Intelletto e Fede

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Oliviero Angelo
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Intelletto e Fede

Messaggioda Oliviero Angelo » 23/10/2011, 11:11

Intelletto e Fede

La prima cosa da comprendere sull'intelletto è che la sua esistenza si fonda sulla negazione. La funzione primaria dell'intelletto è negare, dire di no. L'enfasi posta dalle Upanishad sulla non negazione, fondamentalmente ha lo scopo di liberarti dei tuoi sforzi intellettuali.
L'intelletto dice sempre di no. Per cui più si diventa intellettuali, più si diventa incapaci di dire di sì. Dire di sì implica fede, il no sottintende il dubbio, e l'intelletto dipende dal dubbio. Se dubiti, l'intelletto ha una funzione. Se non dubiti, non rimane possibilità di funzionamento intellettuale.
L'intelletto è negazione. Per cui, quando le Upanishad dicono: "Non negare nulla", ciò vuol dire che all'intelletto non rimane nessuna funzione.Pensa alla tua mente: inizia a funzionare ogni volta che dici di no; quando dici di sì, il sì diventa un termine, il viaggio si è concluso.
Quest'epoca è una delle più intellettuali, e questo milieu intellettuale è creato dal continuo duubitare su tutto. Più un intelletto è grande, più sarà scettico: se dite di no potrà funzionare in modo estremamente acuto. Se dite sì, l'intelletto viene annientato. Per questo le religioni pongono l'accento sulla fede - perché nella fede l'intelletto non può muoversi. Non nha più alcun appoggio. Non vi è ulteriore spostamento: il sì è la fine. Se riuscite a dire di sì all'intera esistenza, il pensiero si arresterà. Il pensiero ha in sè la qualità della negazione. Il Maestro dice: "Non negare". E nella assenza di negazione l'intelletto si dissolve. E tu mi chiedi cosa fare con l'intelletto. Non ci sarà più! Non dovrai fare nulla, non lo devi negare. E non puoi negare l'intelletto, perché la negazione è propria dell'intelletto. Se neghi l'intelletto, la negazione stessa darà più spazio alla tua mente intellettuale. Diventerai una vittima: se neghi l'intelletto sarai vittima di uno sforzo intellettuale più profondo. e' impossibile negarlo. Come potresti? La negazione introduce il pensiero. Puoi trovare dei motivi per non negarlo, ma saranno tutti dei richiami intellettuali. Puoi ragionare sul perché negarlo, ma saranno tutte argomentazioni intellettuali.
La fede non ha argomenti nè a favore nè contro. La sentiE di fatto chiamo irreligiosi coloro che hanno prodotto prove per l'esistenza di Dio, perché i ragionamenti non hanno nulla a che vedere con la religione. In tutto il mondo, in particolare in Occidente, molti filosofi hanno cercato di provare l'esistenza di Dio. Io li chiamo irreligiosi, perché se riesci a provare la Sua esistenza, l'intelletto diventa superiore all'esistenza stessa di Dio. Viene provata tramite l'intelletto, e qualsiasi cosa venga dimostrata attraverso l'intelletto, da questo può venire confutata. Per cui coloro che cercano di dare dimostrazioni, di fatto sfidano altri a confutare.
Gli atei esistono perché vi sono teisti che amano la polemica. Quando dici: "Per questo motivo Dio esiste", sfidi qualcun altro, sfidi l'intelletto di qualcuno a dire: "Questo ragionamento è falso". E si possono portare prove a favore e contro ad infinitum... non si arriva mai ad alcuna conclusione. Persone veramente religiose non hanno mai discusso su Dio, hanno vissuto. Hanno vissuto come si dovrebbe vivere se Dio esistesse. Non puoi vedere Dio, ma puoi vedere una persona divina. Puoi vedere una persona che vive Dio. Quella è l'unica prova, ma non è una prova utile per l'intelletto. Quella prova non è affatto intellettuale. Quella prova è assolutamente aldilà dell'intelletto: raggiunge direttamente il tuo cuore. La senti.
Quando vedi un Ramakrishna o un Rama, quando incontri una persona come Gesù, non è l'intelletto che trae come conclusione e conferma che quest'uomo è divino. Innanzitutto lo senti. Il tuo cuore inizia a vibrare in una dimensione nuova, senti una nuova fragranza dell'essere. Ma si tratta di una sensazione: non la si può dimostrare.
L'intelletto può dimostrare o confutare, ma non ti potrà mai dare la fede. Anche quando dimostra, si limita a dimostrare se stesso. Nient'altro può essere comprovato. Se riesci a dimostrare l'esistenza di Dio, non hai affatto provato la Sua esistenza. Hai semplicemente dimostrato di essere un intellettuale, nient'altro. Hai dimostrato di avere un intelletto molto acuto, hai confermato il tuo ego. Nient'altro. E l'intelletto è il nutrimento più sottile dell'ego. Hai l'impressione di conoscere, di poter dimostrare, di poter confutare. Hai la sensazione di essere tu stesso il centro. Perfino Dio dipende da te: se TU lo dimostri, Lui esiste; se tu lo neghi, Lui non esiste più. Dio è di secondaria importanza. Ricorda: per l'intelletto tutto è secondario rispetto alla sua funzione primaria. Tutto il resto è una conseguenza: l'intelletto viene prima di ogni cosa.
La fede dice di buttar via questa supremazia dell'intelletto. Solo allora l'essere totale può affermare se stesso. E allora l'essere diventa primario e l'intelletto diventa secondario. In questo caso l'esistenza diventa l'elemento più importante e l'intelletto solo una parte. L'intelletto è dittatoriale. La fede è democratica, perché la fede dà espressione al tuo essere totale. L'intelletto è solo una parte che cerca di essere assoluta.
Quando le Upanishad dicono di non negare... l'intelletto scompare. Se non neghi, non avrai affatto l'intelletto. Occorre il no, quello è il punto di partenza. Senza il no l'intelletto non può affermarsi.
Dite sì all'intera esistenza.


Osho
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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