere qualcosa riguardo ad una persona scomparsa o vuole ritrovare un oggetto perduto deve chiedere l'intervento dell'Uomo Yuwipi. La sua richiesta deve essere formale, è accompagnata da una Pipa Sacra e dal preciso impegno verbale di provvedere all'allestimento del banchetto che segue il rito.

In una stanza, o in una tepee, i partecipanti e il richiedente si siedono in cerchio. Lo sciamano viene avvolto, dalla testa ai piedi, in una coperta che porta il disegno d'una stella. Dopo di che è legato con corde o con strisce di pelle, in modo da sembrare un grande bozzolo, e poi deposto, a faccia in giù, a terra, nel centro del cerchio. Si spengono le luci e nella completa oscurità si vedono saettare luci, volano pietre risplendenti, si odono suoni, canti e rumori. Alla fine della cerimonia, si riaccendono le luci e lo sciamano è completamente libero dal suo bozzolo e dai suoi legacci. A quel punto è pronto a riferire le informazioni ricevute da Tunka durante il suo viaggio sciamanico. Il tutto si conclude con il banchetto a base di carne.

Hanblecheya - Ricerca della Visione


La Ricerca della Visione, propriamente Piangere per la Visione, deriva da hanble, visione o sogno e da cheya, piangere. Questo rituale individuale è praticato con differenti scopi.

La prima Ricerca della Visione normalmente l'affrontavano i ragazzi alla soglia della pubertà, come un passaggio dall'infanzia all'età adulta, per trovare la propria identità, nome e direzione di vita. Spesso precedeva un'impresa di caccia o di guerra. Tuttora s'intraprende una Hanblecheya per chiedere una visione chiarificatrice per la vita futura, per ottenere nuovi poteri spirituali, in vista di cambiamenti importanti o prima di affrontare prove molto difficoltose, come, ad esempio, la Danza del Sole o la Danza degli Spiriti.

L'aspirante si reca da un uomo sacro o da colui che è autorizzato a condurre una Ricerca della Visione, fa la sua richiesta e indica il periodo che desidera rimanere in solitaria preghiera. L'Hanblecheya può avere una durata da uno a quattro giorni e notti completi. Per tutto il periodo l'aspirante non assume né cibo né acqua. Prima d'affrontare questo rituale, l'aspirante si purifica partecipando a quattro Inipi. Sceglie il suo posto, prepara 405 offerte di tabacco, legate su un unico filo, che fungeranno da recinzione del suo cerchio sacro ove rimarrà per tutto il tempo da lui indicato. Il giorno dell'inizio della Hanblecheya, l'aspirante si reca nella Capanna Sudatoria e riceve ulteriori indicazioni, prega per il buon esito dell'impresa e gli è dato dell'acqua da bere per l'ultima volta. Al termine della seconda porta esce e da quel momento non rivolge più né parola né sguardo verso niente e nessuno: non appartiene più al mondo fisico, entra in se stesso e si rivolge totalmente al Mondo degli Spiriti. Viene accompagnato sul luogo da lui scelto ed è affidato al Grande Spirito.
Lo si lascia solo per il periodo da lui indicato.
Allo scadere del tempo lo si va a riprendere, entra nell'Inipi e a quel punto può iniziare a parlare e a raccontare la propria esperienza e riceve dell'acqua da bere. Alla seconda apertura esce e così termina la sua Ricerca della Visione. Fuori dalla Capanna Sudatoria è rifocillato, dissetato e l'aspetta una piccola festa con scambi di doni
.


Ishnati Awichalowam - Cerimonia della pubertà o dell'emancipazione della fanciulla


Questa cerimonia arrivò in visione all'Uomo Medicina Tatanka Hunkeshme (Bisonte Lento) molto tempo fa, in un periodo in cui i Nativi non conoscevano ancora l'atto barbarico, introdotto dai "civili" bianchi, di violare una donna. Alla comparsa del suo primo Periodo della Luna, la fanciulla, deve essere resa consapevole dell'importanza e della sacralità del mutamento avvenuto in lei. Deve essere preparata ad affrontare la sua futura vita di donna e di madre, e ai suoi nuovi doveri.Il suo mutamento interiore e il suo cambiamento di status esigono anche profonde variazioni comportamentali nell'abbigliamento, nel modo di sedersi e persino nella foggia della pettinatura. Il rituale si celebra alcuni giorni dopo il termine della comparsa del menarca. La giovane, dopo avere conservato in un fagotto il primo flusso mestruale, lo deve depositare nell'incavo d'un pruno selvatico allo scopo di preservarlo dai cattivi influssi e per propiziarsi la fertilità. Dopo la purificazione rituale nell'Inipi, e dopo avere affrontato una lunga e complessa serie di riti officiati per lei da un uomo o donna medicina, le si legano le mani con una lunga corda. Un capo di questo legaccio è tenuto dai genitori della ragazza che l'accompagnano così ad una festa celebrata per lei. Allora, alla presenza di tutta la tribù, la fanciulla recide la corda e si libera le mani. Da quel momento è da considerare una donna adulta e responsabile a tutti gli effetti.

Wanagi Yuhapi - La Custodia dello Spirito


La Custodia dello Spirito: Wanagi, Spirito, yuhapi, essi hanno, custodiscono. Questo rituale è eseguito sia per evitare che l'anima di un morto vaghi senza meta sotto forma di fantasma sulla terra, sia per abituare i genitori all'idea della perdita di un figlio, ma anche per rispettare e mettere in grado d'adempiere ad un giuramento fatto dal defunto mentre era ancora in vita.
Durante la cerimonia, celebrata da un uomo sacro, al deceduto vengono tagliate alcune ciocche di capelli, che sono poi avvolte in una stoffa rossa insieme ad alcune erbe sacre. Tale fagotto è conservato, o in una tepee appositamente costruita, o sull'altare, preparato a tale scopo, nella tenda o nella casa dei parenti o del custode.
Chi custodisce uno spirito ha il dovere di vivere in modo sacro, di non inquietarsi mai con nessuno e di condursi in modo irreprensibile. Normalmente, allo scadere dell'anno, oppure dopo avere in questa forma presenziato ed adempiuto ai propri doveri o a un giuramento, lo spirito del defunto viene liberato. Se, ad esempio, vi sono state persone che hanno preso l'impegno per la Danza del Sole e sono decedute prima d'averla terminata, i loro fagotti, con le ciocche di capelli, sono poste ai piedi dell'Albero Sacro e, con la conclusione del quarto anno della Danza, i loro spiriti sono liberati. A questi spiriti, mentre li si libera, sono affidate delle preghiere da portare direttamente a Wakan Tanka.


Wiwanyag Wachipi - La Danza del Sole


La Danza del Sole è la più solenne e importante cerimonia dei popoli delle pianure. È il rito più complesso e completo, che esprime nella sua totalità, mediante autosacrificio, la spiritualità dei Lakota. Fu ricevuto in visione, molto tempo dopo la venuta di Whopi, da Kablaya, Sparge per alcuni traduttori, Colui che s' Estende per altri. Secondo alcuni studiosi, la pratica della Danza del Sole ebbe iniziò tra l'800 e il 1200 dell'Era Moderna. Wiwanyag Whachipi, letteralmente tradotto significa: Danzare guardando il Sole (Wi = Sole, wanyag = guardare, wachipi = danzare).La Danza del Sole richiede un preciso impegno formale per la durata di quattro anni. Questo impegno è un giuramento. I partecipanti, uomini e donne, devono avere quattro requisiti: wachantognaka, generosità, woohitika, coraggio, wowachintanka, forza d'animo, woksape, integrità morale e saggezza.

La cerimonia si svolge, ogni anno, per quattro anni, nell'arco di quattro giornate, più il giorno che la precede, Il Giorno dell'Albero. Per tutta la durata del rituale i Danzatori, impegnati nella Danza dall'alba al tramonto, non assumono né cibo né acqua. Ogni aspetto della spiritualità Lakota ha due valenze: una fisica e una spirituale. L'autosacrificio, il piercing rituale (foratura della carne, ndr) durante la Danza del Sole, oltre alle motivazioni mai egoistiche dei singoli danzatori, è praticato per rendere grazie al Creatore e alla Vita in ogni sua forma e espressione. È molto interessante notare la somiglianza con il Sacrificio di Purusa delle tradizioni Vediche.Nella cosmogenesi Lakota, un'Essere, Inyan, uno dei primi quattro emananti dal Grande Spirito, offrendo il proprio sangue, autosacrificandosi,
creò Madre Terra profondendo in Essa i propri poteri. Una parte del suo sangue si solidificò diventando la crosta terrestre; il resto, fluendo formò i fiumi e le acque che delimitano le terre emerse. Sul piano fisico, il danzatore maschio offre il proprio sangue e il proprio dolore per rendere grazie alla vita ricevuta dalla madre, per onorare le donne, portatrici, in ogni tempo, della vita futura e per ringraziare e guarire Madre Terra. Pur non essendo frequente, ma per motivi molto seri, vi sono delle danzatrici che si sottopongono pure al piercing rituale. Altrimenti, il sacrificio femminile si limita all'offerta di minuscoli lembi di pelle. Nello svolgersi della lunga cerimonia della Danza del Sole, possono confluire in essa altri rituali, come ad esempio la Liberazione dello Spirito, la Foratura dei Lobi delle orecchie dei bambini e il rito dell'Emancipazione della Fanciulla
.


Hunkapi e Hunka Lowapi - Il rito dell'Imparentamento e del contare gli Inverni


Hunkapi e Hunka Lowapi sono due rituali strettamente connessi tra loro. Contare gli Inverni era una cerimonia, ma anche un metodo molto pratico, adottato da quasi tutti i popoli Nativi Americani, di tradizione orale, per ricordare e tramandare gli eventi più eclatanti dell'anno. Su di una pelle di Bisonte si tracciavano dei simboli e dei disegni, una sorta di diario pittografico. Tali pelli erano conservate dai Cantastorie (Story - Teller) della tribù. Quei personaggi, generalmente anziani, ritualmente "leggendo" i disegni, narravano le gesta degli avi, spiegavano l'origine e le modalità delle cerimonie sacre e soprattutto insegnavano la storia della tribù ai giovani.
Una di queste storie narra l'inizio del Rito dell'Imparentamento. L'Uomo Sacro Matoshila (Ragazzo Orso), in una visione vide una nuova cerimonia. Durante la sua esecuzione il mais aveva un ruolo di rilievo. Tale pianta all'epoca era assolutamente sconosciuta ai Lakota. Matoshila partì per un lungo viaggio e fece ritorno a casa con delle pannocchie. Fece ciò senza sapere d'avere derubato una tribù fino ad allora nemica, gli Arikara. Gli Arikara, rimasti senza le loro provviste invernali, mandarono dei messaggeri carichi di regali e molte trecce di tabacco. La Tribù di Matoshila accettò l'offerta di pace, restituì il mais celebrando, per la prima volta, il rito dell'Imparentamento.
Questa cerimonia, come dice Alce Nero nel suo libro La Sacra Pipa "…è per stabilire una parentela terrena che è il riflesso di quella parentela reale che esiste sempre tra l'uomo e Wakan Tanka: come amiamo Wakan Tanka sopra ogni altro e prima di ogni altro, così dobbiamo amare anche i nostri simili e ad essi legarci con più stretti rapporti di parentela, anche se appartengono a un'altra nazione





Chanupa - La Sacra Pipa


La Chanupa o Chanunpa è l'oggetto sacro per eccellenza tra tutti i popoli nativi americani, ed è così anche per i Sioux. Secondo la leggenda fu Donna Bisonte Bianco a portarla in dono a un piccolo gruppo di Lakota. La Sacra Pipa è costituita da due parti: Ihupo, il cannello o Sinte, coda e Pahu, il fornello. Il cannello generalmente è fatto di legno d'acero, mentre il fornello principalmente è di catlinite, Inyan-Sha, una pietra rossa reperibile in un unico posto, nel Minnesota. Le due parti, quando la Pipa non è fumata, vengono conservate separatamente; sono avvolte singolarmente in stoffa rossa e così poste in una borsa di pelle finemente decorata con aculei di porcospino o ricamata con perline.

La Pipa Sacra, come insegnò Whopi (Donna Bisonte Bianco), è il più sacro e il più potente strumento di preghiera, colmo di profondi significati e simboli. Il fornello, fatto di pietra rossa, rappresenta la carne viva e il sangue coagulato di Madre Terra: è il principio femminile, l'elemento terra, Madre Terra e tutte le creature da essa generate e nutrite. La miscela di tabacco e di altre erbe e cortecce, kinnikinik o chanshasha, allude alla vita vegetale, all'elemento acqua di cui si nutrono le piante, e naturalmente la loro accensione è la simbolica presenza dell'elemento fuoco. Durante il riempimento del fornello si prega e si invitano gli Spiriti delle Quattro Direzioni insieme al Padre Cielo e Madre Terra.
Naturalmente il fumo, portando verso il cielo le preghiere, è il tratto d'unione tra l'uomo e la sfera divina.
L'atto d'unire le due parti e di pregare fumando la Pipa è l'azione simbolica che rappresenta l'unione degli opposti, del maschile al femminile, il Cielo alla Terra, ed è la dimostrazione della consapevolezza dell'origine unica di tutti gli esseri e cose esistenti, dell'Universo intero. La comprensione profonda della stretta connessione e interdipendenza tra il mondo manifesto e non manifesto.

(Eva Fodor Tedeschi)




Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti


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