Un giovane si recò un giorno da un padre del deserto e lo interrogò: - Padre, come si costruisce una comunità?

Il monaco gli rispose:
- E' come costruire una casa, puoi utilizzare pietre di tutti i generi; quel che conta è il cemento, che tiene insieme le pietre.

Il giovane riprese:
- Ma qual è il cemento della comunità?

L'eremita gli sorrise, si chinò a raccogliere una manciata di sabbia e soggiunse:
- Il cemento è fatto di sabbia e calce, che sono materiali così fragili!
Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo, nella comunità, quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c'è in noi di più fragile e più povero.
Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri

J. Vanier

"Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri"

penso che non sia questo, possiamo essere uniti perché, siamo indipendenti, ma amiamo camminare fianco a fianco... io la vedo così.
Il cemento delle nuove comunità è la gioia di stare insieme.

Ciao.

Scelta poco felice dire che dipendiamo, ma, forse , spero intendesse che l'unione fa la forza, nel senso che presi da soli siamo più vulnerabili di quando ci muoviamo insieme. Ciao

Stare insieme perché si dipende gli uni dagli altri... no, la trovo una scelta decisamente poco felice.
Stare insieme non deve equivalere ad appoggiarsi reciprocamente l'uno all'altro, a fare da "stampella" l'uno per l'altro.
"L'unione fa la forza", e in questo lo stare insieme è indubbiamente un grande vantaggio.
Ma ogni menbro di una comunità deve essere in grado di volare da solo, con le proprie ali, senza bisogno di appoggiarsi a nessun altro.
Volare tutti insieme deve essere una libera scelta, non una necessità.
Parlo ovviamente da un punto di vista "psicologico/spirituale", non da un punto di vista fisico. Ci sono persone, molte, che vuoi per malattia, vuoi per incidente o più semplicemente per l'età non sono sono più in grado di volare da soli. E allora ben venga la comunità, che accolgie e sostiene queste persone.

Ci sono momenti in cui si sente la necessità di appoggiarsi e sono io la prima a farlo quando ne ho bisogno.
A volte c'è un anello debole nella catena e allora lo si sostiene e lo si aiuta. Ma sono momenti, momenti in cui ci si sostiene l'un l'altro. Se la dipendenza e il bisogno sono l'unica cosa che tiene insieme una comunità, allora sì il tutto è ben fragile.
Io qui, ad esempio vedo tante persone forti e luminose che amano stare insieme in questo luogo e insieme lo nutrono.
C'è anche chi cerca rifugio e aiuto ma qui può, se vuole, trovare la forza di volare da solo, con la sua individualità.
Un insieme di esseri luminosi crea una grande forza e una grande luce che genera nuova energia. La gioia di stare insieme, di riconoscerci, di interagire è qualcosa che si sente nel cuore.