…Se una barca scende lungo il fiume senza vela, che cosa la muove?
La corrente.
Che cos’è la corrente?
E’ la forza che fa scorrere il fiume verso il suo sbocco.
Ogni cosa è portata verso il suo sbocco.
Immaginate una barca…osservate come risale la corrente senza sforzo lungo la sponda:
sapete spiegarmi come mai può andare controcorrente?
Perché si è formata una corrente che rifluisce all’indietro lungo la riva, e la barca ne approfitta.
L’argine è un ostacolo al corso dell’acqua; con la sua resistenza, esso provoca un effetto reattivo:
una corrente d’acqua in senso inverso.
Questo fatto dimostra la legge di reazione. Ogni causa naturale ha un effetto che è la conseguenza diretta di quella causa. Se giudichi i fatti in base a questa apparenza, non potrai che ingannarti sul vero stato delle cose. In realtà l’effetto è sempre indiretto, nel senso che la causa deve prima essere riflessa da una resistenza della stessa natura: questo attrito provocherà una trasformazione delle due forze, e tale trasformazione provocherà l’effetto.
Per esempio, il seme agisce sulla sostanza dell’ovulo, e i due si annullano per dare vita ad un nuovo essere.
L’effetto, quindi, è la conseguenza di una reazione della resistenza che trasforma l’azione casuale.
In altre parole: la natura genera i fenomeni attraverso un gioco di forze complementari, in cui la forza attiva provoca la resistenza della forza passiva; è la reazione di quest’ultima che produrrà il fenomeno.
La volontà umana può trasgredire a questa legge, imponendo direttamente la sua decisione:Sia fatta la Tua Volontà! Però prima o poi ne riceverà il contraccolpo. La massa degli uomini subisce questa legge senza comprenderla, ma ogni insegnate deve conoscerla, se non vuole ottenere il contrario di ciò che desidera.
L’azione diretta è l’azione del bruto che colpisce per dominare con la violenza. Diversa è l’azione del giardiniere, o del medico intelligente: il giardiniere non impone alla pianta un concime eccessivo per forzarne la crescita, perché non farebbe che provocare il rapido esaurimento sia della pianta che del terreno. Il medico non cura la malattia con la brutale soppressione dei suoi effetti, ne con la compensazione immediata dell’umore il cui eccesso ha causato il dolore: medico e giardiniere devono trovare un mezzo indiretto che provochi nell’organismo la reazione vitale, in modo che la pianta e il malato siamo sollecitati a produrre in se stessi –o a captare dalla natura-il principio di cui hanno bisogno.
Questa azione mediatrice coltiva nell’individuo così trattato la coscienza organica e la libertà vitale; invece l’azione diretta atrofizza la coscienza dell’individuo e lo rende schiavo della forza.
Presentare all’uomo solo l’aspetto virtuoso, significa risvegliare l’attrattiva del male.
Forzare a fare del bene provoca la volontà contraria; nello stesso modo, dare senza chiedere nulla in cambio, e aiutare sopprimendo lo sforzo, significa creare la rivolta e l’invidia anziché la riconoscenza.
Non bisogna mai provocare l’opposizione con un’azione diretta che voglia la cosa senza tener conto del contraccolpo, il quale è inevitabile come il rimbalzo di un sasso gettato contro il muro.
La costrizione provoca la rivolta.
La legge da forza all’illegalità.
La teoria evoca l’argomento contrario.
Metti l’uomo davanti alle conseguenze dei suoi atti; solo così sarà in grado di formarsi la propria morale.
E’ una legge rigorosa!
Se vuoi il bene, concepisci la possibilità del male, e ascolta la reazione del tuo cuore verso il bene.
Sappi che l’uno senza l’altro non sono mai assoluti.
Ricorda: ogni fenomeno è un effetto reattivo; una causa attiva non produce mai un effetto diretto, poiché se manca una resistenza, resta astratta, cioè non percettibile.
Quando una resistenza che abbia la stessa natura della causa agente, assorbe tale causa e l’annulla,devi considerare questo fatto un primo incrocio che è una “morte”. Ma se la resistenza reagisce - cioè diviene a sua volta attiva, come la forza che respinge il martello battuto sull’incudine-, essa avrà come effetto il fenomeno “vita”, che viene rappresentato con un “secondo incrocio”.
Un fenomeno viene sempre prodotto dal gioco dei fattori complementari; azione provoca resistenza, che suscita reazione. Il terzo termine è il fenomeno. Il sangue rosso ha bisogno dell’umore bianco ricco di alimenti, e quest’ultimo riceve l’energia vitale dal fuoco rosso del sangue. Così è fatta la grande legge di natura: se vuoi una cosa cercane il complemento che la può provocare.
Cercare sempre di riuscire a “vedere” l’alba nell’imbrunire.
Tiziano Grandi da Menteprofonda.it