LE ORIGINI E IL SIGNIFICATO DEL CARNEVALE

Le fiabe, le Creature magiche, i Draghi, sono solo racconti per bambini, o esistono veramente e hanno qualcosa da insegnare anche agli "adulti"...?
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drago-lontra blu
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LE ORIGINI E IL SIGNIFICATO DEL CARNEVALE

Messaggioda drago-lontra blu » 13/01/2009, 6:23

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL CARNEVALE

"Semel in anno licet insanire": una volta all'anno è lecito impazzire,
questo antico detto rappresenta lo spirito del Carnevale, il
rovesciamento dell'ordine per un breve periodo, che risale alle
tradizioni dei saturnalia latini e dei culti dionisiaci con cui si
salutava il passaggio dall'inverno alla primavera. Il Carnevale è una
festa che ha inizio il 17 gennaio e termina il martedì che precede il
mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. La parola stessa,
secondo una delle etimologie più diffuse, deriva dal latino carnis
laxatio, evolutosi nell'italiano antico "Carnasciale", con il
significato di "abbandono della carne". Caratteristiche delle
rappresentazioni simboliche erano le maschere, che sono rimaste nella
storia del Carnevale. La pratica del travestimento risale al
Paleolitico, quando, in occasione dei riti magici, gli stregoni si
adornavano di piume e sonagli e si coprivano il volto con maschere
dipinte dall'aspetto terrificante per scacciare gli spiriti maligni. In, Al passaggio delle stagioni erano legati anche i
Saturnalia, le feste sacre a Saturno, che si celebravano in marzo e
dicembre per sette giorni, durante i quali gli schiavi diventavano
padroni e viceversa, mentre un "Re della Festa", eletto dal popolo, si
occupava dei giochi nelle piazze e degli spettacoli dei gladiatori. Il
tema del rovesciamento è rimasto nello spirito del Carnevale, periodo
in cui apparentemente tutto era lecito, che consentiva, in realtà, di
circoscrivere in un tempo prestabilito e limitato la libertà di
abbandonarsi agli eccessi e di dare agli umili l'illusione di essere
simili ai potenti, un modo per alleggerire le tensioni e mantenere il
consenso..
La partecipazione al rito,
di carattere religioso-liturgico, era vivamente sentita ed ognuno,la riteneva necessaria per la
propria sussistenza scongiurando così ogni tipo di carestia
., in modo che la natura offesa dalle
malefatte si fosse placata e non avesse abbandonati gli uomini. Ma non bastava
la sola esecuzione del rito: la distruzione del male aveva bisogno di
un "capro espiatorio",, su cui fare ricadere tutte le colpe che sarebbero
state cancellate soltanto dall'olocausto del "capro" prescelto. Il
sacrificio avrebbe purgato la società di ogni male, ma esso, però, non
doveva essere accompagnato da pianto o da strazianti dolori, ma di
infinito gaudio perché quella morte era la salvezza futura della
collettività e di ogni singolo uomo. E' per questo che la morte del
Carnevale "non ha carattere tragico": sia la morte e sia il dramma che
da essa nasce sono uniti nello stesso rito, ma con forma la più
tragicomica possibile Le stesse fiamme che si sprigionano dal fantoccio che
brucia ha carattere profilattico, di prevenzione dei malanni,
attraverso l'opera distruttrice del fuoco. I salti,
le danze, i balli, le musiche preparano lo spirito alle maggiori gioie,
sapendo che calcando la terra si richiama questa a fruttificare con
abbondanza ed allora più in alto si salta, maggiore è la richiesta alla
terra di essere generosa. Le burle, gli scherzi e le satire hanno lo
scopo di giungere alla maggiore liberalità, sino alla follia, allo
scioglimento dei freni inibitori che avevano mantenuto l'uomo sino
allora nei binari della correttezza e della morale.


Il Carnevale Esoterico

Una volta veniva definito
carnevale solo il martedì grasso, veniva dalla parola "levare la carne"
perché il giorno dopo era il mercoledì delle "ceneri" quindi si entrava
nella quaresima e nell'astinenza dalla carne, per questo il martedì
grasso veniva detto il carnevale, il giorno dopo il quale cominciava la
penitenza, il digiuno. Nel Natale andiamo a lavorare sulla
nostra natura superiore, nel Carnevale diamo spazio alla nostra natura
inferiore e questo visto dal punto di vista esoterico, non è qualcosa
di banale, è comunque un entrare in un meccanismo in cui c'è la discesa
agli inferi, cioè c'è questa attenzione forte, imponente nei confronti
di quello che è il divertimento, il lasciarsi andare, è chiaro che
quello che vi sto dicendo lo vediamo nei suoi simboli e nei suoi
significati, nella realtà non è così, magari tranne in quei momenti in
cui ci si lascia andare un po' di più che sono giovedì e martedì
grasso, originariamente aveva il significato di entrare in contatto con la
parte oscura di noi, per prepararci al periodo della Quaresima, del
cosiddetto "pentimento". Una volta che siamo entrati in contatto con la
nostra natura inferiore, entriamo in quel periodo di purificazione che
prelude alla resurrezione. Discesa agli inferi e resurrezione, questo è
un meccanismo attraverso il quale noi ci muoviamo nella nostra vita,
cioè entrare nel profondo di noi stessi dove troviamo anche l'inferno,
però con la certezza che questo è un viaggio che noi stiamo facendo, un
viaggio importante ma non è lì che dobbiamo rimanere, è proprio il
fatto di rendersi conto che esistono certe realtà dentro di noi, che la
nostra natura è fatta di molti aspetti, la capacità di andare a
controllare, a gestire anche questi aspetti di noi
c'è il periodo della purificazione, cioè il periodo del
considerare quello che abbiamo visto, vissuto, sperimentato in una
certa parte di noi per poi trasformarlo. Questa è la grande alchimia,
l'immondizia che attraverso il fuoco diventa energia, noi possiamo
bruciare del materiale di scarto, attraverso il fuoco che
simbolicamente rappresenta lo spirito tirarne fuori l'energia per farne
altre cose, trasformare i metalli in oro, trasformare quello che non
vale in ciò che vale attraverso la forza dello spirito.


Il Carnevale Miti e Simboli

L'irriducibile essenza del carnevale quale rivelazione degli aspetti
più autentici dell'anima individuale riemerge costantemente al di là di
ogni tentativo di inglobarlo in ritualità che non lo riguardano. Il
carnevale ha mantenuto parte della propria struttura originaria ed il
suo significato psichico, legato alla maschera, al viaggio sulle acque
ed alla manifestazione gioiosa, ponendosi così come evento indipendente
riguardo ai riti delle culture dominanti. E' questa sua intatta
funzione originaria di ricongiungimento con le proprie radici psichiche
individuali che fa del carnevale una festa ed una ricorrenza diversa da
tutte le altre. Assegnando ai singoli partecipanti la piena
responsabilità individuale dell'attribuirsi un destino già noto,
appunto la "maschera", il carnevale rende ogni membro della festa più
consapevole del ciclo vita-morte e delle periodiche metamorfosi della
natura. Il clima della festa del carnevale è pervaso da un fervore
visionario, quasi si fosse in attesa di un sortilegio o di un
cambiamento stupefacente. C'è una grande aspettativa, una tensione
verso l'ineffabile, gioia e senso di liberazione.
TRALASCIANDO quella visione che previlegia
l'ascolto e l'accoglienza. Sono infatti queste le componenti
significative dell'originaria cerimonia del carnevale. Nella sua storia
incontriamo una divinità monoteistica femminile, regina ed essenza
dell'universo, volta al soccorso ed alla compassione. Noi siamo
abituati a ritenere positiva e giusta la figura di un maschio dominante
e vincente, la cui sublimazione avviene, eventualmente, con lo sviluppo
della logica e delle facoltà dello spirito. Il nostro moderno modo di
pensare non previlegia certo la passività, la ricezione dell'altro da
sé, come atteggiamenti da incoraggiare e diffondere. L'amore, anche se
ne parliamo spesso, gode all'interno della nostra cultura di un certo
discredito; . Parlare delle
origini del carnevale vuol dire invece incontrare il Principio
femminile che deriva il proprio potere dal possesso della calma
dell'anima, dall'atteggiamento ricettivo e passivo, vuol dire
incontrare Iside.



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