Pronto al combattimento, ma con alcuni dubbi

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Oliviero Angelo
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Pronto al combattimento, ma con alcuni dubbi

Messaggioda Oliviero Angelo » 01/12/2009, 2:30

Da: "Sono come il fiume che scorre" di Paulo Coelho.


Indosso una strana uniforme verde, confezionata con un tessuto spesso e costellata di cerniere. Porto un paio di guanti, per evitare le ferite alle mani. Sono armato con una sorta di lancia, alta quasi quanto me: possiede un'estremità metallica che, da un lato, rivela un tridente e, dall'altro, una punta affilata. Davani ai miei occhi si staglia ciò che verrà attaccato nei prossimi istanti: il giardino.
Impugnando questo strumento, comincio a strappare le erbacce che si sono mescolate al verde del prato. Lavoro per un bel po' di tempo, consapevole che le pianticelle estirpate dal suolo moriranno nel volgere di due giorni.
All'improvviso mi domando: "Sto agendo nel modo giusto?".
Quella che io chiamo erbaccia rappresenta, in realtà, il tentativo di sopravvivenza di una certa specie, che la natura ha impiegato milioni di anni per far nascere e sviluppare. Il suo fiore è stato impollinato grazie a innumerevoli insetti, si è trasformato in seme che il vento ha trasportato nei campi circostanti... Il fatto che quell'erba non sia cresciuta in un solo punto, ma abbia attecchito in molti luoghi, ha aumentato la sua possibilità di arrivare alla prossima primavera, e stagione dopo stagione... Se si fosse concentrata in un'area ben definita, sarebbe stata soggetta al flagello degli animali erbivori, di un'inondazione, di un incendio, oppure di una siccità. Ma tutti i suoi sforzi per sopravvivere adesso s'infrangono contro la punta di una lancia che la strappa dal suolo senza alcuna pietà.
perché lo faccio?
Qualcuno ha creato il giardino. Non so chi sia stato, giacchè quando ho acquistato la casa c'era già, in perfetta armonia con gli alberi e le montagne intorno. Di certo, il suo creatore deve aver riflettuto lungamente sulla realizzazione: deve averlo progettato e messo a dimora con gran cura - un filare di arbusti nasconde il casotto della legna da ardere - ed essersene occupato per innumerevoli inverni e primavere. Quando mi ha consegnato il vecchio mulino - dove trascorro alcuni mesi dell'anno -, il prato era impeccabile: ora spetta a me dare continuità al suo lavoro. In qualsiasi caso, la questione filosofica permane: devo rispettare l'intendimento e l'opera del creatore, del giardiniere, oppure piegarmi all'istinto di sopravvivenza di cui la natura ha dotato le piante che oggi definisco "erbacce"?
Continuo a strappare gli arbusti indesiderati e ad accatastarli in una pila che ben presto verrà bruciata. Forse mi sto soffermando troppo a lungo su temi che non hanno niente a che vedere con la riflessione, ma attengono più all'azione. Eppure, ogni gesto di un essere umano è sacro e pregno di conseguenze - la qual cosa mi sprona a pensare maggiormente a ciò che sto facendo.
Da una parte, quella pianta ha il diritto di diffondere la propria specie in ogni direzione; dall'altra, se non la distruggo adesso, finirà per soffocare l'erba del prato. Nel Nuovo Testamento, Gesù dice di separare il loglio dal grano e di gettarlo nella fornace ardente.
Ma, in qualsiasi caso - con o senza il soccorso della Bibbia -, io mi trovo davanti a un problema concreto che l'umanità deve spesso affrontare nei nostri giorni: fino a che punto è possibile interferire nelle attività della natura? E' un'interferenza sempre negativa oppure, in alcuni frangenti, può essere positiva?
Depongo la mia arma - che il mondo identifica con il nome di "zappa". Ogni suo colpo significa la fine di una vita, la mancata esistenzza di un fiore nella primavera a venire, l'arroganza dell'essere umano che vuole modellare il paesaggio che lo circonda. Ho bisogno di una riflessione più approfondita, giacchè in questo momento sto esercitando un potere di vita e di morte. Il prato sembra dirmi: "Proteggimi, lei mi distruggerà." Ma anche l'erbaccia mi parla: "Ho compiuto un lungo viaggio per arrivare nel tuo giardino. perché vuoi uccidermi?"
Alla fine mi viene in aiuto la Bhagavad Gita, il leggendario testo indiano. Mi sovviene la risposta di Krishna al guerriero Arjiuna, allorchè questi si mostra scoraggiato prima di una battaglia decisiva: scaraventando le armi al suolo, dice che è ingiusto partecipare a un combattimento nel quale suo fratello troverà la morte. Krishna risponde più o meno così: "Credi davvero di poter ammazzare qualcuno? La tua mano è la mia mano. Ogni tua azione è già scritta prima che sia compiuta. Nessuno uccide e nessuno muore."
Rinvigorito da questo improvviso ricordo,impugno di nuovo la mia arma, attacco le erbacce che nessuno ha invitato a crescere in quel giardino e mi accontento dell'unica lezione di questa mattina: quando nella mia anima germoglia qualcosa di indesiderabile, chiedo a Dio di darmi coraggio per strapparlo senza alcuna pietà.
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Angel
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Pronto al combattimento, ma con alcuni dubbi

Messaggioda Angel » 01/12/2009, 8:23

Fratello Ka'.....sto lavorando di questi tempi per strappare dalla mia anima proprio le erbe infestanti che non ho invitato ad attecchire ma che eventi e fatti del mio passato hanno portato in me....è mio compito averne preso consapevolezza e trovare il modo giusto per eliminare ciò che offusca la meraviglia della mia vera essenza....bellissimo questo passo, mi sprona con rinnovato coraggio a proseguire in questo compito assai complesso, sai stamane avevo particolarmente bisogno di trovare incoraggiamento ! ! !
Grazie Ka' Gladius Lucis......un abbraccio immenso.....
Siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell'Universo... che è in noi
Angel

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Pronto al combattimento, ma con alcuni dubbi

Messaggioda RaggiodiSole » 01/12/2009, 11:45

Essendo io così legata alla Natura in ogni sua espressione, mi è sempre stato chiaro il concetto delle erbe buone e quelle considerate dall'uomo, delle piante invasive da combattere a suon di zappa, per non dire peggio, vedi i diserbati, altro argomento di forte riflessione, secondo me, ma adesso andiamo oltre.
E' vero, la Natura in se per se è perfetta, molte volte ove ci nascono una così nutrita specie invasiva, è perché lì, quel pezzetto di terreno è particolarmente favorevole per quella specie, così come nell'uomo: a seconda di quali siano dentro di lui i punti di energie che portano positività, quali l'altruismo, la gioia, la serenità, la compassione, la comprensione, tutte le sfaccettature dell'Amore, e altri punti dove la sua debolezza farà sviluppare sentimenti quali la collera, la frustazione, l'invidia, il rancore ecc...
Ma ogni pianta, anche se in apparenza può sembrare il contrario, porta con se la sua specificità per cui è stata creata, nel terreno, nell'ambiente, può essere utile anche sia verso l'uomo che verso gli animali. Ci sono piante, che pur essendo dannose al grano, sono utilissime per il bestiame, vedi il lollio erba “principe” nell'alimentazione delle mucche da latte, poiché ne aumenta in modo considerevole il latte, o diventano curative per l'uomo. L'Erba nella vigna è dannosa, ma in certi periodi dell'anno diviene indispensabile.
Se seguiamo gli insegnamenti che Madre Terra mostra in continuazione agli uomini, ecco che comprendiamo l'uso da fare delle erbe: quelle che noi chiamiamo erbacce, ci sono servite per capire, comprendere appieno il valore delle erbe cosiddette buone, se anche mi viene da ridere nello scriverlo quel buono- poiché lo interpreto diversamente che dal comune senso che viene dato al termine dalla maggioranza delle persone, agricoltori compresi.
Non per nulla, la rosa è un magnifico arbusto da coltivare nel nostro Giardino, legata all'Amore, ma è dotata delle spine e le margherite all'apparenza così innocue e tenere, è vero che stimolano gioia e interesse interiore, ma se ingerite diventano velenose.
Bene, cavoli....ma era una lezione di agronomia oppure...?? iene ridens iene ridens iene ridens
Vi abbraccio d'Infinito
Raggi
odi sunny
Vita e Morte: nel Sole trovano la perfezione del cerchio.

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Pronto al combattimento, ma con alcuni dubbi

Messaggioda shanti » 01/12/2009, 12:26

Caro Gladius Lucis, questo pezzo bellissimo porta in sè una grande saggezza.
Quelle erbacce che sradichiamo dalla nostra anima ci hanno insegnato molto ma, quando è finito il loro tempo, come già sta scritto, hanno finito il loro lavoro e la loro presenza nel nostri giardino deve terminare.
Ricordo un passo dei dialoghi con l'Angelo di Ghitta Mallanza.
L'Arcangelo Michele dice...ricordatevi che io taglio ciò che è già morto....
In realtà, quando noi sradichiamo le erbacce, sono già morte, perché l'intento in sè ha già compiuto tutto, solo la mente le pensa ancora vive.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti


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