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CAPITOLO TRE :VERSO LA VERITÁ
La scritta sulla chiesa Di San Michele
Collegato al mistero della Tumba di Rotari era la scritta “Terribilis est locus iste. Hic
domus Dei. Est Porta Coeli” che tradotta diventa “Questo luogo è terribile. Questa è la casa di
Dio. Questa è la porta del cielo”.
La scritta è tratta da un passo della Bibbia26 dove si narra del Sogno di Giacobbe. In
questo sogno, Giacobbe, vide una scala che poggiava sulla terra e raggiungeva il cielo.
Al risveglio ebbe timore e disse “come è terribile questo luogo! E’ la casa di Dio e
questa è la porta del cielo” e diede il nome di Betel a quel luogo che prima si
chiamava Lux.
Questa scritta contiene indizi importanti che possono identificare la natura di Monte
Sant’Angelo, ponendolo nella categoria di luoghi privilegiati per le iniziazioni a
carattere fortemente esoterico e occulto. E non solo. La scritta di solito indica anche
posti fortemente sacri, varchi privilegiati in cui la dimensione umana e divina arrivano
a sfiorarsi.
Sacro e non sacroIl carattere sacro di Monte Sant’Angelo si risulta ancora più evidente se messo a
paragone con il santuario di San Giovanni Rotondo, sicuramente più conosciuto e
meta di un incessante turismo religioso.
Il contrasto tra i due è stridente. I santuari distano soltanto pochi chilometri tra loro
ma, rappresentano due mondo opposti e contrastanti, con due modalità diverse di
intendere il sacro. Ed è questa differenza che è in grado di gettare una luce sul
mistero.
A differenza, infatti, del santuario micaelico a San Giovanni Rotondo non si respira
affatto il misticismo, né il senso di essere prossimi ad afferrare il senso del sacro,
ossia l’essenza della divinità.
San Giovanni Rotondo è principalmente un villaggio turistico in cui si concentra la
tendenza, tutta nuova , a creare il turismo religioso. Questo sembra sfruttare le ansie,
le angosce, le speranze e i bisogni umani che scaturisco dal passaggio epocale che ci
troviamo a vivere. Infatti, questo millennio, secondo alcuni esoteristi, ci pone di
fronte a un salto evolutivo di vitale importanza in cui si avverte l’imminente incontro
catastrofico o salvifico con la divinità. Tale possibilità di crescita, viene soffocata,
nascosta, manipolata dalla propensione alla mercificazione del sacro. Invece di
stimolare l’innata vocazione dell’uomo alla crescita, quindi alla partecipazione
consapevole a tale processo di risveglio, si offrono dei palliativi ossia dei simulacri del
sacro che, lungi dal favorire il processo di scoperta e codifica dei messaggio cosmici,
incatenano l’uomo alle sue ansie quotidiane e al potere di chi amministra il dolore e
non rinuncia alla liberazione delle anime, trattenendo per se il possesso delle
coscienze individuali.
Tutto questo fermento viene incanalato attraverso simboli che perdono la loro
funzione e la loro magia per creare una sorta di Egregora27, che offusca la possibilità
della rivelazione e della redenzione. Questa forza sembra avvolgere tutto il paese in
una cappa fumosa e impedisce la percezione dell’energia Sacra. Tutto appare una
pallida imitazione di antichi santuari che si contraddistinguevano perché sorti sulle
famose linee energetiche.
Senza l’autentico significato originario pervaso di fluido vitale, essi non solo
impediscono il contatto personale con Dio ma, soprattutto, non attuano la trasmutazione
degli uomini. Gli uomini, così, non sono spinti a liberarsi della materia, condizione
imprescindibile per entrare in contatto con il Divino. Incatenandosi sempre di più
alla realtà percepibile dai sensi comuni, essi non possono rendersi conto che nessuno
può sostituirsi all’incontro unico e irripetibile, tra l’uomo e Dio e che scopo
principale di tale incontro è l’evoluzione di quest’ultimo. E soprattutto non può
sostituirsi il dogma con l’autentico fuoco Divino che distrugge e rinnova. Le persone
si accontentano di un contatto secondario, privo della Gnosi con la logica rinuncia
alla conoscenza della Verità sulle sue origini.
In quest’ottica va inserito il richiamo mistico di Monte Sant’Angelo, posto in antitesi
con San Giovanni Rotondo, con la sua fulgida luce mistica a contrastare il falso
messaggio spirituale della dogmatica Chiesa Cattolica .
Monte Sant’Angelo diffonde un criptato messaggio iniziatico dal sapore
squisitamente eretico.
La funzione del sito è prettamente sacrale. Esso offre un alternativa all’effetto
soporifero della chiesa Cattolica, un messaggio sovversivo che sostituisce il perfetto,
tipico fedele, inquadrato in una dottrina che distoglie dalla Verità, in un credente
consapevole, attivo e illuminato dall’autentica rinnovatrice luce della Gnosi.
Il santuario micaelico è visto come autentica porta del cielo, il varco attraverso cui , il
fedele, ottiene la Rivelazione dei Misteri della divinità.
Perché questi misteri, questi segreti questo svelare ciò che è nascosto vengono
descritti come terribili? Per poter rispondere a questa domanda è opportuno
analizzare la figura chiave di San Michele.
La vera origine di San Michele Arcangelo.San Michele viene paragonato per analogia a Mercurio. Entrambi infatti sono
psicopompi, sono annunciatori e portatori della volontà divina. Sembra quasi che, il
culto di San Michele, si sia originato direttamente dalla figura pagana del messaggero
degli dei.
Il nome Michele significa “colui che è come Dio” ed è considerato pertanto il Re degli
Dei. In realtà, secondo alcuni studiosi , Michele è un altro nome o aspetto di
Melchisedeq il Re del Mondo. Questo enigmatico personaggio di origine Cananea,
aveva un duplice aspetto: Metatron (il primo ministro di Dio) e Mikael (capo delle
milizie celesti). Metatron è chiamato l’angelo della faccia o principe del mondo, colui
nel quale è insito sia il principio del potere regale, sia quello del potere sacerdotale e i
due volti dello spirito e della materia che, se unite, formavano l’uomo perfetto e
giusto.
Il nome Melki-Tsedeq caratterizza un culto legato al Dio altissimo, El-Elyon il nome
divino presente anche in Fenicia ed accolto da Abramo per indicare il signore della
montagna. A Qumran,29 venne ritrovato un documento in cui traspare il ruolo di
MelkiTsedeq, quale essere celeste che assolve alla funzione di liberatore e di giudice
escatologico. Egli è re e sacerdote insieme. Il significato letterale del suo nome è
infatti, Re di giustizia ed allo stesso tempo, è re di Salem, cioè della pace. Si trovano
riunite nella sua figura i due elementi fondamentali che caratterizzano il Re Del
Mondo: giustizia e pace. Salem, inoltre, secondo Renè Guenon, non indica il nome di
una città ma se la si prende quale nome simbolico della residenza di Melkitsedeq,
potrebbe essere considerata come equivalente del territorio Agata, vero e proprio
centro spirituale del pianeta. Questo simbolico paese è, infatti, un crocevia del
mistero e fa parte di antiche tradizioni a proposito di una Terra Santa, localizzata nel
corso dei millenni in molti luoghi reali o leggendari. Secondo Helena Blavatsky,
Agharti è sorta sull’isola del Mar del Gobi dove, in tempi remotissimi, erano atterrati i
Signori della Fiamma, semidei provenienti da Venere. Altre dottrine fanno risalire la sua
fondazione addirittura a 15 milioni di anni fa. Gli abitanti di Agharti proverrebbero
dal continente Gondwana, rifugiatisi in seguito ad una catastrofe in vaste gallerie
sotterranee, portando con se il loro bagaglio di antichissime conoscenze. Il centro de
regno sotterraneo, sorge sul principale incrocio di correnti terrestri o forse, è esso
,stesso a generare questi fiumi di energia arcana che percorrono tutto il pianeta e si diffondono in
superficie irraggiati dai megaliti.
Agharti esisterebbe simultaneamente sia sul piano fisico, sia in una elevatissima
dimensione mistica e solo pochi hanno la possibilità di accedervi. Agharti e retta,
appunto, dal Re del Mondo, chiamato anche Manu, il legislatore universale, mediatore
tra l’uomo e la divinità e si ritrova in forme diverse, presso tutte le antiche religioni.
Ad Agharti, dunque, è nata la religione primordiale e perfetta dell’Età dell’Oro in grado, per
mezzo di pratiche mistiche, di porre l’uomo in totale comunione con Dio.
Questo Melkitsedeq, appare un personaggio importantissimo e superiore persino a
Abramo, in quanto lo benedice e da parte sua lo stesso Abramo riconosce totale
superiorità perché gli fa dono delle decime in segno di dipendenza. A tutti gli effetti
la benedizione a cui Abramo partecipa tramite Melkitsdeq, lo pone in relazione
diretta con l’Altissimo che lo stesso invocherà, chiamandolo Jehovah.
Se, dunque, Melkitsedeq è superiore ad Abramo, così è perché l’Altissimo Elyon, che
è il Dio di Melkitsedeq, è a sua volta superiore all’Onnipotente perché, il primo di
questi due nomi, rappresenta un aspetto divino più elevato del secondo.
La storia segreta della Bibbia .
Questo particolare è interessante e richiama alla mente una storia segreta della
Bibbia
Si racconta che, Dio, non è sempre stato uno e intero. Ha due nomi, due volti e due
diverse personalità. I due nomi sono: Dio creatore, quello che Gesù chiama Padre e il
signore Dio, il custode della creazione, l’Arconte di questo mondo.
Nella Quabbalah, il re del mondo è identificato con l’angelo Metatron, mentre, nella religione cristiana,
la sua funzione è svolta dall’Arcangelo Michele.
Dio è Elohim o El Aleph o lamed che significa la forza che va sempre oltre, mentre, il
Signore Dio, è in ebraico YHWH, Yod- He-Waw-He33 che significa colui che rende
visibile la vita, che limita la vita. YHWH è anche il participio del verbo essere.
L’essere per gli antichi, era inteso come realizzazione e limitazione: io sono tanto più
pienamente me stesso, nella misura in cui non sono qualcos’altro. Io sono se non
divengo, mentre, per divenire, devo temporaneamente cessare di essere ciò che sono
. YHWH è il Dio di questo essere limitante, mentre El, è invece il Dio del divenire che
sempre trasforma e si rinnova. El, il creatore, è il Dio che fece l’uomo a sua
immagine e somiglianza e il nostro io più grande e profondo è, per sua natura, tutto
quanto nel crescere e nel divenire. YHWH è, invece, colui che diede all’umanità la
sua forma e sostanza materiale e gli permise, così, di essere nel mondo terreno. Da
subito i rapporti con l’uomo furono tesi. L’uomo gli disobbediva e si comportava
secondo l’altra sua natura divina: voleva conoscere, crescere, cambiare. YHWH,
d’altra parte, per sua natura limitava l’uomo e quando l’umanità, nella brama di
conoscenza imparò a entrare in contatto con i figli di Dio i Be-Ha-Elohim, Egli fece
venire il diluvio e fu Elohim a salvare Noè che era nato da quelle congiunzioni con il
cielo. YHWH fin dall’inizio, rappresenta il Signore di questo mondo, la forza che dà
consistenza e solidità al presente, a scapito del futuro. Le religioni istituzionali, il cui
scopo è esserci il più a lungo possibile, pongono soltanto l’aspetto di YHWH sul
trono e insegnano a guardare la vita unicamente dal suo punto di vista.
Secondo un’altra versione ancora più segreta34 e antica, tanto Elohim quanto YHWH,
sono potenze divine impegnate in una medesima opera, dai medesimi intenti con
ruoli, però, diversi. Propulsivo il primo, indicante via via le mete, frenante il secondo.
Insieme guidano, istruiscono, incoraggiano l’uomo ma non per portarlo avanti. La
loro opera ha, bensì, bisogno che, l’uomo, stesso vada oltre e porti avanti la creazione
intera , di cambiamento in cambiamento, in una cooperazione di scoperte terreno-
celesti. Esortando l’uomo a superarli, poiché, essi stessi non giungono più in là di
dove l’uomo si ferma, si superano essi stessi in lui. Creatori autentici insieme con
l’uomo, sia che i confini siano appuntamenti profetizzati, sia che il confine
rappresenti un qualsiasi problema che si ponga all’individuo singolo, nella sua vita
quotidiana ed esiga da lui il superamento, mediante una radicale rinascita interiore.
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