La nostra Vita è una recita oppure dobbiamo inventarcela attimo per attimo, giorno per giorno e quindi scriverne ancora il copione?
Oppure ci dobbiamo semplicemente limitare ad eseguire ciò che il copione prevede?
Primo: chi ha scritto il copione?
Secondo: un copione c’è o non c’è?
Partiamo rispondendo alla seconda domanda: il copione c’è.
Ci deve essere perché la Vita è ordine, non è caos e quindi la Vita è permessa alla razza umana per uno scopo, una finalità: quella evolutiva.
Non può perciò essere lasciata al caso.
Il copione c’è.
Noi siamo semplicemente attori che si limitano a recitare o siamo gli autori di questo copione?
Noi siamo gli autori in quanto parte di Dio, del divino, del Tutto.
Perché l’Energia decide di inserirsi in un corpo umano?
Decide perché ha necessità di livellare, di rendere armoniche certe vibrazioni che sono assopite o disarmoniche o addirittura non attivate.
Fanno parte dell’Energia ma non sono ancora state attivate.
Come un programma che è nel computer ma noi non lo conosciamo e quindi non lo sappiamo usare.
Abbiamo perciò bisogno di una Vita sulla Terra per imparare ad usarlo.
Non voglio tornare sul discorso della cosiddetta reincarnazione perché ho già spiegato che sono solamente frammenti di DNA che vanno a posizionarsi nel nuovo corpo e non è una personalità che si incarna in un altro corpo.
Voglio però tornare sul discorso dell’attore.
Nel momento in cui abbiamo scritto il copione non siamo stati così privi di fantasia da prevederlo vincolante a tutti gli effetti, assolutamente chiuso ad ogni possibilità di ampliamento, quindi ogni singola decisione non può essere presa come assoluta <(“devo fare così perché nel copione è scritto così ed io sto solo recitando”).
NO: se così fosse la Vita non avrebbe nessun significato.
Il copione prevede delle alternative.
Cosa mi spinge a recitare una parte o l’altra?
Il libero arbitrio.
Perché mi viene lasciato il libero arbitrio?
Semplicemente perché nel momento in cui faccio questa scelta io sia consapevole di ciò che sto facendo, e la Consapevolezza è la vibrazione che fissa nell’Energia la frequenza giusta.
A livello mentale non c’è nessuna possibilità di agire sull’Energia: essa si muove, si evolve solo a livello vibrazionale profondo per mezzo della Consapevolezza.
Se io penso, ma non sono consapevole di ciò che sto pensando, non muovo l’Energia.
Quando il copione diventa fisso, rigido, senza possibilità di scelta?
Quando io sono lineare nell’Evoluzione, quando ho raggiunto la frequenza del divino, quando ho un'armonia vibrazionale assolutamente stabile.
A quel punto, vibrando alla frequenza del divino, non ho la necessità di scegliere perché la scelta è già implicita nell’evento.
Ascolto il mio Istinto e so ciò che devo fare: non mi creo dubbi.
Fino a quando ho dei dubbi, ho ancora bisogno di sperimentarmi e quindi il mio libero arbitrio ha necessità di guidarmi da una parte o dall’altra; ma se io esercito il libero arbitrio ascoltando il mio Istinto, la scelta che farò sarà quella giusta.
Però nel momento in cui ho raggiunto la vibrazione del divino non ho più scelta: arrivo al determinismo.
A questo punto la Vita consiste nel recitare un copione che ha già scremato tutte le varie possibilità e mi porge solo e semplicemente quello che è giusto per me.
Per riepilogare: noi siamo attori e autori del testo che recitiamo e ciò che fa la differenza fra un attore passivo e un attore attivo è la Consapevolezza.
Se sono consapevole faccio della mia Vita una capolavoro, recito quello che posso definire un capolavoro.
Posso, viceversa, aver scritto il miglior copione possibile, ma se lo recito senza Consapevolezza avrò fatto il più grande fiasco del mondo.
fonte: Stazione Celeste


