
I DRAGHI DELLO SPEZZINO
Dicevamo all'inizio che lo spezzino, terra di dinosauri, è
sempre stato anche terra di draghi nelle leggende dei vecchi liguri.
Per esempio un'idra dalle mille teste che scatenava maremoti e poi
trascinava tra i forconi infernali quei poveri diavoli dei marinai
naufragati era il drago mostruoso che terrorizzava il Golfo della
Spezia, come riporta il volume "Presenze magiche in Liguria" di
Marcella De Ferrari e Rosalba Niccoli (Luna Editore). Sempre la stessa
fonte ci dice che c'era anche un 'vermone ' benefico, il celebre drago
buono Panéa a Framura, che salvò il paese mentre franava in mare. Del
tutto diversa la situazione a Bocca di Magra, tormentata, invece, da un
mostro (drago o orco non si sa perché chi aveva la sventura di
incontrarlo non ritornava più indietro a raccontarne l'aspetto) che
divorava uomini e animali a tutt'andare. Era evidentemente anfibio,
perché ingoiava indifferentemente mucche e buoi con tutto il carro o
imbarcazioni intere con l'equipaggio. Non contento, scrivono le due
studiose De Ferrari e Niccoli "devastava anche i vigneti, gli uliveti e
distruggeva i casolari. Il suo fiato pestilenziale era avvertibile
anche ad alcuni chilometri di distanza, nessuno riusciva a vincerlo e
la gente viveva nel terrore." Fu sconfitto e respinto negli abissi,
solo grazie all'intervento di San Venerio. Un altro santo aiutò un
coraggioso marinaio a vincere l'idra del Golfo della Spezia: San
Bartolomeo, patrono del borgo che porta il suo nome, dov'era nato quel
marinaio. La storia del drago di Framura merita un cenno a parte,
particolare e lontanissima dalle saghe e leggende di eroi, favolosi
cavalieri o, appunto, santi che con l'aiuto dell'ardimento, della
fortuna e della fede, riuscivano a vincere terribili denti d'acciaio,
getti infuocati di fauci e narici, micidiali artigli e spaventose
potenze di ali e code terrificanti, conquistando tesori, liberando
principesse, salvando regni o città. Panéa nacque, come ogni drago che
si rispetti, da un uovo, ma - e qui comincia l'eccentricità della sua
storia - l'uovo non fu covato da una mamma draga, bensì da…una gallina,
perché la donna di Framura che trovò l'uovo in un bosco, lo fece covare
da una chioccia del suo pollaio. E quando dal guscio schiuso non uscì
il solito pulcino, ma un drago, quella donna non ebbe il cuore di
sopprimerlo o abbandonarlo e decise di tenerlo. L'aspetto del drago,
crescendo, intimoriva però la gente di Framura e la donna, temendo che
potessero ucciderlo, lo nascose in una grotta. Lì il drago restò finchè
un brutto giorno si scatenò su Framura un diluvio talmente forte che
minacciava di staccare il paese dalle rocce e farlo scivolare in mare.
La donna chiese aiuto al drago, che corse a puntellare con la forza
della sua schiena la montagna. Il paese fu salvo e da allora il drago
buono, trasformato in scoglio ( ma solo in apparenza dice la leggenda,
perché è sempre lui) restò a fare da baluardo a Framura.

articolo di Stefano Villa
