Messaggioda mariposa azul » 07/08/2012, 10:32
Grazie al tuo rimando Silvio, questa mattina mi son letta queste due chicche che oggi hanno un grande significato per me. Non lo potevano avere ieri perché come dice qui "Sai esattamente perché hai letto questo messaggio oggi." Grazie anche perché spesso ci lasciamo spaventare dalla parola " insegnare" non vorremmo mai arrivare ad insegnare nulla, ma in effetti lo facciamo, ma solo nel momento in cui la persona che apprende è pronta a farlo...quante volte abbiamo la presunzione di essere insegnanti ma in effetti non lo siamo, lo siamo solo in determinate circostanze e, oserei dire, quasi mai per nostra volontà cosciente. Per questo ci suona meglio il verbo condividere, perché non implica nulla, se non di metterci al servizio, lasciando che le parole escano veramente dal cuore e vadano dove devono andare e a chi devono andare.
Spesso mi coglie la paura di "dire" per tanti motivi, tanti pensieri che mi arrivano prima di aprire bocca, (toccare questo tasto non va bene, chissà cosa ne dice, quale reazione può aver...magari non la pensa come me.....e via di questo passo con tante altre amenità), ma ecco che mi trovo nel campo del mentale, delle sovrastrutture che mi creo. Perdo così l'opportunità di lasciar parlare il mio cuore e di essere, ma non per mia volontà, insegnante o maestra, per qualcuno. Penso che ciò che c'è scritto sopra vada in questo senso, almeno io questa mattina, penso di aver colto il senso di queste parole,proprio a fronte di mie esperienze fresche fresche per cui so oggi perfettamente perché sto leggendo questo.
Nel momento in cui lascio parlare il mio cuore non dimostro più me stesso a nessuno, dico ciò che mi sento, non è più necessario colpevolizzarmi, perché sono sicura di aver fatto ciò che è nelle mie possibilità e nel contempo ho dato la possibilità a qualcun altro di usufruire di ciò che ho detto, ma senza aspettative di nessun tipo e soprattutto senza la presunzione di insegnare qualcosa ad alcuno. Un abbraccio
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH