Quando vedi qualcosa, quando leggi qualcosa, imponi automaticamente il tuo significato. Il senso è sempre tuo, non può essere altrimenti. Per cui, continui a leggere una miriade di libri ma la tua vita non cambia: non fai che raccogliere pensieri, idee, pattume... e il significato è sempre quello che tu dai! Puoi arrivare a citare i testi sacri a memoria, di fatto non farai che citare te stesso.
Quando un Maestro, un mistico o un illuminato parla, parla in funzione della propria consapevolezza. Essi riversano nelle parole la propria consapevolezza. Ma quando quelle parole raggiungono te, vieni toccato solo dalle parole vuote: lo spirito si perde per strada.
A quel punto, tu riempi quelle parole vuote con il tuo spirito e affermi di aver letto quelle cose nei testi sacri... mentre, di fatto, le hai lette unicamente dentro di te. Tutti i testi sacri funzionano come specchi: in essi vedi riflesso unicamente il tuo volto. E ricorda: se una scimmia guarda in uno specchio, non ci vedrà mai un angelo!
In questo modo non riuscirai mai a incontrare il divino. O forse, chissà: l'hai incontrato più di quanto tu possa immaginare, ma non l'hai riconosciuto, perché Dio si presenta sotto gli aspetti e le forme più impensati.
(...)
In verità, com'è possibile evitare l'incontro con Dio ? Qualsiasi essere vivente si incontri, è un incontro con il divino. D'altra parte, se si hanno idee "grandiose"... Perfino Dio non potrà corrispondere a tanta filosofia! E così si vive vuoti, sfiduciati, alla continua ricerca di qualcosa che non si è affatto pronti a incontrare, che non si sa riconoscere, che non si ha occhi per vedere, né orecchie per sentire.
(Osho - da: "I Maestri raccontano" - racconti sufi)
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Oliviero Angelo
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