

Il simbolo della Triplice Cinta
(in alto, a sinistra: versione più comune; a destra: variante con i
segmenti diagonali) è molto antico, presente in tutto il mondo e
ritrovato persino presso civiltà preistoriche e megalitiche. In fig. 1,
ad esempio, si possono vedere delle forme di fusione bivalve per un
pendaglio risalente all'Età del Bronzo
finale, che si trova esposto al Museo Archeologico di Bergamo (la foto
e la segnalazione sono di Marisa Uberti). È certo che nel periodo
suddetto la cultura celtica fosse già diffusa nel Nord Italia, e la
forma incisa su questo stampo dimostra che il simbolo della triplice
cinta, sia pure nella sua versione circolare, era già ben conosciuto ed
utilizzato dalla civiltà del Bronzo. Triplice è la cerchia druidica
delle mura dei Celti, e nella Bibbia troviamo menzionati i tre cortili cinti da pietre del Tempio di Salomone (I Re, 7, 12), ma anche la Gerusalemme Celeste
con dodici porte (Apocalisse, 21) mostra il medesimo schema. Nel
Medioevo si trova in varie versioni nelle cattedrali gotiche (come
Amiens e Somme) e venne adottato dai Templari che lo usavano per
contrassegnare dei luoghi di particolare sacralità tellurica.

in orizzontale, sia in verticale, sui muretti e sulle soglie dei
gradini delle chiese medievali fino al XIII-XIV secolo.
Scrive lo studioso italiano Aldo Tavolaro
che la presenza di una Triplice Cinta indica «che ci si trova in un
luogo che rappresenta l’omphalos della zona, ossia il centro di energie
fisiche (correnti telluriche, magnetiche e cosmiche) che possono venire
esaltate da un raggruppamento di persone legate da alta spiritualità.
Di contro il luogo contrassegnato da quel simbolo è l’ombelico, il
punto centrale di un territorio in cui esistono le premesse fisiche
perché possano moltiplicarsi le energie psichiche emesse, per esempio,
da uomini in preghiera. D’altronde anche il disegno è chiaro. La Terra,
nel simbolismo sacro, è rappresentata da un quadrato che, nel caso in
esame, racchiude un quadrato più piccolo e poi ancora un terzo ancora
più piccolo quasi a concentrare l’attenzione, come una messa a fuoco,
in uno spazio minimo centrale del disegno: l’omphalos, l’ombelico. I
tratti mediani convergono anch’essi verso il centro.»Si ricollega quindi alla tradizione celtica
secondo cui si tratterebbe dei tre cerchi che indicano la vita e
l’esistenza, analoga ai "tre mondi" della tradizione Hindu. Anzi, in
questa tradizione all'interno dei tre cerchi è spesso rappresentato il
Meru, la "Montagna Sacra", che indica il Polo o l'Asse del Mondo.
da Templari.myblog.it