mi è piaciuto.

CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE INTENDA. SIMBOLI E SEGNI DELLA CHIESA DEL GRAAL
CAPITOLO UNO: GLI INIZI
Introduzione
Tutto iniziò nel Maggio del 2001. In quel periodo per distrarmi dalle ultime fasi della
mia carriera accademica ( ero molto vicina al traguardo) decisi di accettare la proposta
dei miei di accompagnarli in un pellegrinaggio in Puglia da Padre Pio di Pietralcina.
Accettai perché era un occasione di evasione e anche perché, con i sensi allenati della
ricercatrice provetta, in fondo sentivo che quel viaggio mi avrebbe aperto nuove
strade. Sarebbe stato una sorta di rinascita. Certo collegavo questa rinascita alla
riscoperta di un senso religioso che sentivo profondamente in crisi. Da un po’ di
anni, infatti, soffrivo di una forma di distacco misto a una certa dose di insofferenza
verso la religione in cui ero cresciuta, quella cristiano cattolica. Questo fatto derivava
da due motivi principali; il primo, dalla delusione provata nei confronti dei
comportamenti dei sacerdoti della mia parrocchia. Il secondo motivo era intellettuale.
Grazie ai miei studi di storia avevo sviluppato un notevole spirito critico che mi
portava a non poter prendere per buona nessuna affermazione, se non dopo un
attento esame. In più, la tesi che stavo preparando, si occupava di antropologia e
stavo analizzando argomenti prima mai affrontati. La religione e i miti di altri popoli,
mi rivelavano sorprendenti conoscenze ma , soprattutto, un misticismo, un senso del
sacro, che sentivo carente nella religione cattolica, a cui, spesso, alle parole piene di
amore e tolleranza non erano mai seguiti i fatti. Inoltre, lo dovevo anche alla viscerale
e atavica animosità che provavo verso ogni forma di potere costituito, espressione di
un naturale indomito spirito anarchico. Questo amore per la verità, condito con lo
sprezzo dei dogmi, si risvegliò improvvisamente in una delle città più magiche e
misteriose di Italia: Monte Sant’Angelo.
Monte Sant’Angelo.
Monte Sant’Angelo è una località della Puglia fortemente legata al culto micaelico. Ed
è principalmente questo fatto che lo rende pieno di fascino. Questo fascino si trova
in bilico tra la spiritualità che emana, e tra la storia che è scritta tra le sue mura, centro
frequentatissimo nel medioevo da pellegrini e da crociati pronti a recarsi in terra
Santa, tradizione rimasta nei secoli fino ai giorni nostri.
La cittadina sorse nel secolo V intorno al luogo dove apparve San Michele Arcangelo,
l'Angelico archistratega che i Longobardi considerarono addirittura santuario
nazionale. Fu a lungo contesa da Bizantini, Longobardi, Saraceni e Normanni.
Dall'XI secolo la Puglia ha due poli religiosi egemoni: San Nicola a Bari e il Santuario
Micaelico a Monte S. Angelo, entrambi inseriti nelle più importanti vie dei
pellegrinaggi europei, quali la via Sacra Langobardorum e la via Francigena. Nel Mille
fu un avamposto della Chiesa di rito latino contro i Bizantini, e diventò tappa
obbligata di pellegrini e crociati, di religiosi e sovrani. Occupata dagli Angioini,
ottenne nel 1401 il titolo di città e, dopo essere passata sotto il dominio degli
Aragonesi, divenne in epoche successive feudo 2 di Giorgio Castriota Scanderbeg, di
Fernandez de Cordoba e, dal 1552, della famiglia genovese dei Grimaldi. Nel corso
dei secoli è sempre stata un punto d'approdo canonico del turismo internazionale, e
non solo di quello religioso
Il santuario di San Michele Arcangelo
Il santuario di San Michele arcangelo che fu realizzato nella grotta dove, tra il 490 e il
493, avvenne l’apparizione dell’arcangelo ad un pastore, costituì il perno attorno a cui
si sviluppò l’abitato sin dal V sec. Diverrà il "santuario nazionale" dei Longobardi e
nel corso dei secoli vedrà illustri pellegrini, papi, santi e sovrani. All'esterno del
santuario si erge un imponente campanile, di forma ottagonale, costruito nel 1274 su
commissione di Carlo I D'Angiò, modellato secondo lo schema e le proporzioni delle
torri di Castel del Monte. Il santuario presenta all'esterno un doppio portale gotico (la
parte sinistra è un'imitazione ottocentesca di quella di destra che è del trecento) in cui
si apre l'accesso a cinque rampe di scale che si sprofondano nella roccia per condurre
all'atrio interno della chiesa, con portale romanico provvisto di porte bronzee
realizzate a Costantinopoli nel 1076, donate dal nobile amalfitano Pantaleone III.
All'interno ad una navata con volte ogivali della chiesa è collegato, sul lato destro, la
grotta del santuario primitivo, ricco d'opere d'arte, tra queste la statua marmorea
dell'arcangelo è attribuita ad Andrea Sansovino (XVI) e la sedia episcopale marmorea
del XII sec., su due leoni accovacciati. Sulla sinistra dell'altare dell'Arcangelo si trova
l'altare della Madonna, con tre sculture in pietra sulla parete: la Trinità del XI sec., la
Madonna delle Grazie e San Matteo. Nel museo all’interno del santuario sono
presenti alcuni reperti di frammenti sculturei rinvenuti dagli scavi e dalle varie
campagne di restauri effettuati nella basilica di San Michele. Altri reperti provengono
dalla vicina abbazia di Pulsano. Di particolare interesse i resti dell'ambone (1041),
scolpito dall'arcidiacono Acceptus3 composto dal leggio, dall'aquila e dai capitelli.
Del sec. XII sono i resti della poco lontana chiesa di S. Pietro, che contiene la
cosiddetta Tomba di Rotari4 forse un antico battistero romanico, con uno splendido
portale finemente scolpito e che costituisce il secondo polo (dopo il santuario
micaelico).
continua...................