So che sei catechista, e quanto in questo periodo tu sia impegnata.
Forse con questo articolo, per te, e per tutti coloro che in esso troveranno spunti di riflessione, sarà possibile affrontare questo argomento con i tuoi ragazzi con del materiale aggiuntivo, sotto una visuale più completa.
spero di poterti essere stata utile.
“Il momento in cui Gesù
Cristo sale consapevolmente sulla croce e accetta di morire ha un profondo
significato interiore ed universale, e ci mostra emblematicamente l’esperienza
che ogni uomo dovrà attraversare quando, superata l’identificazione con l’Io,
saprà mettersi al centro della croce
unificando gli opposti, il Sé e la personalità, e salirà verso il Padre, la
Monade e cioè il Sé universale trascendente”.“E’ la resurrezione il
culmine della Pasqua, che vede il Cristo risorgere dopo tre giorni dalla tomba con
il corpo glorioso, immortale, incorruttibile (...) E’ l’oro puro dell’alchimia
che sorge dalla combustione dei metalli grezzi, come risultato del lungo
processo di trasformazione e sublimazione della materia ad opera dello
Spirito”. (La Sala Batà )
L’evento storico di Cristo,
avvenuto una sola volta, innestandosi sulla religiosità ciclica degli antichi,
basata sul moto degli astri e sul susseguirsi delle stagioni, innesta sulla
circolarità preesistente la linearità della storia, dandole un orientamento verticale.
Ecco quindi che la spiritualità dell’uomo degli ultimi 2000 anni non è
circolare, come quella degli antichi, non è lineare come quella degli ebrei, è
una spirale che si sviluppa in verticale, e questa è l’esperienza che ne fanno
tutti i cercatori spirituali. Quando si realizza un passaggio significativo
nella propria vita spirituale, si scopre che questo ricalca a un’ottava
superiore un analogo passaggio avvenuto nel proprio passato.Il significato spirituale
della liberazione dall’Egitto e della morte e risurrezione di Gesù, e la
gioia dirompente che ne deriva, si comprendono bene se facciamo chiarezza su
due coppie di concetti: schiavitù-liberazione
e peccato-redenzione. Sono due coppie
molto simili, al punto che si può parlare di una sola coppia: schiavitù/peccato-liberazione/redenzione. Per la cultura di oggi,
segnata dalla psicanalisi e dai diritti dell’uomo, è difficile accogliere la
nozione di peccato. Accettiamo di avere un merito per le cose buone che
facciamo, ma troviamo mille scusanti per le cose cattive. In realtà per
cominciare a intendere il mistero pasquale di Cristo non è il caso di partire
da questo o quel singolo nostro peccato individuale. Dobbiamo piuttosto
fermare la nostra attenzione sulla condizione di disarmonia, di conflitto,
che sperimentiamo con le altre persone, le altre creature, e persino dentro
noi stessi
E’ il mistero di un Figlio
eterno di Dio (il Logos del Vangelo di Giovanni, il primogenito di tutte le
creature di Paolo) in cui tutte le creature sono state create; è il mistero
della sua morte in croce, in cui tutte le creature sono state riconciliate; è
il mistero della sua resurrezione, in cui tutte le creature saranno rinnovate;
è il mistero di una grazia, un’energia, un eone che promana da Cristo e permea
tutta la creazione fino a far apparire cieli nuovi e terra nuova. Questo
mistero, tenuto nascosto per secoli anche agli Angeli (Efesini 1,9; Romani
16,25, ecc.), è stato rivelato nella morte e nella risurrezione di Gesù.
“Siano tutti una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in
noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che
tu hai dato a me io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io
in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu
mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Giovanni 17,21-23).L’infinito mistero di amore che ci è stato manifestato in Gesù Cristo si può comprendere solo se si tenta di spingere lo sguardo, aiutati dalla Scrittura, fino al dramma cosmico
originale descritto come peccato di Adamo. Adamo in questo caso non è solo un
singolo, ma rappresenta l’intera condizione umana. S.Atanasio afferma che
“L’uomo non poteva essere salvato in altro modo” che con la passione di Cristo
(Disc. 4,1-2; PG 89,1347-1349).
In realtà nell’intervento salvifico divino si manifestano doni molto
sovrabbondanti, che vanno molto al di là di quanto era necessario alla nuda
salvezza. Dio, non solo non punisce in modo definitivo la decisione di Adamo di
ergersi ad antagonista dell’armonia del creato, e neppure si limita a
perdonarlo. Dio fa molto di più. Lo glorifica oltre misura. Dio assume egli
stesso la natura di Adamo e accetta di abbassare la propria gloria fino ai
limiti della carne e all’ignominia della croce. Accetta l’esperienza umana
della morte per capovolgere il sistema di valori “tutto posto nelle mani del
maligno” (1Gv 5,19) che era stato avviato dalla scelta di Adamo e si era
consolidato in una storia umana scritta in gran parte sotto l’influenza dell’Avversario.
Con la sua Resurrezione è resa possibile la resurrezione dell’intera umanità, e con lei di tutto il creato, perché Dio in Cristo diventa il cuore di un organismo mistico
destinato a comprendere tutta l’umanità, e persino tutte le creature.
Tutta l’umanità in Cristo è destinata a diventare centro e corona del creato. Questo è amore! Un amore Che la nostra mente può tentare di capire, ma le cui luminose
altezze e profondità restano avvolte nello splendore del mistero. Per quanto
contempliamo Cristo, qualcosa resta insondabile, come egli stesso ci ha
insegnato: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre” (Luca 10,22)
(tratto da un articolo di Carlo Crocella)