amici blu, come diceva Killan, è incredibile come Michele si prende cura di noi.
Ho chiesto un messaggio, ed ecco, cosa mi capita nella prima pagina che ho aperto nel web. Ci sta tutto, ed è per me in questo momento una grande conferma. Quando Miky fa cosi' lo adoro.
Questo che vi descrivo è il mio modo di arrivare all’accettazione di sé quando credevo di non riuscirci in nessun altro modo, quello che uso quando non riesco a “volermi bene”, quando voglio rivoluzionare il mio essere per arrivare ad un più alto grado di evoluzione personale. La mia intenzione è quella di aiutarvi a trovare la strada migliore per ognuno di voi che siete arrivati a leggere fino a questo punto. - La traccia indicata di seguito è personale- è bene che ognuno scelga secondo le proprie esigenze il “contratto tra se e il proprio se “. L’unica raccomandazione che mi sento di fare è di rimanere fedeli al proprio “contratto” perché solo in questo modo si acquista la fiducia in se stessi.
Se non ci fidiamo di noi stessi di chi dobbiamo fidarci?
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Ti chiedi come ritrovare la pace, quando non riesci ad accettarti per quello che sei… e molto probabilmente ti senti in colpa per quello che hai fatto…
È difficile, ti comprendo. Anch’io faccio fatica dopo anni di prove.
Perché è così complicato per l’essere umano accettarsi e accettare quegli errori per cui prova vergogna e si sente indegno?
Dopo lunghe riflessioni la conclusione è: ogni essere umano se è onesto con se stesso sa da solo quello che è giusto e quello che è sbagliato e allora capisce che è stato un tradimento verso la sua vera natura.
I sentimenti che si provano (anche se negativi) sono nobili, perché ci aiutano a far emergere la nostra parte migliore. E forse sono nuovi, vengono provati per la prima volta. C’è persino chi si vanta di “bravate” che poi in un futuro più o meno lontano si riterranno indegne. Da giovane, io ero orgoglioso delle stupidate fatte insieme agli amici, ci spalleggiavamo e ci sentivamo bene raccontandoci le bevute o altri episodi che oggi ritengo dannosi, ma era un passaggio da una gioventù dove avevo poca consapevolezza dei risultati che poi sarebbero arrivati.
Quando è arrivato il giorno in cui ho provato questi sentimenti di non accettazione di me e di ciò che facevo, puntualmente e sottolineo puntualmente il malessere è stato per me il motore per un cambiamento radicale.
Se i risultati che ho prodotto fino ad ora sono questi e mi causano questo malessere, ciò significa che non li accetto, e decido… fermamente di cambiarli, di migliorarmi, progettando “come voglio essere” e rimanendo fedele alla mia decisione, perché il progetto sia realizzato praticamente.
Questa presa di coscienza cambia la mia vita ( parlo al presente perché mi succede ancora), e ogni volta che realizzo un piccolo pezzetto del progetto, la fiducia in me aumenta e cresce la mia dignità di essere umano. Lo faccio per me stesso, perché se lo facessi per gli altri, altro non sarebbe che vanità.
Decido di imparare dal passato e di progettare il mio essere futuro
Se la causa del mio malessere sono i risultati prodotti finora, mi assumo la responsabilità dei miei atti, ma mi impegno a produrre altri risultati… come? Progettando come voglio essere in futuro
Decido come voglio essere io senza mai desiderare come dovrebbero essere gli altri
So che viene da solo, automaticamente il desiderio di come si dovrebbero comportare le persone con le quali si viene in contatto, ma è un desiderio praticamente impossibile, si spendono tante energie con scarsissimi risultati, e se usiamo la rabbia per tentare di ottenerlo, dopo viene lo sconforto e la frustrazione di non riuscire, di rimanere vittima,… ma di chi? Solo del nostro desiderio.
Decido di lasciare a tutti gli altri esseri umani la libertà di comportarsi come desiderano, anche se sono i miei cari.
Troppe volte la mia critica ha prodotto il conflitto, tante volte come genitore ho desiderato al posto di mio figlio con quali risultati? E.. quando poi quando sono stato io oggetto di critica? Anche in questo caso l’esito è stato solo il conflitto. Di questi risultati ne sono direttamente responsabile e sono questi risultati che voglio cambiare.
Ricordarmi che ogni essere umano ha una guida interiore, la coscienza, mi permette di eliminare la critica e di trattare le persone con amore e dolcezza,.
Anche se in passato tante volte sono stato l’artefice di critiche e ho desiderato che gli altri si comportassero secondo le mie aspettative, oggi sono consapevole che la critica è il motore che porta al desiderio errato. È sulla critica agli altri che mi serve di vigilare ATTENTAMENTE, perché essa determina in maniera automatica il resto del comportamento, come se le azioni sfuggissero al mio controllo. Ho imparato che basta avvertire un tono di voce stridulo, una sbuffata, vedere un’alzata di spalle o un altro gesto per innescare il vecchio comportamento. Ma se non c’è critica questi gesti rimarranno solo gesti. Ed è proprio in questi casi che voglio imparare ad usare la gentilezza.
Voglio ricordarmi che se uso la pazienza, la dolcezza, la gentilezza, l’amore sto realizzando il mio essere.
L’aspettativa, un altro dei miei errori del passato. Se mi aspetto un risultato dal mio essere gentile, dolce – per esempio spero che venga riconosciuto, apprezzato dalla gente, è di nuovo la vanità a guidare le mie azioni (e la vanità l’ho sempre pagata cara perdendo il mio “essere”), perché dietro si nasconde il desiderio di come si dovrebbero comportare gli altri,. Il desiderio è solo quello di apparire, di compiacermi nel piaceri effimero delle lodi, e poi, al primo errore riemerge la paura del giudizio. Se invece, riconosco che sto realizzando il mio progetto, la stima e la fiducia in me crescono e aumenta il senso di dignità.
- L’amore che fluisce da me verso gli altri è un sentimento che ha di per se il potere di generare benessere e felicità.
Voglio ricordarmi che un rapporto si costruisce giorno per giorno
Come una giovane piantina ha bisogno di cure di essere annaffiata e protetta dalle erbacce infestanti, il rapporto con gli altri e soprattutto con il partner va costruito giorno per giorno e la costruzione riguarda entrambi. Ogni giorno deve essere rinforzato con l’affetto, la dolcezza, l’amore, altrimenti come una piantina, si inaridisce e secca. È impensabile credere di essere subito perfetti, sicuramente si faranno degli errori: è probabile che ci siano dei punti di vista differenti, è possibile ricadere nei vecchi comportamenti e produrre conflitti, ma… io so che, se mi accorgo per primo dell’errore, devo chiedere immediatamente scusa. Troppe volte.. c’è stato in me l’orgoglio e il desiderio che fosse l’altro a fare questo passo, ma l’orgoglio è figlio dell’egoismo, dell’illusione di un guadagno sciocco, pagato con molto dolore. In qualsiasi rapporto è facile vedere chi costruisce e chi distrugge e se proprio il rapporto deve finire, voglio avere la coscienza a posto, voglio aver fatto di tutto per mantenerlo. È dal passato che traggo questo insegnamento, proprio dai rapporti terminati nonostante abbia percorso tutte le strade… abbia chiesto scusa per i miei errori… è con il tempo che questa semina diventa un raccolto fruttuoso: nei rapporti successivi sono stato sempre meno orgoglioso e la purezza del mio sentimento ha permesso alla fine di costruire una relazione basata sulla fiducia e la libertà reciproca.
Voglio ricordarmi che anche il rapporto con me stesso si costruisce giorno per giorno.
Il progetto di come voglio essere va costruito poco alla volta. Prima deve essere pensato, poi messo sulla carta (scritto) infine realizzato in pratica. Come per qualsiasi progetto l’attuazione non è immediata. Se si vuole progettare la casa su cui vivere prima è necessario idearla, poi fare il disegno e verificare se è realizzabile, magari consultando un ingegnere o un architetto; infine si deve controllare di avere tutto il necessario per la costruzione. Se mancano i soldi il nostro rimane solo un progetto, almeno per il momento… e se un giorno si ha tutto ciò che serve per la realizzazione, si costruisce, ma sempre poco alla volta e se si vuole modificare, prima si pensa, poi si disegna uno schizzo, poi si perfeziona controllando se è realizzabile e infine si esegue praticamente la modifica.
Voglio ricordarmi del risultato di cercare “la colpa” quando c’è un errore
Se ho deciso di usare il passato come fonte di insegnamento, devo ricordarmi che… quando ho usato la colpa ho sempre causato un conflitto. Ogni volta che ho incolpato qualcuno, mi è sempre ritornato il senso di colpa.
Di fronte all’errore decido semplicemente di correggerlo, senza cercare la colpa, ma individuando cosa serve per ottenere il risultato desiderato.
“Sbagliando si impara" (recita un vecchio proverbio). Sbagliando e correggendo si ottengono i risultati desiderati altrimenti si riproducono gli stessi errori. Decido di cercare cosa sarebbe servito per produrre un risultato diverso. Quando provo mentalmente il comportamento che serve, l’emozione mi avvisa dell’ esattezza confermandolo con la sicurezza, se invece permangono i dubbi voglio indagare ancora finché non li avrò risolti.
Decido di “essere” al posto di “fare”.
Quando si decide cosa si deve fare per raggiungere un risultato, l’intenzione è ottima, ma devo tener presente che l’azione, “il fare” eseguita con stati d’animo diversi, produce risultati differenti, per cui quello che serve per ottenere risultati in modo rapido sono le qualità dell’essere: la pazienza, la determinazione, la costanza, la saggezza, etc.
Decido di sviluppare le qualità dell’essere
Nel mio passato, troppo volte ho ceduto alla pigrizia, alla procrastinazione (l’arte di spostare a dopo), ho agito con l’impazienza e la fretta, così facendo ho poi fallito e spesso il fallimento pervadeva il mio essere.
Voglio ricordarmi che le qualità dell’essere si sviluppano soltanto utilizzandole. Una qualità positiva si sviluppa solo utilizzandola al posto di quella negativa che si vuole lasciare. Per questo voglio sempre ricordarmi che se uso la stupidità è impossibile sviluppare l’intelligenza. La sola cosa che sviluppo è ciò che uso e quando sarò soprappensiero, raramente verranno fuori le qualità che ho smesso di usare.
Decido di vivere pienamente la vita e affrontare ogni difficoltà che mi si presenterà.
Voglio ricordarmi che sono proprio le difficoltà il mezzo migliore per allenarmi a condizione che scelga di accettarla e vederla come un mezzo di miglioramento. Come ogni forma di allenamento voglio affrontarla per gradi, altrimenti invece di migliorare si rischia di peggiorare, di rovinare ciò che si è guadagnato. Voglio imparare ad usare la gentilezza con chi è impaziente per poi usarlo anche con chi è scorbutico. Voglio imparare ad usare l’amore anche con chi mi sembrava antipatico, per poi usarlo con quelli che credevo fossero dei nemici e poi arrivare ad usarlo mentre i mi stanno accusando di qualcosa.
Bene… qualsiasi errore, che prima credevo imperdonabile, con queste intenzioni, con questo “contratto”,io ritorno a sentirmi un degno essere umano