

Mi è piaciuto molto questo porre la meditazione come un flusso semplice e scorrevole, che è in pratica quanto seguo io.
Ignoravo che vi fosse una scuola Mahamudra e quindi, per curosità vi propongo l'articolo.

La Meditazione del Mahamudra venne insegnata al suo discepolo Nàropà dal saggio e mistico Buddhista Indiano Tilopà ( 928-1009 ).
Nel suo 'Cantico del Mahamudra' Tilopà spiega,
quella che io chiamo la 'Tecnica non Tecnica' per
accedere al livello di coscienza detto 'Mahamudra', il 'Grande
Sigillo'; identificabile con lo stato di coscienza prossimo alla
'Buddhità', il Risveglio.
La straordinaria semplicità e naturalezza degli insegnamenti di Tilopà
cozzano con le rigide pratiche Zen dove infatti
la ferrea disciplina praticata e pretesa dai Maestri
Giapponesi, che si manifesta nella assoluta ed eccessiva serietà nel
pretendere posture e respirazioni perfette, snatura, a mio avviso, il
vero scopo della meditazione; che è quello di aumentare lo stato di
coscienza fino al raggiungimento dello stato di Risvegliato o, detto in
termini moderni, la perfetta congiunzione archetipica tra Anima,
Spirito, Mente e Corpo.
Difatti Tilopà afferma in un passaggio del suo 'Cantico del Mahamudra':
“La visione del Mahamudra, la chiara luce, non può essere conseguita
seguendo le esposizioni dogmatiche e le scritture, .... Infatti la
visione della chiara luce è ottenebrata dal dogmatismo.”
ed ancora:
“L'osservanza dogmatica dei precetti equivale a non mantenere il vero impegno. Non avere fissazioni è libertà dal dogmatismo...Quando si è liberi dal
dogmatismo, perché non ci si fissa più su una conclusione, si consegue
la visione ( la comprensione ) di tutti gli insegnamenti.”
In pratica l'insegnamento di Tilopà è basato sulla totale mancanza di
sforzi nel praticare la meditazione, unico modo per raggiungere il
Mahamudra; basando questo concetto sul presupposto che ogni minimo
sforzo riconduce la coscienza nello stato 'Illusorio' e virtuale della
vita quotidiana, che si sviluppa appunto attraverso una azione di
'sforzo' interiore.
Se analizziamo più a fondo questo discorso,
possiamo constatare che la condizione umana comune, il
comune livello di coscienza ( o incoscienza ), si basa sulle fondamenta
di uno stato costante di 'attrazione-repulsione' verso ogni
sfaccettatura della vita.
Un po' come un magnete, nella notra vita quotidiana ci comportiamo utilizzando due polarità:
questa postura è giusta, l'altra no,
così respiro in modo corretto, altrimenti sbaglio...ecc.
Attrarre e respingere al livello mentale; quindi giudicare oggetti, concetti,
persone, stati d'animo, è il nostro 'pane quotidiano', ossessionati
dalla ricerca di una 'perfezione' dove perfezione in questo universo
polarizzato non vi può essere se non acquisendo quello stato di
coscienza che ci permette di comprendere la realtà virtuale nella quale
operiamo e 'fondere' assieme i due poli opposti, creando quel
'monopolo' privo di estremi dove l'Anima risiede e contempla
l'ologramma Universo facendo esperienza.

“...La vita, condizionata dal divenire, non ha senso e provoca sofferenza.
L'azione mondana è senza valore, osserva invece cosa a valore e senso:
La suprema condotta è in assenza di sforzo. La meta si realizza non avendo ne speranza ne timore. La vera natura della coscienza è la chiarezza, oltre le
immagini. La meta della via del risveglio è conseguita senza una via da
percorrere; il sommo risveglio è realizzato senza qualcosa da
praticare...”
Ma cosa significa ? Come posso raggiungere il risveglio non praticando
nulla ma vivendo la realtà virtuale in modo diverso ? Assumendo il
punto di vista di Anima. Smettendo di identificarmi in Mente ed Essere
Anima.
Analizzando gli insegnamenti del Mahamudra, si riesce ad intravvedere nell'autore
dello scritto quel supremo punto di vista che solo Anima può avere;
perché solo Anima può affermare che :'..la Luce della propria Coscienza
è l'unica che può dissipare gli oscuri ostacoli dell'ignoranza,
accumulati nelle ere cosmiche...l'intelletto non può vedere ciò che lo
trascende; l'azione non può comprendere ciò che la trascende'
Meditare, compierne l'azione con sforzo, non può portare da nessuna parte;
seguendo questi insegnamenti possiamo capire cosa sia in realtà la vera
meditazione: nessuna postura da mantenere, nessuna respirazione da
praticare, nessuno sforzo, nessuna imposizione.
La postura diventa superflua, il respiro perfetto un mezzo dal quale
potersi liberare quando ci si rende conto di non aver bisogno di
appoggiare la propria Coscienza su qualcosa; Anima appoggia sul nulla,
non respira e non ha postura in quanto priva di forma fisica.
“...lo spazio si appoggia su qualcosa ? Similmente, il Grande Sigillo non ha
nulla su cui poggiarsi; rimani rilassato nello stato naturale,
inalterato; se si rilasciano i legami, senza alcun dubbio, si è
liberi...quando si osserva il centro del Cosmo si cessa di vedere il
resto; similmente se si osserva la Coscienza con la Coscienza, i
pensieri si dissolvono e si consegue il sommo Risveglio...”
Allora il sommo Risveglio già esiste in noi; Anima è Buddha e non
dobbiamo fare altro che decidere di acquisire totalmente tale
condizione ? Parrebbe di si, per questo Tilopà parla di una meta che
non necessita di una Via.
Questo non significa che le 'Vie' siano inutili, ma che ogni Via è buona.
l'importante è mantenere la naturalezza e praticare in assenza di
sforzo. “...smetti di fare qualunque movimento fisico, rimani tranquillo nello stato naturale; non hai nulla da dire, i suoni sono vuoti come l'eco; non hai
nulla a cui pensare, contempla ciò che trascende la mente; il corpo
vuoto come una canna di bambù, la Coscienza al di là dei pensieri, come
il centro del cosmo; rilassati in questo stato senza perdere la
Consapevolezza né trattenere nulla in mente...”
da Ignotoprofondo.it