Gustavo Adolfo Rol
Da una intervista di Roberto Gervaso a G.A. Rol del 1978:
Domanda: Perché s'è definito «grondaia che convoglia l'acqua stillante sul tetto»?
Risposta: Perché so di non possedere neppure ciò che dono.
D. Non è né un sensitivo, né un veggente, né un medium, né un taumaturgo. Cos'è?
R. Un essere molto più alla buona, meno importante, ma diverso.
D. Le sue sono possibilità o facoltà?
R. Possibilità.
D. Hanno una base biologica?
R. No.
D. Perché?
R. Provengono dallo spirito.
D. Sotto quali impulsi agisce?
R. Quelli che mi dettano le circostanze.
D. Si spieghi.
R. Mi trovo improvvisamente, e infinitamente, disponibile. Uno stato che non si può descrivere.
D. Ci provi.
R. Una specie di tenerezza, di gioia appena il prodigio è avvenuto, sempre per una ragione che si rivela più tardi.
D. Agisce spontaneamente?
R. Sì.
D. Fino a che punto è arbitro dei suoi poteri?
R. Non essendo poteri, non posso esserne l'arbitro.
D. I suoi esperimenti sono solo una manifestazione psichica?
R. Nei miei esperimenti è la psiche a far da «grondaia» allo spirito.
D. Può servirsi come vuole dei fenomeni manifestatisi attraverso di lei?
R. No, nel modo più assoluto.
D. È vero che ciò che fa stupisce anche lei?
R. Sì, e sovente ne resto commosso.
(...)
D. La sua conoscienza è già patrimonio della scienza di domani?
R. È difficile stabilire i limiti della mia conoscenza, ma sono certo che la scienza vi perverrà, e li supererà.
D. Sono trasmissibili, e come, i suoi "poteri"?
R. Le ho detto che non sono "poteri", ma "possibilità".
D. "Possibilità" comprensibili?
R. Sì, attraverso un'attenta e umile intuizione della loro essenza.
D. È sempre stato disinteressato?
R. È una condicio sine qua non.
(Gervaso, R., "Rol: «I miracoli? Ci credo e ne vedo», Corriere della Sera, 31/12/1978, p. 8)