Messaggioda mariposa azul » 20/05/2010, 22:00
Il richiamo mitico...proprio ciò che sento ogni volta che sento parlare di Pleiadi.
Da bambina avevo un libro in casa intitolato Le Pleiadi, era una vecchia antologia scolastica, non so a chi fosse appartenuta. Ricordo che mi sedevo a terra, l'aprivo (allora mi sembrava molto grande e pesante), la sfogliavo e la mia fantasia si perdeva in essa. Andavo in particolare alla ricerca di una poesia di Pascoli che mi attirava e mi lanciava messaggi che piano piano recepivo in me e ho conservato per tutti questi anni che mi dividono dalla mia fanciullezza...e sono tanti. Ma nello stesso tempo so che è successo solo ieri, l'immagine di quella
bambina accovacciata a terra è ancora lì, vivida e vicina.
Spesso piangevo mentre leggevo la poesia e pensavo a questo cielo immenso nel quale brillavano le Pleiadi.
I due fanciulli - I due orfani
Era il tramonto: ai garruli trastulli
erano intenti, nella pace d'oro
dell'ombroso viale, i due fanciulli.
Nel gioco, serio al pari d'un lavoro,
corsero a un tratto, con stupor de' tigli,
tra lor parole grandi più di loro.
A sé videro nuovi occhi, cipigli
non più veduti, e l'uno e l'altro, esangue,
ne' tenui diti si trovò gli artigli,
e in cuore un'acre bramosia di sangue,
e lo videro fuori, essi, i fratelli,
l'uno dell'altro per il volto, il sangue!
Ma tu, pallida (oh! i tuoi cari capelli
strappati e pésti!), o madre pia, venivi
su loro, e li staccavi, i lioncelli,
ed «A letto» intimasti «ora, cattivi!»
II
A letto, il buio li fasciò, gremito
d'ombre più dense; vaghe ombre, che pare
che d'ogni angolo al labbro alzino il dito.
Via via fece più grosse onde e più rare
il lor singhiozzo, per non so che nero
che nel silenzio si sentia passare.
L'uno si volse, e l'altro ancor, leggero:
nel buio udì l'un cuore, non lontano
il calpestìo dell'altro passeggero.
Dopo breve ora, tacita, pian piano,
venne la madre, ed esplorò col lume
velato un poco dalla rosea mano.
Guardò sospesa; e buoni oltre il costume
dormir li vide, l'uno all'altro stretto
con le sue bianche aluccie senza piume;
e rincalzò, con un sorriso, il letto.
III
Uomini, nella truce ora dei lupi,
pensate all'ombra del destino ignoto
che ne circonda, e a' silenzi cupi
che regnano oltre il breve suon del moto
vostro e il fragore della vostra guerra,
ronzio d'un'ape dentro il bugno vuoto.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo è il mistero; e solo chi procaccia
d'aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! e fate che le braccia
ch'ora o poi tenderete ai più vicini,
non sappiano la lotta e la minaccia.
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
quando non vista, sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH