IL GUERRIERO, IL SÉ PSICOSOMATICO E LA COSCIENZA
Postata da Roberto Maria Sassone
Le neuroscienze ormai hanno dimostrato che il cervello rettile, il più antico nell’evoluzione della vita animale, determina le radici più profonde del Sé globale dell’essere umano, e che un modello psicologico che non tenga conto del Sé rettiliano non è più concepibile nella moderna psicologia.
Da ciò deriva la definizione di Sé psicosomatico che rappresenta l’organizzazione del sistema complesso-uomo che comprende corpo, istinti, emozioni, mente e la coscienza che sottende a tutta questa organizzazione.
Il corpo influenza le emozioni e le emozioni influenzano la mente.
La psicoterapia del futuro quindi si ispirerà sempre di più a questo modello integrato senza settorizzare l’individuo, e affinerà gli strumenti per intervenire in maniera globale.
All’ultimo convegno PNEI, di psiconeuroindocrinoimmunologia, tenuto a Lucca il 25 maggio 2012, è intervenuta Candace Pert, neuroscienziata di fama mondiale, che ha ribadito questi concetti, suffragati da ricerche scientifiche molto serie e documentate, e ha anche rimarcato l’importanza della meditazione per promuovere l’integrazione e l’armonia del Sé psicosomatico di ogni individuo, poiché la meditazione ha effetti evidenti sul sistema nervoso, endocrino e cellulare.
Senza sciogliere i traumi e i conflitti, impressi nel corpo, non si può ottenere una vera coscienza di sé. È più appropriato sostituire al termine "crescita" della coscienza la parola "estensione" o "ampliamento" della coscienza.
La coscienza dell’Uomo e nell’Uomo è quindi strettamente collegata all’organizzazione del suo sistema psicosomatico e se questo sistema è squilibrato, anche la coscienza è offuscata.
Ciò dimostra sempre di più che psicologia e spiritualità non possono essere separate, se vogliamo intraprendere una vera e completa ricerca interiore.
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